Come hanno dimostrato le Iene, in Parlamento nessuno sa che cos’è lo spread. Ma lo spread è reale, c’è e lotta insieme a noi. Contro di noi, anzi. Dettagli. Abbiamo impiegato mesi a capire che questo governo non ce la poteva fare a risollevare le sorti del Paese, un po’ come quei calabresi coriacei che non vanno dal medico finché non cominciano a tossire pezzi di polmone, o a pisciare sangue e anima. E poi di fronte all’ultimatum “O ti dai una regolata o cominci a fare testamento” neanche troppo facilmente parte la reazione: “Va bene, da oggi riso in bianco e basta caffè”. Va bene, da oggi governo tecnico o di emergenza. Basta Berlusconi e basta caffè, ma alle sigarette proprio non riesco a rinunciare. E nemmeno a un bicchiere di vino a tavola. Non basta dare una spuntatina alla punta dell’iceberg? Togli Silvio, metti Mario[1]: ma tieni Angelino, Pierluigi, Pierferdinando e Denis. Certamente, tieni Domenico. Domenico è come la ‘nduia: quel pizzico di sapore che rende la vita un po’ più eccitante. Per carità, Monti è cento volte meglio di Berlusconi. Mille volte. Se non altro è uno che le regole non le infrange, sicuramente non se le inventa né le stravolge, al massimo le fa rispettare. (Bill Gates odia Monti ma sticazzi). Però se un medico per sbaglio ti sottopone a ugulectomia in luogo di una appendicectomia tu che fai? Torni da lui e gli dici: senti, hai combinato un casino, ora per piacere tieni il bisturi con l’altra mano ma rimetti tutto apposto? Oppure cambi proprio medico? Ha ragione Di Pietro: Monti è “controllato” dagli stessi soggetti che la crisi l’hanno provocata, e obiettare che solo una personalità che nutre grande credibilità presso i mercati può calmare gli stessi significa ammettere che non c’è nessuna intenzione di fare il bene del Paese. Quello che i nostri politici si stanno arrabattando a salvare è il mercato, la fonte di tutti i guai. E ora passiamo alle ovvietà. Il sistema capitalistico è basato sulla crescita (esponenziale). Crescita. È come dire che per stare bene l’uomo deve vivere in eterno. Non è contemplata la fine del ciclo, come invece per ogni cosa della natura, perché la crescita non ammette ciclicità. Perché la crescita non è una cosa naturale (la crescita esponenziale è una invenzione della matematica, per la quale si può contare fino a infinito e oltre). E ancora: attualmente, l’1% delle persone detiene il 40% delle ricchezze. Questo perché il sistema capitalistico, per funzionare (per garantire ricchezza ad alcuni), necessita della povertà di altri, di “molti” altri. Questo significa: vivere al di sopra dei propri mezzi. Sulla Terra “ce n’è abbastanza per le necessità di tutti, ma non per l’avidità di ciascuno”, diceva il mahatma Gandhi. Perciò ora, il governo tecnico o d’emergenza o di transizione – un governo che ci aspetteremmo composto di soli super-eroi, magari maghi e fattucchiere, precog e semidei, e che invece sarà composto dei soliti postdemocristiani – questo nuovo (si fa per dire) governo dovrà compiere l’impossibile, ovvero sconfiggere la morte. Oppure alzerà l’ennesimo nuvolone di polvere, accecando momentaneamente mercati ed elettori, mettendo le mani in tasca ai soliti poveracci. E cioè a noi. E quando dico noi intendo “noialtri”. Quelli che le tasse le hanno sempre pagate. Quelli che le tasse le devono pagare per forza. Quelli che non hanno santi in paradiso né amicizie all’inferno. Ecco quindi cosa succederà. Patrimoniale, mobilità e taglio degli statali, decurtazione degli stipendi, abbassamento drastico conseguente del potere d’acquisto della maggioranza degli italiani (e dunque colpo di grazia alla crescita), dunque aumento della povertà. Dimenticavo: reintroduzione dell’Ici sulla prima casa. Gli osservatori più lucidi, che non per niente vengono tenuti ai margini del sistema, avvertono (nelle parole di uno di loro): “Come quando un’azienda fallisce, i creditori vogliono recuperare il massimo possibile prima del default italiano. Il Governo Monti ridurrà l’esposizione internazionale del nostro debito[2]”. Di nuovo: nessuno si sta minimamente preoccupando del bene del paese, ma il governo tecnico o di scopo o di transizione è solo il modo in cui i mercati si preoccupano di se stessi. Ricordando quel genio di Monticelli, non vi sembra ora di armarsi e fare la rivoluzione? Ps: c’è questo signore, un barbone, sotto casa mia a Roma, che vanta una incredibile capacità di sintesi. Per esempio, ieri mi ha detto: “Perché, me domando e dico, se quelli se so spesi li mijardi pe’ fasse le mignotte ma pure pe’ fasse li ministeri, pe’ dasse le pensioni, pe’ sistemasse li parenti nelle regioni e nelle amministrazioni, pe’ anna’ in giro coll’auto bblù, pe’ magnasse questo monno e quell’artro… Perché, me domando e dico, se questi se so spesi tutto quello che c’avemo, e so riusciti pure a scassa’, ad anna’ sotto de artri mijardi, je dovete paga’ VOI li debiti co’ le tasse, le lacrime, il sangue e l’arte cazzate? E dico ‘VOI’ perché io, come poi vede’, me so tenuto fori da sto giro. Nun c’ho manco la residenza, più”.
[1] mario monti, (anche) international advisor di Goldman Sachs
[2] http://www.beppegrillo.it/2011/11/la_fine_della_seconda_repubblica/index.html