• La Pasqua triste di una comunità malata. Pensando a Luigi, che è morto per un pugno di soldi, emblema del disagio sociale
    08/04/2012 | Salvatore Borelli | Edicola di Pinuccio

    CREDO NON CI SIA molto da festeggiare dopo la tragedia di ieri sera in un supermercato. Il monito di don Serafino parroco della comunità di Cinquefrondi dovrebbe far riflettere al di là dell’importanza religiosa aldilà del ruolo parentale. Una Comunità incapace di rispondere ai bisogni sociali dei giovani. Una Comunità affacciata dietro le proprie mura per commentare gli eventi senza sconvolgersi estremamente tranne che per paura per se e/o per i propri cari. Quanto il concetto della paura amplifica una incapacità di guardare l’oltre o viceversa? Morire per un gruzzolo di soldi che avrebbe in qualche modo allietato una sete di onnipotenza che spesso caratterizza la voglia di affermare il proprio ruolo nel branco; morire perché non si ha percezione del proprio valore umano, morire egoisticamente senza considerare l’altro. Luigi è l’emblema del disagio, un martire senza colpe soggettive. Figlio di una comunità, quella cinquefrondese che dovrebbe riflettete seriamente sugli scenari sociali che si sono ormai consolidati. Chi è il deviante? Chi commette il reato o chi non mette in atto processi di cambiamento? L’atto criminale in se va condannato e misurato in base alle circostanze e non spetta a noi il giudizio! Ma bisogna interrogarsi secondo me su cosa significa condividere davvero un problema sociale.


     
  • 21 commenti

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    1. M.A.

      Condivido. Dispiace tanto per la vita spezzata del commerciante deliese, ma come non provare pena per il giovane rapinatore morto nel conflitto a fuoco?
      19 anni! e già l’avvio ad una vita sbagliata.
      Interroghiamoci tutti , in questo giorno di Resurrezione, sulle nostre colpe e su quanto non abbiamo fatto per la comunità.

    2. michele

      Dispiace moltissimo per il giovane rapinatore e il commerciante …
      ma il problema è che non fa nessuno niente per i figli di questa comunità,
      inizialmente da le forze dell’ordine e poi dal’amministrazione comunale …..siamo tutti figli di dio e non e giusto un giudizio per il ragazzo e tanto meno per il commerciante …e una tristezza enorme per le famiglie che dispiace moltissimo perche e un giorno di lutto …e spero che tutti i cittadini si ricordano di dare una mano …a finchè accadono cose cosi assurdi….perche si po morie per un pungo di soldi cosi ……

    3. mara

      Ma perchè la avete con Strano? Si è difeso…. a casa sua…. contro 3 banditi ,…. 3 giovani dediti all’illecito…pistole e modalità d’azione non possono essere commiserate. Non c’è nulla da piangere e tanto meno da compiangere è il declino di un popolo dove il valore della vita umana non esiste più. Cosa fa lo Stato per i figli? Io mi chiederei cosa fanno le famiglie per i propri figli!!!
      Come si può commiserare e compiangere un malvivente?????

    4. sandro

      secondo me non ci sono commenti da fare ma bisogna agire giorno dopo giorno creando solidarietà pura non di facciata le belle parole non servono questi sono i risultati . servono posti di lavoro , affinchè i nostri giovani si sentono protagonisti della vita e non sbandati . piena solidarietà alle famiglie delle vittime

    5. Gio

      Pregate soprattutto per la vittima, derubato
      Mentre era a terra ucciso.
      Per il disagio sociale i grossi sociologi dovevano provvedere prima, dopo siamo tutti bravi a trovare le giustificazioni di quello che doveva fare….!!!!!!!!

    6. giuseppe macino

      Nessun giudizio.Non ve ne è bisogno.La vittima è il povero commerciante e la sua famiglia.Per il povero giovane solo la pietà che non deve mai mancare.Ma i piani sono diversi.Ed incolmabili.ci sarà,poi tempo per la sociologia e per quello che vogliamo.Ma vi è un dolore che merita rispetto e che non merita confronti ed è quello di chi lavorava a casa sua ed è morto davanti ai suoi perchè così ha deciso un altro che non voleva lavorare e riteneva di potere avere il lavoro di un altro.E nessuno osi dire che c’è una giustificazione sociale.Non è così .Se così fosse cammineremmo tutti armati e tutti saremmo in pericolo.

    7. angelo

      umiliato di essere di cinquefrondi!!

    8. antonio manfrida

      è vero quanto nota giuseppe macino. di fronte a quanto quotidianamente succede, di fronte alla violenza spicciola, non è il tempo della sterile sociologia o del pietismo. il vero problema è vivere in un contesto senza valori, senza esempi, in balia del nulla e dell’ effimero. dove le cd agenzie educative, dove i luoghi di formazione delle coscienze ? i nostri figli cosa credono, a quale onestà, a quale bene comune ? smettiamo di credere che il comune o lo stato possano supplire; smettiamola di leggere tutto in politica; smettiamo di dare giustificazioni al nostro vuoto.

