• Economia. Por 2014-2020, l’Ue bacchetta la Regione. L’ipotesi Zes per il Porto di Gioia Tauro si allontana
    22/04/2015 | Roberto De Santo | www.corrieredellacalabria.it

    LAMEZIA TERME – Si parte in ritardo e con il piede sbagliato. Sembra questa in sintesi la valutazione che la Commissione europea ha fatto del Programma operativo regionale (Por) 2014-2020 cofinanziato con il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) con il Fondo sociale europeo (Fse). A programmazione di fatto iniziata, la Calabria ha presentato solo lo scorso 18 dicembre il suo Por. Un ritardo che non potrebbe essere attribuito a una puntigliosa redazione del programma. Almeno a giudicare dalla valutazione che, appunto, i tecnici di Bruxelles hanno espresso sui documenti inviati dalla Regione: ben 238 sono state infatti le osservazioni della Commissione Ue. E alcune decisamente pesanti che dimostrerebbero, stando a quanto notificato all’ambasciatore italiano (autorità preposta a ritrasmettere le decisioni dell’Ue), un alto livello di approssimazione nella stesura del Por.

     

    MANCANZA DELL’ANALISI DEL CONTESTO E DEI GIUSTIFICATIVI DI FINANZIAMENTO

    Con la decisione dello scorso 7 aprile – notificata il giorno successivo al nostro Paese – la Commissione rimprovera alla Calabria innanzitutto la coerenza del Por con quanto stabilito con l’accordo di partenariato. Ma non solo. Di rilievo l’assenza di una vera e propria analisi delle condizioni socio-economiche (cosiddetta analisi swot) della Calabria. Conditio sine qua non per procedere a qualsiasi programmazione d’intervento. «Il documento – scrivono da Bruxelles a proposito del Por parte Fesr – non fornisce elementi sufficienti a spiegare come le diverse aree d’intervento e le misure selezionate contribuiranno agli obiettivi». E senza quell’analisi swot, ribadiscono i tecnici della Commissione europea, non è possibile «realizzare la necessaria concentrazione sugli obiettivi tematici e sulle priorità di investimento funzionale ad un utilizzo ottimale della dotazione finanziaria a disposizione». Ma c’è dell’altro. La Commissione osserva anche che in alcuni casi «non c’è nessun riferimento quantitativo alla situazione della Calabria rispetto alle altre regioni e agli altri Paesi. Questi riferimenti – bacchettano – vanno indicati». Non va meglio anche la programmazione finanziata con le risorse del Fse. «Il PO richiede un ulteriore impegno redazionale per rafforzare la concentrazione tematica e razionalizzare la strategia globale. La logica d’intervento è in molti casi poco chiara o debole». Come dire: nessun impegno serio alla stesura del Por. E il tenore della reprimenda che la Commissione lancia attraverso l’ambasciatore alle autorità calabresi non cambia in nessuna parte delle 42 pagine inviate all’Italia. A decine si contano le imprecisioni, le lacune, le assenze di strategia e finanche di qualità degli interventi proposti. Addirittura i tecnici europei rimproverano anche la scarsezza di elementi per giustificare la dotazione finanziaria degli interventi. All’osservazione numero 22, la Commissione europea, scrive: «La giustificazione delle dotazioni finanziarie sembra consistere soprattutto in un commento delle risorse attribuite ad ogni obiettivo tematico piuttosto che fornire argomenti rispetto alle scelte di policy operate».

     

    CONTROLLI

    La Commissione lamenta lacune anche in un ambito delicatissimo, già costato molto alla Calabria in termini di perdita di tempo e di risorse della passata programmazione: i controlli. L’appunto su questo tema è ben preciso da parte di Bruxelles. «Considerato che in certi casi – si legge nella nota della Commissione – l’autorità di gestione può essere beneficiaria degli interventi, il programma operativo deve fornire informazioni precise sull’indipendenza funzionale e la separazione di funzioni tra gestione/attuazione del programma e le Autorità di controllo e di Audit». Un rilievo che suona come un monito per la nostra regione e che è costato un blocco dei pagamenti per centinaia di milioni che ancora la Calabria sconta.

     

    GESTIONE DEI RIFIUTI NON IN LINEA E AMBIENTE DIMENTICATO

    Ma le bacchettate dall’Europa arrivano in maniera sonora anche sul fronte ambientale. Tra le osservazioni di rilievo, infatti, spicca quella sul piano dei rifiuti visto che «l’aggiornamento del piano di gestione dei rifiuti – scrivono – non è conforme alla direttiva 2008/98/CE». Un chiaro riferimento al mancato rispetto dell’aurea regola comunitaria che impone la prevenzione, la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero e per ultimo lo smaltimento di quanto raccolto in Calabria. E sempre in tema di ambiente i tecnici di Bruxelles rimproverano che il Por non tiene in debita considerazione «le potenzialità dei lavori verdi».

     

    LA MANI IN AVANTI SUL PORTO DI GIOIA

    C’è un altro richiamo che suona come un monito per gli amministratori regionali: la gestione del Porto di Gioia Tauro. Le autorità europee su questo terreno sentenziano laconicamente: «La Regione ipotizza la possibilità di definire una zona franca per il porto di Gioia Tauro. Qualsiasi regime di agevolazione dovrà essere coerente con le regole sugli aiuti di Stato e i relativi obblighi di notifica». Se non suona come una bocciatura preventiva a qualsiasi ipotesi di prevedere in quest’area l’istituzione di una Zona economica speciale – strumento ancor più rigido della Zona franca –, poco ci manca. Un modo per chiarire ancora una volta cosa intenda l’Europa per libera concorrenza tra porti.


     
  • 1 commento

    1. sandro spanò

      mi fate il piacere di dire a tutti i politici di qualsiasi colore siamo di andare a farla i quel posto ma e possibile che in questa merda di calabria non abbiamo uomini con gli attributi che figura di merda che facciamo verso gli altri paesi europee E NON MI DITE PERCHÉ SONO SEMPRE PIÙ INCAZZATO VERSO TUTTI

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