• La legge non è uguale per tutti. Riflessioni a margine della vicenda Cosentino
    13/01/2012 | Rosanna Giovinazzo | Edicola di Pinuccio

    IL MIO SUSSIDIARIO nella scuola elementare, così interessante, così curato nei minimi particolari, così bello nelle immagini riportate! Immagini che sviluppavano la fantasia, che proiettavano la mente in mondi fino ad allora sconosciuti. Molte di quelle immagini sono ancora impresse nella mia mente e si ripresentano ogniqualvolta qualcosa me le fa ricordare. Ieri, una di quelle immagini, nitide, come se avessi il mio amato sussidiario in mano: un’aula di tribunale con alti scranni in legno scuro, dove, maestosa, in caratteri color oro, appariva la frase “La legge è uguale per tutti”. E da lì è stato un susseguirsi di ingenui convincimenti che, in fondo, era così, la legge era veramente uguale per tutti. Era bello crederlo e poi… c’era scritto nel sussidiario! Tragico inganno. E’ ovvio che della non veridicità della frase sullo scranno di legno scuro, mi sono resa conto tanto tempo fa, altrimenti dubitereste del mio normale quoziente intellettivo, ma la meraviglia e lo sconcerto sono sempre grandi quando accadono fatti come quello di ieri. Un onorevole (sic!), accusato di reati gravissimi, che ha un trattamento diverso rispetto ad un qualunque cittadino; patti, accordi – Saviano li definisce scellerati – tutti finalizzati alla conservazione del potere, spesso del potere politico-mafioso, che ha causato e causa tanti, tanti danni alla società civile. Quale credibilità istituzionale può avere ancora questo Parlamento? Chi, che cosa rappresenta? E poi, quell’applauso! Ulteriore conferma che la legge NON è uguale per tutti!


     
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