• Oppido Mamertina, scoperte e sequestrate opere abusive all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte
    11/06/2012 | Cfs Reggio Calabria | Strill.it

    REGGIO CALABRIA  - Nei giorni scorsi il Comando Stazione Forestale di Oppido Mamertina ha scoperto e bloccato delle attività a danno di un bosco di proprietà comunale, tra le quali la costruzione abusiva di un manufatto e l’apertura di alcune piste carrabili nella località “Stoccato” limitrofa il Parco Nazionale dell’Aspromonte. Gli agenti forestali di stanza ad Oppido M.na, con il supporto di personale del Coordinamento Territoriale di Gambarie, hanno individuato nel fitto della vegetazione boschiva un manufatto che si è accertato consistere in un capannone adibito a ricovero animali. Dalla perlustrazione della zona, si è scoperto il taglio di numerose piante di Leccio (Quercus Ilex) e l’apertura di alcune piste carrabili, realizzate con l’ausilio di mezzi meccanici, che erano state utilizzate per trasportare il legname. Gli agenti appostati in zona per individuare i responsabili, notavano un’autovettura che percorreva la pista sterrata giungendo nei pressi del capannone. L’occupante il mezzo è stato identificato in S.M. 30 anni nativo e residente a Oppido Mamertina. Dagli accertamenti effettuati è risultato che le opere sono state eseguite dall’S.M. in assenza di autorizzazione da parte del Comune, proprietario dei terreni, e di conseguenza senza il permesso di costruire. Per le opere rilevate, il taglio abusivo, il deturpamento e l’occupazione abusiva di terreno comunale, il soggetto è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria – Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, mentre tutta l’area è stata sottoposta a sequestro


     
  • 1 commento

    1. cosma

      D’accordo, nella fitta boscaglia amazzonica può sfuggire l’edificazione di un capannone e lo si scova soltanto ad opera ultimata. Ricordiamo però che regola calabro-sicula vuole si soprasseda circa le opere abusive, anche su demanio! Eh, quanta cecità in giro!
      Trascorre il tempo e non si avvicinano genio militare o ruspe “istituzionali” per l’abbattimento, e così i tanti obbrobri cementizi restano intoccabili e sono giudicati tali soltanto da esterrefatti turisti – vedasi litorale jonico della Calabria meridionale – chè gli indigeni sono assuefatti e non ci fanno caso…
      C’è sempre un condono estremo dietro l’angolo…. Non vedere, non impedire, non demolire dunque, semmai incentivare tramite l’aiutino dell’inerzia istituzionale.

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