• L’Asp di Reggio Calabria taglia i posti letto nella Piana. Gentile (Sulpi): “I tagli alla sanità gravissimo delitto sociale”
    "Spendere meno dove si spende già poco non è affatto un risparmio ma un gravissimo delitto sociale"
    17/10/2013 | Giuseppe Gentile, Sulpi Calabria | Comunicato

    giuseppe gentile

    CITTANOVA – Spendere meno nella sanità pubblica è la parola d’ordine del governo regionale. Spendere meno dove si spende già poco non è affatto un risparmio ma un gravissimo delitto sociale. Il presidente Scopelliti, libero dei due subcommissari Pezzi e Delia, continua a disporre la chiusura di posti letto dove mancano oltre il 70% di quelli previsti dal piano sanitario nazionale. Come si pensa di garantire il diritto alla salute nel rispetto dell’uguaglianza, della pari dignità, degli interessi generali assegnati alla politica è veramente un mistero. L’ultimo sconcio ha colpito l’Ospedale di Polistena dove si cancellano 10 posti letto. Il risultato è quello di abbassare gli standards di personale e trasferire 10 infermieri professionali, non in Endoscopia Digestiva per renderla funzionale H24 ma, in altri reparti. Insomma, tanta lungimiranza per accontentare qualche primario e per non utilizzare gli infermieri imboscati.

    Resta il fatto che il dramma, inefficienza sanità pubblica, colpisce ancora la Piana di Gioia Tauro già sotto di ben oltre 600 posti letto. Si tagliano ancora risorse economiche da destinare altrove, noncuranti del rapporto abitanti/servizi sanitari da garantire sulla Piana. Chi ha concepito questo ennesimo disastro lo ha fatto a ragion veduta e con il solo scopo di penalizzare l’offerta di posti letto nella “terra di Cenerentola” priva di rappresentanza politica capace di arginare tale declino. Sembrerebbe che tutto si è complicato quando sono stati pubblicati i dati relativi alla produttività del 2012: la S.O.C. di Medicina Interna del P.O. di Polistena è quella che ha prodotto il maggior D.R.G: di tutte le S.O.C. dell’Intera Azienda : quasi 3.000.000 di euro, mentre come numero di ricoveri, poco meno di 1.300 nel 2012. Bisogna dire che negli ultimi cinque anni sulla Medicina di Polistena non è stato investito un solo euro, nonostante da anni si fa richiesta di innovamento tecnologico senza ricevere alcuna attrezzatura. Chiaramente questo vale solo per la Medicina di Polistena. Le altre UU.OO. hanno avuto investimenti per centinaia di migliaia di euro, producendo molto mento e con risorse umane di gran lunga superiori. Forse la risposta bisogna ricercarla nelle appartenenze politiche e nei progetti del privato? Resta il fatto che, in altri ambiti territoriali, non si applica il DPGR 106 e si lasciano strutture inesistenti. Quindi il decreto di Scopelliti è solo un pretesto per azzerare la sanità pubblica solo nella Piana di Gioia Tauro. Intanto, questi atti scellerati sparati sulla Piana, provocano ulteriori disagi all’ammalato che continua a non trovare risposte, anche per quanto riguarda le specialistiche di Pneumologia, Neurologia, Nefrologia, Ematologia e di tutte quelle atre specialità mediche assenti e non previste nel nostro territorio.

     

    Per fare un esempio, da domani i pazienti colpiti da ictus seguiranno la strada degli infartuati, saranno caricati sull’ambulanza e inviati a Germaneto. Quindi tanto ulteriore sofferenza per l’ammalato e tagli alle casse aziendali. A questi tagli non si può rispondere con la finta apertura della Medicina di Gioia Tauro, perché, di fatto, l’Azienda sanitaria ha semplicemente aperto un contenzioso tra i cardiologi, gli internisti e il Primario di Cardiologia. Alla fine troveremo solo un cumulo di macerie e tanta voglia di scappare via. Potremmo affermare che, la scarsa attenzione del governo regionale, sta azzerando gran parte dei progetti sanitari costruiti in decenni di sacrifici, per lasciare tanto spazio da colmare. Tuttavia, qualora questo sospirato ospedale dovesse sorgere, oggi il vuoto potrebbe essere occupato da speculazioni di chi è convinto che in sanità si può guadagnare molto, basta avere i riferimenti giusti.


     
  • 1 commento

    1. Giuseppe

      Basta con un territorio desertificato

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