• A margine della protesta. Bene comune o interessi di pochi? Quello che non convince dell’agitazione di questi giorni
    27/01/2012 | Rosanna Giovinazzo | Edicola di Pinuccio

    DEVO DIRE LA VEITIA’: all’inizio della protesta non avevo ancora ben inquadrato i contorni esatti e pensavo ad un risveglio delle coscienze, ad una decisa presa di posizione unitaria contro caste e poteri forti. In realtà, ciò che si è concretizzato è proprio il contrario, cioè la consacrazione di un sistema, che continua a non perseguire il bene comune. E’ il sistema delle caste, degli interessi corporativistici, ieri dei tassisti, poi dei farmacisti, oggi degli autotrasportatori, domani degli avvocati ecc. ecc. Che pretendono l’intervento dello Stato a difesa dei loro interessi particolaristici. E’ vero, le tasse, il costo dei carburanti e dell’energia sono ormai diventati proibitivi, è vero che ci stanno impoverendo sempre più, ma bloccare la vita della gente comune, ostacolare i servizi essenziali, buttare al macero milioni di euro, non sono certo atti da condividere.

     

    rifiuti a locri. foto: dario pronesti'

    Sono, semmai, atti sconsiderati che danneggiano i deboli, non i forti, che continuano ugualmente a godere dei loro insopportabili privilegi. La protesta di questi giorni va dunque addebitata all’egoismo, tutto italiano, dove ogni gruppo o singolo pensa solo a difendere i propri interessi, egoismo che ha raggiunto punte altissime, anzi, direi addirittura istituzionalizzato, dal ventennio berlusconista-leghista. Sì, perché, se l’Italia ha raggiunto cifre da capogiro di disavanzo pubblico, ciò è dovuto anche a questo. Ma si continua lo stesso a non voler capire che il bene comune equivale al bene del singolo e viceversa. Il pericolo che incombe è la strumentalizzazione politica, per cui i politici di cui oggi si chiede la testa, continueranno ad essere intoccabili ed inconcludenti (a proposito, non si è parlato più dell’abbassamento dei loro stipendi?) o, peggio ancora, l’avanzata populistica e demagogica che potrebbe sconfinare in qualcosa di fortemente lesivo della democrazia.


     
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