ROMA – Iniziativa molto importante, per mostrare che la società civile non tollera gli attacchi al lavoro e li combatte. Mi riferisco alla manifestazione di domani organizzata da Libera e Osservatorio sulla ndrangheta davanti alla Global Repair, l’azienda di Antonino De Masi, già vittima di usura bancaria, avvisato con 44 colpi di kalashnikov lo scorso 13 aprile. Lì, a Gioia Tauro, ci sarà una catena umana attorno all’edificio interessato dalla raffica di proiettili. Sull’azione ai danni dell’imprenditore ho già presentato un’interrogazione parlamentare. Oggi, ringraziando gli organizzatori invito tutte le coscienze a partecipare, perché è fondamentale restare vicini a Nino De Masi, che ha investito in Calabria garantendo lavoro a duecento persone.
Non possiamo permetterci di lasciare da soli gli imprenditori onesti, che hanno già scelto da che parte stare e che con il loro coraggio e la loro resistenza testimoniano un esempio di vita, di impresa e di rapporti economici. Ci troviamo però a un bivio, perché la pazienza, la sopportazione e la fiducia nel sistema possono finire, se non c’è un’azione forte dello Stato, che in questo caso, come ho chiesto più volte, non solo con atti parlamentari, non può limitarsi a una protezione personale, ma deve includere misure più ampie che consentano a De Masi e ai suoi dipendenti di lavorare con ogni sicurezza. In questo senso, per De Masi le istituzioni della giustizia devono farsi carico, e al più presto, di dar corso alle conseguenze del riconoscimento, avvenuto in Cassazione, di usura bancaria. Il parlamento, invece, deve istituire una commissione apposita che indaghi sull’operato delle banche, così come proposto dallo stesso De Masi.