• Ad ovest Mafalda e la domus romana, a nord-est il convento di San Filippo, a sud-est i resti della cappella di Sant’Elia ed il monastero di clausura. Cinquefrondi circondato da siti di interesse archeologico
    04/12/2011 | Francesco Bonini | Edicola di Pinuccio

    CINQUEFRONDI – E’ appena terminata la campagna di scavi in contrada Mafalda che L’Edicola di Pinuccio ha seguito con particolare interesse. Si sta lavorando su una serie di filmati da inserire in una  pagina specifica che possa servire come fonte di informazioni a scopo didattico. E’ doveroso però ricordare che l”interesse verso questo tipo di insediamenti e più in generale verso la storia locale non si è di certo sviluppata improvvisamente. I primi studi di volontari del posto risalgono infatti al 1994 e si sono concentrati proprio nella zona oggi interessata agli approfondimenti, risultati molto fruttuosi, da parte degli archeologi. Parallelamente e gradualmente nel tempo altri siti di interesse quali quello del monastero/convento di San Filippo o la cappella di Sant’Elia Iuniore (Sant’Anna) ed il poco distante monastero di suore di clausura, hanno attirato l’attenzione degli studiosi locali. A San Filippo, in particolare, è stato anche organizzato un seminario  in presenza di storici, appassionati e religiosi bizantini. All’interno del chiostro sono stati recitati i Vespri Bizantini a circa otto secoli di distanza dall’abbandono dei posti da parte dei monaci. La mancanza di risorse sufficienti ha fatto via via scemare l’interesse verso questi siti  facendo spegnere i fiochi riflettori che su di loro si erano accesi. Oggi, a distanza di diversi anni, la riscoperta dei luoghi e dell’interesse verso la ricostruzione storica delle origini di Cinquefrondi. Sparse sul territorio vi sono infatti testimonianze relative alle varie epoche storiche. Anticipiamo ai nostri lettori il contenuto di due nostri filmati: uno che documenta il sito del convento di San Filippo con la speciale partecipazione come guida dei posti del custode ottantacinquenne Francesco Ioppolo;  l’altro che documenta la storia e lo stato dei luoghi  della Cappella di Sant’Elia, nella omonima contrada posta a sud-est di Cinquefrondi, e del quasi annesso Monastero di suore di clausura. Nelle scorse settimane occhi puntati  su Mafalda e solo in piccola parte su San Filippo. Non vi è stato tempo sufficiente per un sopralluogo nei posti che oggi abbiamo visitato per voi insieme all’amico  Michele Albanese. E’ proprio la necessità impellente di intervento che ci porta ad anticipare il lavoro in corso da parte dello staff dell’Edicola di Pinuccio con alcune foto, che di seguito pubblichiamo.  A circa cinque minuti di automobile, quindici minuti a piedi dall’abitato, vi è la Contrada Sant’Elia, una stradina di campagna senza sbocco che percorriamo parzialmente a piedi. In fondo due cancelli di ferro ci dicono che la strada termina e che inizia la proprietà privata. Con il consenso dei proprietari entriamo prima nella proprietà Sorbara posta a sinistra (Cappella) e successivamente nella proprietà Donato posta a destra (Monastero). La cappella è un esempio unico con abside ancora in piedi ma che rischia di crollare a causa del disinteresse collettivo. Quasi tutta la struttura è avvolta da fitta vegetazione. L’abside subisce la pressione delle macerie da crollo e di materiale frutto di lavorazioni agricole posizionate nei dintorni. La struttura originaria era chiaramente a tre absidi e la teoria è confermata dalla presenza di due residui di muri che in maniera evidente partono in maniera circolare e sono legati dai lati a quella centrale. Terrremoti od altri eventi hanno fatto crollare le due absidi laterali e la struttura è stata ricostruita con pianta regolare rettangolare  di circa 20 metri rilevata dagli appassionati in una apposita campagna di scavi. Ci spostiamo nella proprietà Donato, un centinaio di metri più a sud-est, altra struttura dello stesso periodo, un meraviglioso esempio di monastero di clausura oggi quasi inaccessibile per la fittissima vegetazione e destinata a rifugio per attrezzi peraltro in disuso. La tesi secondo la quale la struttura, originariamente su due livelli,  sarebbe stata un monastero di clausura deriva dall’analisi dei lucernai posti ad ogni angolo, finestre verticali a strombatura interna ed esterna tali da far passare solo la luce. Si presume che all’interno della struttura vi fosse un altare posizionato al centro e rivolto verso nord, ciò sarebbe confermato dal disegno esterno di un rosone successivamente chiuso. La visita in contrada Sant’Elia ci spinge a riprendere argomenti già aperti e chiusi, ma questa volta si vuole approfittare delle straordinarie potenzialità della rete per diffondere un nuovo messaggio a tutti.  Ricostruire la nostra storia, portare nelle case degli stessi cinquefrondesi e degli appassionati ciò che nemmeno loro hanno mai visto, fornire materiale utile alle scuole per spunti di approfondimento, questa la missione che ci siamo imposti. Gli scavi appena terminati non possono e non devono rimanere lettera morta, le Istituzioni interessate lavorino da subito per la conservazione e la valorizzazione delle risorse a disposizione e, soprattutto, intervengano tempestivamente prima che le testimonianze ancora in piedi crollino eliminando nel contempo la nostra storia ed ogni opportunità di sviluppo.

    Con l’ausilio degli strumenti disponibili in rete riportiamo una mappa (da google maps) con l’indicazione dei tre punti di interesse archeologico nel territorio di Cinquefrondi. A seguire le foto scattate sui luoghi visitati.


    cappella di Sant'Elia - abside vista da est

    cappella di sant'elia - abside vista da sud

    cappella - abside, particolare da esterno


    particolare interno dell'abside

    particolare interno abside

    cappella di sant'elia - vista da ovest

     

    monastero visto da est e particolare di una finestra verticale a strombatura interna ed esterna

    monastero - il rosone murato

    monastero - vista da ovest

    monastero - finestra verticale lato ovest


     


     
  • 1 commento

    1. marco brunetti

      Non dimenticate la fontana vecchia che, per tecnica costruttiva e localizzazione ricorda i pozzi orizzontali presenti nell’area conventuale di San Filippo. Infatti, dietro il triste muro in c.a. si nasconde una struttura di convogliamento delle acque superficiali molto interessante.

    Commenti disabilitati.