Il prossimo mese di giugno dovrebbe rappresentare il momento d’avvio della Città Metropolitana di Reggio Calabria; si metterebbe in moto, in sostanza, il famoso “semestre bianco” che dovrebbe consentire il passaggio di consegne tra il vecchio Ente “Provincia” e il nuovo Ente “Città Metropolitana”.
A gennaio 2017, infatti, il nuovo Ente dovrebbe, dovrà, essere operativo a tutti gli effetti.
Sparirà, quindi la Provincia, per come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi, e le incombenze, ad essa attribuite, passeranno in capo al nuovo Ente e agli Organi non elettivi, se non di secondo livello, per esso previsti dalla legge.
La Città Metropolitana di Reggio Calabria, pertanto, avrà il compito di gestire, in un territorio di 3.183 km², 97 Comuni (autonomi nelle proprie competenze amministrative) ed una popolazione di 559.215 abitanti (dati 2014).
Ovviamente la Città Metropolitana non potrà, com’è evidente, ripercorrere il percorso della vecchia Provincia, si tratta d’inventarsi un’organizzazione assolutamente innovativa che dia il senso del cambiamento.
Constatavamo che le funzioni fondamentali della Provincia, passeranno alla nuova Istituzione che dovrà dedicarsi alla Pianificazione territoriale generale, all’Organizzazione ai servizi pubblici che interessano l’intero comprensorio metropolitano, al Piano Strategico di tutto il territorio, alla promozione e al coordinamento dello sviluppo economico e sociale, ai sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione del comprensorio e, non ultimo per importanza, alla mobilità urbana e alla viabilità metropolitana, partendo dal risanamento delle aree a forte dissesto idrogeologico.
Facendo un’analisi, neanche tanto approfondita, dell’intero comprensorio Metropolitano appare evidente che esso possa essere suddiviso in cinque macro aree molto affini per i coefficienti economici, sociali, geografici e infrastrutturali:
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l’Area dello Stretto;
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l’Area della Piana;
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l’Area della Locride;
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l’Area Grecanica;
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l’Area Aspromontana.
Bisognerà capire come saranno disciplinati i rapporti tra i Comuni e la Città Metropolitana, quale sarà l’organizzazione e l’esercizio delle funzioni Metropolitane e Comunali, nonché, quali forme di collaborazione comune potrà essere ipotizzata. Come le cinque aree strategiche potranno divenire un tutt’uno nella politica e nell’economia della Città Metropolitana.
Sarà necessario comprendere come e con quali mezzi l’intero territorio possa essere messo in collegamento, dal mare alla montagna, con un diverso e più appropriato sviluppodella mobilità interna, oggi per larga parte inesistente; come mettere a punto iniziative politiche di sostegno all’agricoltura, che continua ad essere, con tutte le difficoltà, il volano primario della nostra economia, integrandola con il terziario in espansione; come far si che beni culturali, archeologici e artigianali, percorsi religiosi, percorsi enogastronomici, mare e montagna, che nulla hanno da invidiare alle più note mete turistiche del Paese, possano essere valorizzate dal punto di vista turistico;come, infine, determinare che i tanti poli di eccellenza presenti sul territorio il Porto commerciale di Gioia T. e i Porti turistici di Reggio e Roccella, ad esempio possano intersecarsi tra loro per divenire meta di scambio merci, turismo da diporto, ecc.e/o la Diga sul Metramo, sul Menta o sul Lordo che da sole garantirebbero nuova produzione di energia e il soddisfacimento dei bisogni irrigui dell’intero comprensorio reggino.Una serie di interrogativi ai quali, ne siamo certi, qualcuno starà ragionando e discutendo nell’interesse dell’intero comprensorio della ex Provincia di Reggio Calabria.
Qualcosa di assolutamente diverso da quanto è stato opportunamente fatto con il Patto, recentemente firmato nel nuovo e stupendo museo di Reggio Cal. alla presenza del Presidente del Consiglio. Ovviamente i tempi erano strettissimi e bene ha fatto il Sindaco Falcomatà a chiedere ai Sindaci dei 96 Comuni le loro esigenze. Bisogna però convenire che quella è stata un’operazione a pioggia che nulla ha di strategico per l’intero territorio.