    9. Saverio

      Un articolo indecente! Tacere è una virtù. Dire che non c’è una responsabilità soggettiva di chi uccide suona come un’ulteriore offesa alla dignità di chi lavora con onestà e difficoltà in questi momenti, dimostra che esiste una società che si indigna e che pretende giustizia, spesso disattesa proprio da queste mentalità ipocrite dell’articolo che vorrebbero dipingere un quadro che ignora e svaluta la figura di chi onestamente lavora e da da mangiare alle famiglie con il suo lavoro. Prima di chiedersi cosa fa la società per questi ceffi malavitosi, chiediamoci cosa NON hanno fatto le famiglie, i genitori, che certamente portavano anch’essi a casa uno stipendio, e non facevano mancare l’essenziale a nessuno per vivere e addirittura erano garanti di legalità! Basta questo per dimostrare le parole ipocrite ed insensate che si leggono. Basta con le farse, è ora di scrollarsi di dosso questa polvere fatta di una mentalità ipocrita che con le parole tenta di buttare ancora una volta il fumo negli occhi della società civile.

    10. Giuseppe Fusco

      Quoto il pensiero postato dall’illustre Antonello, in linea anche con quello di Mara, Giuseppe e Saverio. Ha espresso giustamente il dissenso dalla descrizione, probabilmente confusa, dell’articolo e soprattutto ha puntato l’attenzione sulla mancanza dell’esercizio educativo e valoriale nelle famiglie. E’ ora che ci si chieda se ripartire dai valori quali un senso rispettoso del prossimo, un lavoro onesto anche se faticoso e poco remunerato, come quello di occuparsi della terra, dell’importanza della sua funzione sociale, ambientale e non solo economica sia, come insegna la storia, una delle chiavi di svolta di questa società che, qualcuno ha volutamente farci dimenticare, proviene proprio da lì. Le famiglie hanno dimenticato come educare, una dimenticanza grave, che genera queste aberrazioni.

    11. chicco

      Ma come fate a pubblicare un articolo del genere??? Ma Salvatore Borelli si rende conto di quello che ha scritto?? Parla di disagio giovanile per il killer e bandito 19enne definito addirittura un martire?? Io immagino il disagio che ora avranno i figli del commerciante ucciso, diventati orfani il giorno prima di Pasqua. Sono letteralmente disgustato e a questo punto sono pure contento di non vivere più a Cinquefrondi. Per me il 19enne è semplicemente un pluripregiudicato morto mentre faceva il suo disonesto “lavoro” perchè non aveva voglia di trovarsi un lavoro serio. Mi sono rotto di sentir parlare di disagio, di disoccupazione e quant’altro. Solo una domanda mi sorge spontanea perchè tutti gli appartenenti alla comunità romena, bulgara, ucraina, polacca che vive a cinquefrondi lavorano tutti??? La verità è che a questa gente piaceva fare rapine, avere soldi facili senza provare rispetto per la stessa comunità a cui appartenevano visto la serie di furti registrati in tutto il paese.

    12. M.A.

      Il punto non è la politica strictu sensu o la sociologia. E’ che la comunità è composta da: persone singole, famiglia, scuola, chiesa, istituzioni varie. Verissimo sulla responsabilità personale, evidente e incontestabile. La giovanissima età dell’assassino e dei suoi complici tuttavia ci deve far riflettere sulla società attuale, sui non-valori trasmessi e fatti passare come veri dai media, tv in primis. Per cui l’apparire, l’apparire in un certo modo, che comporta aver denaro a sufficienza, è più importante dell’essere, che si costruisce giorno dopo giorno anche e soprattutto con la dura fatica. Che poi il lavoro pesante, quando c’è, non piaccia ai giovani è altro inquietante aspetto, frutto del lassismo degli ultimi 30 anni, e dei cosiddetti messaggi veicolati dagli adulti, che hanno parte preponderante negli agglomerati umani piccoli e grandi di cui sopra.

    13. Salvatore Borelli

      Interroghiamoci anche sul concetto di identità!! Cordialmente

    14. Luciano

      Oltre ogni decoro, ….io fossi in te mi interrogherei su cosa ho scritto, punto.

    15. giovanni

      vivo dal 1986 lontano dal mio paese : oggi quando i principali tg hanno parlato di cinquefrondi sono sprofondato nella piu totale vergogna. Massima solidarietà a quell’onesto martire , nessuna pietà per il suo assassino e mi auguro che ai suoi complici diano l’ergASTolo .

