REGGIO CALABRIA – Presidente Eroi, il femminicidio è una cosa seria. Quando abbiamo avuto modo di leggere le sue dichiarazioni sulla stampa, presidente Eroi, la prima cosa che abbiamo pensato è stata quanto fosse opportuno e soprattutto utile risponderle. Siamo solite utilizzare questo mezzo solo in relazione alle azioni che promuoviamo sul territorio o per esprimerci su temi a noi cari. Non ci soffermeremo quindi sulle parole che ci ha riservato, che, francamente, lasciano il tempo che trovano. Due i punti, invece, che ci hanno molto preoccupato: le sue affermazioni in merito al tema del femminicidio ed alle azioni di intervento con cui deve essere affrontato, e la modalità utilizzata per presentare la mozione sul tema in Consiglio provinciale. Partiamo quindi dalle sue dichiarazioni: “Il femminicidio non è che un reato come un altro, uccidere una donna è come uccidere un uomo, un bambino, un gay”.
Ed ancora: “Occorre tutelare le donne quando sono vittime levando le scorte a pseudo magistrati e pseudo politici per darle alle donne vittime di stalking”. Si commenterebbero da sole, ma, visto che il nostro è anche un “compito” informativo, puntualizzeremo. Il femminicidio non è un reato comune e non può essere parificato agli altri, tanto che si è coniato un termine specifico che lo identifichi. Non nasce per caso, né perché mediaticamente d’impatto. Il termine “femicide” (in italiano “femmicidio” o “femicidio”) nacque per indicare gli omicidi della donna “in quanto donna”, ovvero gli omicidi basati sul genere. In tutte le società patriarcali è stato sempre usato, e continua ad esserlo purtroppo una forma di punizione e controllo sociale sulle donne. Il fenomeno della violenza sulle donne è complesso e va affrontato su vari livelli, di certo non sono le scorte da togliere ad altri, e in questo ci perdoni c’è un riferimento che noi riteniamo strumentale, a tutelare la vita delle donne. Il problema è culturale e sociale, prima di tutto, l’approccio legalitario ha un limite in se’. Se avesse partecipato alle nostre iniziative sul tema o avesse semplicemente letto la mozione presentata si sarebbe risparmiato questa poco puntuale “uscita pubblica”. Se volesse comunque approfondire saremmo liete di inviarle anche il documento sul Dl in merito al femminicidio elaborato e presentato a livello nazionale dai comitati Snoq in Commissione Giustizia, le sarebbe utile. Qui si parla di donne ammazzate, presidente Eroi, il femminicidio è una cosa seria.
Adesso il secondo punto, la modalità da lei utilizzata per la “forzata” (?) presentazione della mozione in Consiglio provinciale. Abbiamo ricevuto la nota ufficiale dalla dottoressa Polimeno circa i gravi problemi personali che le impedivano di essere in aula e il conseguente (?) rinvio della presentazione della mozione sul femminicidio al successivo Consiglio provinciale utile, ciò ha determinato naturalmente la nostra assenza in aula. La stessa comunicazione, quindi, da lei ricevuta in qualità di presidente. Perchè dunque presentarla? Pensiamo che in questo comportamento ci sia stata una totale mancanza di rispetto nei confronti della dottoressa Polimeno, in quanto promotrice e relatrice della stessa, ma soprattutto in quanto donna. Combattiamo da sempre affinchè i tempi e le esigenze delle donne vengano rispettate. In una società “al maschile” come la nostra le politiche di conciliazione vengono totalmente disattese e questo comportamento ne è in parte la prova. Facili le parole contro la violenza ma nella prassi… il cambiamento deve partire dai comportamenti quotidiani di ciascuno, nel proprio ambito familiare, sociale e lavorativo, troppo spesso ne paghiamo come donne le conseguenze. Pur accogliendo quindi con favore l’approvazione della mozione riteniamo che la modalità da lei adottata presidente sia in netta contraddizione con essa. Non dovremmo essere noi a ricordarle che la forma spesso è sostanza. Due gli interrogativi: perchè non avendo nemmeno idea di cosa sia un femminicidio e di come vada affrontato si è “premurato” di presentare una mozione in merito, peraltro non elaborata, promossa e curata da lei?
Perchè ci ha tenuto a stigmatizzare l’assenza di un movimento come Snoq, peraltro non tenuto a dar conto delle proprie azioni, e non lo ha fatto per quella, non motivata, dei suoi consiglieri che nella seduta precedente hanno disertato proprio la votazione della stessa mozione? Cui prodest? Ipotizziamo: forse a chi è in cerca di pubblicità e facile consenso e lo fa utilizzando il “brand” femminicidio, come purtroppo la maggior parte degli uomini politici in questo momento? Questo non possiamo saperlo ma il dubbio sorge spontaneo. Concludendo, in virtù di questa analisi rimandiamo al mittente le “cortesi” parole che lei ha voluto riservarci sulla stampa:“Mi aspettavo di vedere l’associazione Snoq, se c’è batta un colpo, altrimenti è solo pubblicità gratuita”. I nostri “colpi” presidente Eroi li abbiamo battuti e continueremo a farlo, il nostro lavoro infatti proseguirà sul territorio come sempre e nella libertà e gratuità che ci contraddistingue. Un’ultima cosa, l’articolo in cui lei ci ha “gentilmente” citato, non ha avuto nostra tempestiva risposta perchè eravamo impegnate in Tribunale a Palmi, accanto ad Anna Maria Scarfò, nel processo per stalking. Come vede abbiamo altro da fare che farci pubblicità… ma questa è un’altra storia, e come donne speriamo di riscriverla.