Un politico come Renzi che parla, in quel modo, di rottamazione dei vecchi politici e di cambiamento del vecchio modo di far politica, non mi convince affatto. Intanto l’espressione del viso che tanto mi ricorda quella comune dei venditori imbonitori (ma su questo, potrei anche sbagliarmi, trattandosi di un’impressione fortemente soggettiva) e poi tutto l’edificio costruito su di lui, i vari sondaggi sulla sua notorietà, la tre giorni del bing bang alla Leopolda, mi sanno molto di operazione da marketing. parlare per obiettivi, per costi e benefici, per piani di azione, per baby steps per arrivare ai grandi fini, per critiche cirsostanziate e per analisi in contesto, per capire cio’ che vuole “il pubblico” e come si puo’ realizzare senza estinguere le risorse, mi pare molto fitting alla In realtà, la parola chiave di quest’epoca è proprio marketing, che non sarebbe poi una parola malvagia se si privilegiasse una managerialità non subdola e manipolatrice, ma finalizzata al raggiungimento di obiettivi, quantomeno non lesivi degli interessi e delle esigenze dei più, soprattutto dei più deboli. Ma sappiamo bene che non è così, c’è sempre l’inganno dietro. Ed anche in questo caso, non è così. Ma, torniamo a Renzi, è vero che il PD ha bisogno di novità e di svecchiamento, ma non penso sia questo il momento giusto per ulteriori divisioni, che altro non farebbero che gli interessi degli avversari. E poi, non è una questione di età (giovani vs vecchi e viceversa) ma più semplicemente di idee giuste e concretamente realizzabili e, soprattutto, di etica. Idee-proposte di Renzi: ben 100, ma l’impressione complessiva è che il sindaco di Firenze abbia fatto una buona sintesi inserendo nel suo programma un po’ di tutto: proposte grilline, dell’UdC, della Lega, del PdL, del Pd e della Sinistra. In realtà non vi è nessuna innovazione, ma solo tanti punti che anche il solo buon senso potrebbe suggerire, senza ricorrere a tutti questi profeti dell’ultima ora. Io sarei tanto curiosa di chiedere a Renzi, che ha dimostrato di saper scivolare bene sulle domande alle quali non gli conviene rispondere, come quella rivoltagli da Lilli Gruber su Bini Smaghi, nella trasmissione “Otto e mezzo”. Probabilmente scivolerebbe anche sulle mie domande che riguarderebbero: diritti dei lavoratori (come la metterebbe con Marchionne?), precariato, banche, poteri forti, conflitto di interessi, laicità dello stato, fine vita, intercettazioni, libertà di stampa ecc., tutte domande calde, forti, che presuppongono, per una risposta credibile, una chiara e precisa identità, quella che Renzi non ha in quanto ibrido nei contenuti e nelle idee. Ed infine, sarebbe lui il giovane, che si propone con un modo nuovo e puro di fare politica? Anagraficamente sì, è molto giovane, ma televisivamente ha dato più l’idea di un vecchio e navigato politico in tutto e per tutto uguale ai tanti suoi colleghi più vecchi anagraficamente.