    16. Francesco

      ” Un martire senza colpe soggettive” :MI auguro che chi scrive queste s……..e non sia molto seguito da chi ha un cervello.Che ci sia disagio sociale non ci piove, ma giustificare un fatto così grave è troppo.Chi ha voglia di lavorare e non riesce qui, fa le valigie e trova da qualche altra parte qualcosa di onesto da fare .L’ articolo è offensivo verso tutte le persone che per una vita dignitosa hanno lasciato il proprio paese.E poi mi chiedo: i figli dei carabinieri vivono in disagio sociale?

    17. Gio

      Il disagio sociale lo vive la gente onesta di cinquefrondi che ormai vive nella paura ed è nelle mani di questa gentaglia. Sarebbe ora che il paese sia più sicuro e tornasse ad essere il paese di tutti. L’identità che cerca il “grosso filosofo o sociologo” del sito, bisogna capire se lui l’ha trovata e di non sforzarsi a cercare quella degli altri. Molti ragazzi vivono in condizioni molto precarie, eppure non fanno rapine e non bastonano i poveri emigrati pensionati che tornano per qualche giorno (vedi rapina a ventriconi). Essere più duri con i delinquenti non significa non capire lo stato di disagio, ma prima pensate alle vittime, ai figli che dopo aver visto il loro padre cadere a terra ed essere derubato mentre è morto non credo che andranno a cercare l’identità ma si domanderanno sempre perchè! A questi balordi “all’arancia meccanica” una vita in carcere farà molto bene….

    18. mky

      L’amministrazione e tutti i nostri signori politici, che si diano da fare invece di litigare tra di loro. Manco da 9 anni da Cinquefrondi, ma sembra si sia tornati indietro di 30 anni. è uno schifo.

    19. Antonio De Mujà

      Già……comprensibile la rabbia….rispettabili i punti di vista….invidiabile la ricerca e l’uso di aggettivi che meglio sanno esprimere lo stato d’animo di chi scrive e che più efficacemente arrivano a toccare, acuendone il dolore, l’ultima ferita appena aperta…..poi bisogna concludere…e ciò non può avvenire senza un colpevole………in questo caso questa fatica c’è stata risparmiata poichè i colpevoli sono assicurati alla giustizia…..certo il prezzo è stato altissimo….la vita di un lavoratore coraggioso che non ha accettato il sopruso di chi voleva sottrargli il meritato guadagno e quella di un giovane delinquente che ha pagato con il massimo della pena l’idea, purtroppo comune a tanti, che con un’arma in mano si diventa invincibili. Con un poco di paura in più e con un pizzico di sfortuna in meno, probabilmente sarebbe stata l’ennesima deprecabile rapina a carico d’ignoti. Rimane il fatto che la vita continua…..e se andiamo avanti così….la sola consolazione che resterà sarà quella di dare la colpa di tutto alla politica…..la quale….nel tempo….ha costruito intorno a se una corazza talmente forte da assorbire ogni offesa….giusta o sbagliata che sia…..ringraziando…tanto sa bene che senza non si può. Forse….la ripresa di militanza attiva da parte di tutti, la rinuncia all’indifferenza, può aiutarci a non cercare colpevoli ma soluzioni….a selezionare meglio la nostra classe politica…a cercare valori verso cui concentrare la nostra attenzione e lottare con convinzione ed entusiasmo per riaffermarli, imparare i principi di fratellanza con cittadini di altri popoli che, nonostante tutto, vedono qui da noi elementi importanti per la loro sopravvivenza, tornare insomma a trovare la voglia di lottare insieme per ciò che riteniamo cosa buona…..io ci sto provando insieme a tanti giovani amici di Cinquefrondi attraverso un’associazione politico culturale che si chiama Rinascita per Cinquefrondi…..qualcuno dirà che non sono capace……rispetterò l’opinione……qualche altro dirà che lo faccio per una strada sbagliata……..rispetterò l’opinione…..qualcun’altro ancora dirà che….tanto non arriverò a niente…..rispetterò l’opinione……altri….se lo ritengono utile….potranno continuare a fare i testimoni passivi….in questa commedia drammatica è prevista una parte anche per loro…….Un abbraccio!!!!

    20. mky

      solo parole in quel paese. i fatti non li abbiamo mai visti……….un abbraccio a tutti.

    21. Salvatore Borelli

      Caro Antonio De Mujà, esiste una politica migliore, come esiste una comunità migliore e ne fanno parte tutti quelli che a titolo minore o maggiore contribuiscono e sono deputati a garantire una bilancia di interventi e azioni che si inseriscono nel contrappeso degli squilibri sociali. Credo che stia iniziando una fase nuova per Cinquefrondi, ma il sud risente ancora dei problemi mai risolti dall’Unità. Molto interessante è la circolarità del tuo pensiero! Prendo l’abbraccio!

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