• “Un uomo solo al comando”. Ma il carrozzone berlusconiano ormai è sul viale del tramonto
    06/11/2011 | Giuseppe Campisi | Edicola di Pinuccio

    CINQUEFRONDI – L’empasse politica che ha malridotto la Grecia, lasciandola praticamente quasi sul lastrico ha fatto sì che almeno le coscienze italo-europee abbiano iniziato sempre più ferventemente ad interrogarsi, dando finalmente uno sguardo al mondo dei politici politicanti in maniera diversa e più rigorosa. Tutto questo malessere, spesso e volentieri vagante in rete si sparge a macchia d’olio, e chiunque almeno lì democraticamente, è libero e titolato di dire la sua senza il pericolo d’esser (ma non si sa bene per quanto ancora) imbavagliato. Ed è con uno sguardo alla rete che ci si rende conto di come questa maggioranza di governo stia diventando sempre più ex, partendo, ma non solo, dalle sonore e severe critiche dei giovani, vera contropartita umana di queste infauste scelte, i quali, sfiduciati e senza prospettive, sono stati e sono tutt’ora i più sedotti e abbandonati da un governo pasticciato e inconcludente come quello attuale, che persino il Financial Times implora oggi con un denso editoriale di dimettersi per amor del Cielo e dell’Italia. Al G20 di Cannes, per la verità, abbiamo portato in dote una scarna promessa (in aggiunta alle altre..) di fare le riforme che ci sono state dettate, e per giunta ci siamo fatti commissariare da BCE, FMI ed UE per meglio tener fede a tali impegni. Un ulteriore gravame che Berlusconi ha ben collocato sulle spalle del prossimo esecutivo, visto che le ultime defezioni lo danno al di sotto della soglia della governabilità e, visto che comunque egli era ben conscio del fatto che la sua maggioranza, già traballante, aveva in seno dei malpancisti che fin troppe volte si sono dovuti turare il naso per votare fiducie e provvedimenti ad personam davvero ingiustificabili, ma che finalmente con uno scatto (tardivo) d’orgoglio hanno inteso mettere il re di fronte allo specchio per capacitarlo delle sua nudità. Tranne che appaiano sulla scena ulteriori (ma sempre possibili) coupe de theatre (leggasi Verdini) con in mano un blocchetto d’assegni od un ulteriore migliore sistemazione per i martiri, il viale del tramonto per il carrozzone berlusconiano pare segnato. Ne sanno qualcosa i facenti parte il cerchio magico del Cavaliere che, in queste ore, stanno febbrilmente correndo ai ripari per tentare il tutto per tutto e calamitare qualche altro distratto peone (forse Radicale) con invitanti ammiccamenti per ripristinare il numero della soglia di sicurezza alla Camera. Ciò nonostante, egli intende pervicacemente immolarsi e fino in fondo, giammai abdicando per il bene di tutti. Facendo proprio, nel senso più tracotante, il motto borrelliano “Resistere, Resistere, Resistere!” non vuol cogliere e ne mai lo farà la gravità del momento che attanaglia il paese e non intende recepire i forti segnali necessari di discontinuità che occorrono ai burrascosi mercati, già da lui stesso definiti modaioli, per rasserenarli e ricondurli ad un clima di fiducia, cosa ottenibile quasi esclusivamente attraverso le proprie dimissioni e la creazione di nuove condizioni di governabilità del Paese. Financo il premier greco Papandreu, ad un soffio dal default, se n’è reso edotto, proponendo alla sua opposizione un governo d’unità nazionale per risollevare, come possibile, le sorti del suo paese, quasi a tentare un’ultima disperata via. Non Berlusconi, il quale dichiara con una nota di Palazzo Chigi, fiero e sprezzante che non si dimetterà mai, ma che anzi si sente determinato a portare avanti la propria battaglia di civiltà. Peccato che la sua battaglia, peraltro non richiesta e condotta nostra insaputa, e quella nell’interesse degli italiani, pare non coincidano affatto.

     

     

     


     
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