• I tagli di Monti a cui nessuno può veramente dire di no. Ma per equità e protezione dei ceti più deboli, ci sarà ancora da attendere
    08/12/2011 | Rosanna Giovinazzo | Edicola di Pinuccio

    PRATICAMENTE SIAMO sotto ricatto: o così o la bancarotta. Ma nemmeno un mese fa i conti erano a posto per il governo Berlusconi, i ristoranti erano pieni, i posti sugli aerei introvabili… Loro, quelli del Popolo della Libertà e i leghisti loro amici (oggi molto meno amici…o fanno finta?), erano ottimisti, giocherelloni, goderecci, gioiosi, di contro a quelli dell’opposizione, sempre con il muso, pessimisti e uccelli del malaugurio. Catastrofe, sull’orlo del baratro, bisogna correre ai ripari e Berlusconi ci fa il favore di dimettersi (alto senso di responsabilità dimostrato!) dopo essersi fatto prima quattro conti, magari assieme ai suoi figli, da lui ben instradati nel mondo della finanza, o meglio, della speculazione finanziaria. Ma, se n’è andato veramente? E con lui, anche tutta quella schiera di ministri e sottosegretari, i cui volti ed espressioni vorrei tanto dimenticare?

     

    Governo tecnico, altra compostezza, credibilità “più credibile” dopo le vergogne patite, manovra Monti, pianti, groppi in gola per annunciare i sacrifici che dovrà fare la povera gente. Profondamente iniqua, seppur con qualche timidissimo segnale di cambiamento, la manovra, così com’è, lascerà in campo tante vittime. Non si intravede infatti il modo come moltissimi Italiani potranno vivere, se quelle illustrate nella manovra, saranno le condizioni. La necessità di assicurarsi il voto in Parlamento e l’urgenza dell’intervento sono stati certamente dei forti limiti per Monti, ma ci aspettavamo di più, molto di più.

     

    L’1,5% di tassazione per i capitali scudati: un solletico appena avvertito; i tagli alla politica: pressocchè inesistenti; i privilegiati: continueranno a fare i privilegiati; evasione fiscale: poco è stato fatto; pensioni, ICI, accise sui carburanti, insomma una tragedia nella tragedia, ma tragica e dolorosa necessità. Perché l’alternativa sarebbe stata la bancarotta. Anche a me piacerebbe dire no a questa manovra, ma la gravità della situazione è tale e tanta da essere costretta ad ingoiare questo rospo. E ad essere consapevole che questa manovra ha accontentato di più quei soggetti che tanto male hanno fatto all’Italia e i cui volti vorrei tanto dimenticare, ma che non se ne sono mica andati, stanno ancora lì, vigili e attenti, a tutelare i loro interessi.

     

    Speriamo negli emendamenti che possano rendere questa manovra un po’ più facile da deglutire nonostante…il rospo. Io proporrei, lo so, utopisticamente: il 10% di tassazione sui capitali scudati; pagamento dell’ICI anche per la Chiesa cattolica; confisca dei beni degli evasori fiscali equivalente al danno erariale causato; super tassazione per i super ricchi, graduata a secondo del livello di ricchezza, da 100.000 € netti all’anno in su; prelievo, anche qui graduato, a partire dal 2% fino ad un massimo del 10%, sui conti bancari superiori a 1.000.000 di €; dimezzamento del numero dei parlamentari, consiglieri regionali, provinciali e quant’altro di simile e, ovviamente, dimezzamento dei loro stipendi e vitalizi; abbassamento sostanziale degli stipendi di alti dirigenti, di alcune categorie di magistrati, amministratori delegati ed altri consimili; abolizione del finanziamento pubblico ai partiti; abolizione enti inutili; il recupero di 16 miliardi con la vendita della banda televisiva che invece gli operatori televisivi acquisiranno gratis (capita giusto per puro caso, Berlusconi), il taglio delle spese militari…e ci sarebbe altro, ma mi fermo qui, altrimenti rischio forse di scontentare molti…

     

     

     


     
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