• Unical, gli studenti fanno strada. Il racconto di alcuni eventi, così come li hanno vissuti gli universitari
    Tra workshop internazionali e incontri di alto livello si snoda una parte importante della didattica
    12/07/2013 | Angelo Bellocco | Edicola di Pinuccio

    COSENZA – Tanti sono gli eventi che hanno recentemente inondato il panorama dell’Unical. Il Centro Linguistico di Ateneo, rappresentato dalla professoressa Carmen Argondizzo, ha partecipato al Festival d’Europa 2013 di Firenze. Poi, l’Università ha avuto il privilegio di ospitare lo scrittore e giornalista Roberto Saviano. E ancora: Calbatt, la start-up “made in Unical”, è stata selezionata dopo una scrematura tra 215 candidati provenienti da Italia e Spagna per competere nel primo concorso Enel Lab. Tra i 13 finalisti Calbatt ha trionfato insieme ad altri 6 progetti. Così, mentre l’Università organizza i suoi eventi, mentre giovani imprenditori si fanno strada perpetrando la dilagante via delle start-up, anche gli studenti decidono di mettersi in gioco. Qualche mese fa, l’Asi Unical (Associazione Studenti di Ingegneria) dell’Università della Calabria, grazie alla collaborazione con Confindustria Cosenza ha presentato l’incontro “Confindustria Challenge”. In seguito gli esponenti dell’associazione, A. Franzì, C. Lopresto, M. Naccarato e M. Cavaliere per citarne alcuni, si sono recati a Monaco per presenziare al Congresso Eestec 2013. Tale congresso è stato l’evento annuale più importante per Eestec.

     

    A dimostrare quanto difficile sia ostacolare l’irrefrenabile entusiasmo giovanile, per lo più se contornato e infiammato da successi come quelli citati in precedenza, ci pensa il workshop internazionale “Think Green”, presentato dall’Asi Unical e Igea (Ingegneri Gestionali Associati) in qualità, rispettivamente, di Eestec LC Cosenza e Estiem LG Calabria. Una sfida per gli organizzatori, un’opportunità per tutti i partecipanti. L’evento è iniziato ufficialmente il 13 Maggio e si è concluso giorno il 19: dalla Germania alla Grecia, dalla Svizzera alla Turchia, ragazzi e ragazze di differenti paesi sono stati alloggiati in residenze messe a disposizione dall’Università ed hanno seguito lezioni ad hoc insieme agli studenti calabresi, condividendo insieme i piaceri che solo la nostra terra può offrire. L’arrivo e la sistemazione degli studenti ha occupato quasi interamente la prima giornata, eccezion fatta per un party di benvenuto organizzato la sera stessa. L’insicurezza dei partecipanti era ben visibile: “cosa potrei dire?”,  ”e come si dice in inglese?”… Queste e altre domande affollavano la mente degli studenti presenti. Perché una cosa è cantare in inglese la canzone del proprio cantante preferito, un’altra è dialogare e rapportarsi con altre persone.

     

    Nonostante i dubbi iniziali il workshop si è evoluto nel migliore dei modi. L’organizzazione dell’evento, gestita unicamente da studenti, ha previsto un programma equilibrato e completo. Le mattine erano riservate alle lezioni, mentre i pomeriggi sono stati occupati con le più svariate attività, da una caccia al tesoro tra i cubi dell’Unical a una visita guidata della città di Cosenza. Inoltre ogni sera, dopo cena, i ragazzi sono stati accompagnati a feste in locali sempre diversi.

     

    È stato possibile effettuare anche una visita del porto di Gioia Tauro, dove gli ingegneri che vi lavorano hanno fornito interessanti spiegazioni sul loro modus operandi e su alcuni software che utilizzano. Un’esperienza certamente istruttiva per gli stessi ragazzi calabresi. E al novero dei luoghi visitati si può aggiungere Scilla, con i suoi stretti vicoli d’altri tempi ed un fascino storico ormai raramente riscontrabile. Per finire, l’ultimo giorno disponibile è stato dedicato unicamente allo svago: una mattinata trascorsa tra le acque cristalline di Tropea e un pomeriggio passato ad assaporare le prelibatezze di Pizzo Calabro.

     

    La partenza degli amici stranieri ha portato un iniziale, diffuso malumore. Accompagnandoli all’aeroporto di Lamezia si ricordavano i pochi ma intensi giorni trascorsi insieme, parlando un inglese visibilmente più fluido. Eppure tutti hanno ricavato il meglio possibile da un’esperienza che è prematuro definire “unica”. Questo successo è una pietra sulla quale fondare l’organizzazione di altri eventi simili, opportunità di apprendimento essenziali che si basano sul confronto con coetanei provenienti da luoghi diversi. Perché “il progresso deriva da un intelligente uso dell’esperienza”.


     
  • 1 commento

    1. maurob

      solo questo “irrefrenabile entusiasmo giovanile” potrà contribuire a far rinascere il nostro territorio.

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