Certo, tutto questo va deciso politicamente, democraticamente e istituzionalmente in ampie e partecipate discussioni con le popolazioni e con i loro rappresentanti territoriali.
A tal proposito sarà importante rendersi conto sul come si arriverà all’individuazione degli Organi della Città Metropolitana, anche perché questi avranno poi il compito di gestirla.
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Il Sindaco della Città Metropolitana;
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Il Consiglio Metropolitano, composto da 14 membri;
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La Conferenza Metropolitana, che comprende i Sindaci di tutti i 97 Comuni.
Alcuni paletti sembrerebbero già definiti, anche se in giro qualcuno ipotizza orientamenti diversi, quali: il Sindaco eletto dai territori e non per legge, ad esempio, gli stessi 14 del Consiglio, come si eleggono, il numero sarà ricoperto solo dai centri più grossi o anche i piccoli Comuni avranno la possibilità di essere rappresentati?
Tutta una partita che richiede, a nostro modesto avviso, attente valutazioni e riflessioni, anche politiche.
Sembrerebbe, almeno così abbiamo letto sulla stampa, che già una bozza di Statuto della Città Metropolitana di Reggio Calabria sia allo studio di un gruppo di lavoro che vede coinvolta l’Università Mediterranea, con le facoltà di Giurisprudenza, Architettura ed Ingegneria e Amministratori e Tecnici della Città di Reggio Calabria.
Ci piace, a tal proposito, riprendere alcune affermazioni del Sindaco Falcomatà:“Lo spirito con il quale dobbiamo approcciarci a questa sfida deve essere, con le dovute proporzioni, quello dei padri costituenti che hanno fondato la nostra Repubblica. Certo le condizioni oggi per fortuna sono molto diverse, ma le opportunità che abbiamo di fronte, in proporzione, non sono da meno. L’istituzione della Città Metropolitana ci proietta in un sistema che rappresenterà il cuore pulsante del Paese, dal punto di vista economico e sociale. Dobbiamo arrivare pronti a questo appuntamento, nella consapevolezza che gli effetti delle nostre scelte si vedranno solo tra qualche anno, ma avranno un’influenza enorme sul futuro del nostro territorio”.
Secondo Falcomatà“il confronto con i sindaci ha un’importanza fondamentale per costruire una carta costituente che valorizzi le peculiarità dei territori, secondo una visione policentrica che garantisca rappresentatività ai cittadini, eliminando il concetto di periferia e mettendo in risalto il grande patrimonio di energie che caratterizzano l’intero comprensorio della Città Metropolitana”.
E’ questa la strada che bisogna perseguire per arrivare al 1° gennaio 2017 con le carte in regola per una nuova e avvincente scommessa per Reggio Calabria ed il suo comprensorio metropolitano.
C’è, però, un “vulnus” che, sommessamente e con cautela, lanciamo all’attenzione della politica e del nostro Partito, il Partito Democratico, in particolare, per la responsabilità che rivesta, a vari livelli, nel governo della cosa pubblica.
Non abbiamo, probabilmente siamo stati disattenti, saputo di alcun tavolo di discussione popolare (la gente), eppure era stata garantita una sorta di ampia consultazione con i cittadini, ma di altri tavoli poco consoni si è scritto in questi giorni; non abbiamo avuto modo di discutere e in questo contesto, forse, ne avremmo avuto titolo, in sede politico/partitica.
Il nostro Partito, senza voler addossare responsabilità ad alcuno, non ha mai, affermiamo mai, discusso al suo interno di Città Metropolitana.
Probabilmente oggi i Partiti non hanno più modo d’esistere, ma chi come noi, crede nel ruolo dei Partiti e si è formato in tempi in cui la discussione e la partecipazione erano imprescindibili, non può che rivendicare l’apertura di un tavolo politico che affronti alcune delle problematiche sopra indicate.
MicheleGalimi
Giovanni Laruffa
Dirigenti PD Federazione RC