• Riflessioni a margine della manifestazione di Roma. “Qual’è lo scopo di tanta violenza?”
    20/10/2011 | Giuseppe Campisi | Edicola di Pinuccio

    er pelliccia

    CINQUEFRONDI – E’ francamente incomprensibile la ratio con la quale questi cosidetti black block si possano sistematicamente arrogare il diritto di sciupare nella degenerazione le pacifiche manifestazioni di dissenso per attuare i loro meschini piani di distruzione ai danni della gente pacifica che ha unicamente interesse ad esprimere ed esternare le proprie idee per sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità politiche su temi sociali più che condivisibili. Scopriamo nostro malgrado di volta in volta che ogni inizio di pacifico corteo finisce con l’essere terreno fertile per le infiltrazioni indesiderate di questa marmaglia che devasta e provoca violenza ingiustificata ancorché giustificabile. Inutile dire che non sono queste le forme di manifestazione del libero pensiero che fanno presa sulle persone, che possono esser degne di accettazione e che possano suscitare il cambiamento che le manifestazioni pacifiche stesse si prefiggono. Costoro, colgono l’ attimo per entrare in azione rapacemente, per provocare caos e disordine, feriti e tumulti in barba ad ogni e qualsivoglia regola democratica per le pubbliche assemblee e con lo scopo di tubare il tranquillo svolgersi dei cortei che devono avere il sacrosanto diritto di palesare nelle forme più pacifiche ma decise possibili le critiche ad una legge o ad una situazione che si ritiene iniqua. Non è accettabile che un manipolo di personaggi più o meno noti possa molestare chi si riunisce in pubblica assemblea per trovare l’alibi e sfogare una inconsulta rabbiosa ferocia, covata da chissà quanto tempo ed in altro modo evidentemente inesprimibile, per rendersi merito d’ un misero minuto di deprimente notorietà nei tg nazionali o sulle pagine delle testate giornalistiche più celebri. Nel corso della manifestazione sfilano giovani, precari, famiglie con disagi e figli piccoli, anziani, pensionati, gente comune a cui in questo ignobile modo viene sottratto il diritto solenne costituzionalmente garantito (art. 21 della Costituzione) della libertà di manifestare, che viene così calpestato ed avvilito ad uso di abietti barbari, che in spregio alla maggioranza di pacifici, decidono autoritariamente. Per costoro che scientificamente pongono in essere disordini e violenze, nessuna giustificazione, nessuna attenuante, nessun discarico. Solo disprezzo, sdegno, biasimo e l’umana speranza che possano esser assicurati alla giustizia con immantinente celerità, affinché una adeguata pena comminata con appropriata ponderazione conceda loro unicamente la possibilità di espiare per redimersi.

     

     


     
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