• Trenitalia secondo Moretti: come fare l’Italia a due velocità
    28/12/2011 | Giuseppe Campisi | Edicola di Pinuccio
    L’ANNO DEL 150° celebrativo dell’Unità d’Italia verrà ricordato nel tempo a venire per molti episodi e storie che sono scivolate nel frastuono dei mass media e nei rotocalchi giornalistico-televisivi  indorati al pubblico nelle forme e nei modi più bizzarri. Ma ciò che con spinoso fastidio si trascina fluttuante di polemiche e contese da oramai più d’un quinquennio è certamente la controversa gestione di Tranitalia, già Ferrovie dello Stato, da parte dell’amministratore delegato ing. Mauro Moretti. Ebbene, ciò che alla Lega gonfiavesciche invano non riesce pur con tanto inutile sforzo e maldestri tentativi, appare possibile di fatto ad un signore, o meglio signorotto, novello don Rodrigo del XXI secolo che spacca, divide, scinde, annette e disgiunge a suo completo piacimento il popolo peregrino viaggiatore, e quel che ancor più duole, le vite, il lavoro e la dignità delle persone che vivono in laboriosa onestà cercando di guadagnarsi il pane quotidiano attraverso l’impiego al servizio delle Ferrovie, adempiendo alla cura dei viaggiatori con la fornitura dei servizi notte nelle carrozze cuccette. Una indegna prova di forza ed insieme di mala gestione perpetrata sulla pelle di circa 800 lavoratori. Già 800, come 800 mila circa sono gli euro che questo populista in carriera percepisce all’anno come stipendio, e non a quanto pare per risolvere i problemi di Trenitalia e migliorare la qualità della vita a bordo dei treni che governa per cittadini e lavoratori, ma con il piglio del manager ultra-mega-galattco che illumina e decide, a cose fatte che capo non hanno, crea seri danni ed enormi disagi. E dire che pur provenendo di nascita da famiglia comunista nella rossa Emilia, poco o niente gli insegnamenti appresi in anni di iscrizione al più rosso dei sindacati italiani gli hanno lasciato in temi di governace compartecipata, tutele dei diritti e bene comune. Quale è e dov’ è il bene comune se si sopprimono i treni notte per i viaggiatori a lunga percorrenza  che danno servizio di viaggio, posti a sedere o cuccette ai passeggeri e lavoro a 800 famiglie, che risultano quasi sempre gravidi di prenotazioni? Dov’è la miglioria nel far viaggiare gli stessi passeggeri a due velocità, se compiere la tratta dal sud verso Roma e viceversa è un’impresa omerica e la tratta Roma verso il nord e viceversa  viene ricolmata di attenzioni, treni freschi, veloci e puliti, e servizi puntuali ? Cui prodest? Quali sono i veri obiettivi di risanamento che Trenitalia s’è imposta? Qual è il piano industriale di un’azienda che benché si dichiari in attivo, ancora nel 2011 percepisce circa 1180 mln di € di sovvenzioni di Stato per il contratto di servizio, oltre circa ulteriori 500 dalle regioni per l’asservimento alla mobilità ed al trasporto pubblico locale ? Quale reale fine fanno queste sovvenzioni? Sono impiegate per migliorare la rete, potenziare i mezzi ed economizzare il servizio, o per la ripartizione in fringe benefits e stock options? Qual è il vero core businnes di Trenitalia, i passeggeri, le merci o le tratte a lunga percorrenza Italia verso estero? Perché le linee ferroviarie ioniche ed adriatiche di questo paese sono pressoché abbandonata a se stesse? E perché l’alta velocità si deve fermare a Napoli ? E poi, risulta vero che l’a.d. Moretti stà ostacolando la concorrenza di competitors privati agendo indisturbato in regime di monopolio? Quale è e quanto vale davvero il mercato del trasporto ferrato in Italia? Con quale criterio vengono gestiti gli appalti delle forniture esternalizzate dei servizi per Trenitalia? Infine con quale criterio si decide di impedire di fatto la mobilità ad intere popolazioni del sud (vedi Calabria, con continui tagli e soppressioni)? Sono domande a cui non si riesce a dare esatta definizione, e tentare di entrare nella ragnatela delle ipotetiche risposte è impresa titanica per indottrinati affabulatori. La verità è che i passati (o trapassati) ministri Padoa-Schioppa e Temonti prima e Passera ora, non hanno fatto né fanno un gran servizio all’Italia ed agli italiani mantenendo Moretti nel posto di cui tutt’ora gode senza segno di emozione o turbamento. Soprattutto alla luce dei risultati ch’egli ha conseguito. L’offerta di un servizio, peraltro costituzionalmente garantito, scadente con tratti di repellenza a costi incomprensibili e talora ingiustificati. Che di pregevole hanno solo il sapore dello scherno. 


     
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