• Asp 5, Gentile (Sul): Non vengono garantiti i livelli essenziali di assistenza
    L'ammalato torni ad essere il protagonista e venga garantita la presenza di operatori socio-sanitari nelle 24 ore
    27/07/2013 | Comunicato | Sulpi - Giuseppe Gentile

    SINDACATO SULCITTANOVA – Nel mentre la Direzione dell’ASP è impegnata con gli incarichi dirigenziali, ex art. 18 CCNL 1998/2001 Dirigenza Medica/Veterinaria, art. 15 septies Dlgs. 502/92 (aggiunto con il Dlgs. 299/99) funzioni di particolare rilevanza e di interesse strategico, procedure illegittime (vedi sentenza Tribunale di Reggio Calabria – RG. Proc. Spec. N. 1210/2013 – Giud. Dott.ssa Morabito), le strutture aziendali versano nel caos e, probabilmente, soltanto l’intervento dell’Autorità Giudiziaria riuscirà a dipanare questa matassa talmente ingarbugliata e di difficile soluzione. Nel frattempo il “Transatlantico Sanità Pubblica” viaggia a vista e rischia di affondare in presunti danni erariali e nelle indagini della Procura di Catanzaro.

     

    Le “allegre” proroghe e revoche di incarichi dirigenziali, in assenza di procedure democratiche aperte a tutti i dirigenti, non fanno altro che ingenerare un eccessivo impegno direzionale per togliere, gioco forza, spazio alle restanti attività istituzionali. In questo marasma infinito non si pensa molto alle responsabilità, né tantomeno al caos determinato nelle Unità Operative prive di Dirigenti Responsabili e, quindi, ai presunti livelli di ingovernabilità della Pubblica Amministrazione. Questa fase poteva e doveva essere gestita nella semplicità della Legge e dei Contratti Collettivi, ma, sembra messa in atto per destabilizzare i tanti Medici e Dirigenti volenterosi ed affezionati alla Sanità Pubblica impegnati quotidianamente a curare l’ammalato pur coscienti dell’assenza dei Livelli Essenziali di Assistenza.

     

    Carenza di personale, mancati innovamenti tecnologici, emergenza-urgenza con mezzi di soccorso inaffidabili. Insomma un sistema pronto ad implodere e molti guardano da un’altra parte. Tutto esiste e si muove in funzione dell’ammalato. L’ammalato è l’unico elemento dal quale dovrebbero partire tutte le azioni programmatiche e di gestione. Senza l’ammalato il Servizio Sanitario non avrebbe ragione di esistere. Purtroppo l’ammalato esiste eccome ma, nella nostra Azienda Sanitaria Provinciale, non si parte dal soggetto principale e dalla figura professionale preminente, quella più vicina all’ammalato, preposta all’igiene e all’assistenza socio sanitaria. L’assenza, quasi assoluta, del Servizio Socio Sanitario, attraverso l’Operatore preposto, spesso diventa un dramma umano per l’ammalato senza familiari nelle corsie ospedaliere e nell’assistenza sanitaria territoriale. Il diritto alla salute ed i Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A.), non saranno mai garantiti se non verrà inserita la presenza adeguata e sulle 24 ore degli Operatori Socio Sanitari.

     

    Eppure nonostante tutte le Unità Operative chiedono alla direzione generale di sopperire a questa grave carenza, le risposte non arrivano e le richieste rimangono nei cassetti ad ammuffire. Ciò detto, nessuno si preoccupa di trovare soluzioni alternative possibili, magari promuovendo atti di assegnazione del personale O.S.S. come quelli già in essere per altri servizi, e, garantire questa indispensabile figura all’ammalato. Purtroppo ci accorgiamo sempre più dell’assenza di una classe politica e dirigente attenta ai bisogni degli ultimi. Forse si spera di poter vivere sempre sereni e mantenere le alte posizioni della borghesia, ma, lo sguardo alto non si abbassa così tanto da poter vedere le fondamenta traballanti del sistema dove si trova l’ammalato con tutte le sue sofferenze. Questo scenario composito di tante strane forme, a volte incomprensibili e forse anche dannose per il futuro del Servizio Sanitario Provinciale, deve essere ripensato guardando con attenzione alle professioni sanitarie essenziali, partendo dalla figura preminente deputata a lenire le sofferenze sociali e di assistenza dei nostri ammalati, l’Operatore Socio Sanitario. Un simile intervento, sicuramente, aiuterà l’ammalato a non sentirsi solo, valorizzerà le professioni del comparto e contribuirà a far cambiare il giudizio negativo della Sanità Pubblica nella Provincia di Reggio Calabria.