Se n’è andato, come nessuno mai, non ci sono precedenti simili nella storia repubblicana, nemmeno l’uscita di Craxi dal suo mondo fatto di potere e…monetine. Solo, pur tra lustrini e codazzi, atteso per ore da una folla vociante, contestato, colpevole di drammi di cui nemmeno minimamente può immaginarne l’entità, lui, che ha disprezzato ciò che deve essere apprezzato e apprezzato ciò che dev’essere disprezzato, che ha portato all’estrema potenza le categorie del demerito e dell’effimero, che ha istituzionalizzato l’indecenza , che ha voluto la derisione da parte del mondo intero, che ha causato l’acuirsi dei conflitti sociali. Lui, che ci lascia questa tragica eredità, che è in fondo il problema più grande, finalmente se ne va!
Anche altri, come lui e peggio di lui, avranno già fatto le valige perché, tra qualche ora, non saranno più né ministri, né viceministri, né sottosegretari. E i sostenitori, “eroi responsabili” come Scilipoti? E la Santanchè e le sue urla gracchianti? E i traditori, come Carlucci Iscariota, “storica” di grande levatura intellettuale e morale che voleva cambiare e riscrivere la Storia? C’è da temere ancora, e tanto. Non è un giorno felice questo, anche se se ne vanno tutti questi impostori. Il tempo in cui potremo respirare aria più pulita è ancora lontano. Ma è un giorno di speranza.
Non ci resta, infatti, che sperare che Mario Monti possa risollevarci da questo baratro, sappiamo che ci attendono tempi durissimi, ma dobbiamo confidare, non abbiamo altra scelta. E speriamo che quanto Monti ha dichiarato a Berlino, qualche giorno fa, cominciare cioè il lavoro dalla rimozione dei privilegi e degli egoismi territoriali, trovi pratica attuazione, al più presto. Perché di caste e privilegi, l’Italia è piena!