• La soddisfazione delle docenti per l’entusiasmo degli studenti in visita ai siti archeologici di Cinquefrondi “Hanno chiesto se possono scavare insieme agli archeologi”
    25/11/2011 | Rosanna Giovinazzo | Edicola di Pinuccio

    CINQUEFRONDI - Bellissima mattinata trascorsa con la mia amica e collega Franca Ieranò  e gli studenti  di alcune classi del Liceo delle Scienze sociali di Polistena e del locale Liceo  Musicale. Tutti allegri, gioiosi, raggianti, a tratti emozionati , nonostante le difficoltà  per il terreno bagnato, le pozzanghere e il fango. Ci siamo sporcati un po’, sì, ma non importa, perché la visita al sito archeologico della villa romana di Contrada Mafadda  (preferisco Mafadda a Mafalda,  denominazione quest’ultima che è un’evidente italianizzazione forzata…) e al Monastero di San Filippo, qui a Cinquefrondi, è stata entusiasmante. Prima tappa: la villa romana. L’archeologo dott. Francesco Cuteri e tutti gli studenti  che stanno lavorando  nel sito ci hanno accolto con grande cordialità, molto chiaramente consapevoli di  quanto sia importante per i giovani accostarsi alla storia in maniera così diretta. Il dott. Cuteri ha spiegato, nei minimi dettagli, le fasi del lavoro di scavo e la struttura della villa ed ha risposto a tutte le numerose domande che i ragazzi via via gli ponevano. L’entusiasmo è stato così intenso che molti di loro hanno chiesto al dott. Cuteri se potevano partecipare ai lavori di scavo, ovviamente la risposta è stata sì, purchè a gruppi di non più di cinque per volta, e già da lunedì prossimo daranno anch’essi il loro piccolo ma significativo contributo. Per me è stata una soddisfazione enorme: il fatto che i miei ragazzi abbiano avuto una così felice sortita, senza che nessuno gliel’abbia suggerita, significa che hanno compreso quanto gli è stato loro insegnato: l’amore per la propria storia, per le loro radici culturali, per il grande patrimonio archeologico e storico- artistico che contraddistingue il nostro territorio, ma che è troppo spesso trascurato, offeso, vilipeso… E vogliono così dimostrare la loro vicinanza ad un mondo che può sembrare lontano, ma che fa parte della loro, della nostra storia, e che è lì, sotto i loro piedi, palpitante  e ansioso di essere interamente tirato fuori. Seconda tappa: San Filippo, il monastero, che appare adesso in tutta la sua maestosità, dopo l’azione di pulitura dalle erbacce che lo avevano quasi seppellito. Anche qui, tanto…fango, ma anche tanto entusiasmo, tante domande ed azzardo di ipotesi…forse questo era un passaggio segreto…forse qui c’era il chiostro…e qui le celle… E poi tanto rispetto. Per ogni pietra che racchiude e custodisce una storia millenaria. Io credo che esperienze simili a quella di oggi siano il miglior modo per avvicinare i ragazzi alla conoscenza della storia e della cultura del proprio territorio. E forse, mai come oggi, in un periodo di così profonda crisi identitaria e di valori, la riscoperta e la valorizzazione della propria storia sono di fondamentale importanza, proprio perché esse devono essere intese come il punto di partenza dal quale intraprendere un cammino di speranza e di rinnovamento, per la nostra terra in genere, e per la nostra comunità in particolare, colpita sempre più da atti di imbarbarimento molto preoccupanti. Perciò, prima della conclusione di questa campagna di scavi, sarebbe veramente auspicabile che altre scuole visitassero questi luoghi: la valenza didattica e formativa è molto elevata per potersi “permettere il lusso”di perdere quest’occasione!


     
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