• Tendopoli di San Ferdinando, la Cgil regionale annuncia una mobilitazione per ridare dignità ai lavoratori africani
    come Cgil chiediamo vigilanza ed attenzione per evitare ai lavoratori migranti di subire condizioni di lavoro senza regole colpendo pesantemente il caporalato e l’illegalità. Ciò che intendiamo proporre è la creazione di un elenco certificato che raccolga le domande e le offerte di lavoro eliminando così il mercato di piazza dei nuovi schiavi.
    30/11/2013 | Michele Graviano, segretario regionale Cgil, Nino Costantino, segretario Cgil Gioia Tauro | Comunicato

    GIOIA TAURO – Non c’era bisogno della morte del giovane Mann Addia per avere conoscenza delle condizioni di vita dei migranti che lavorano nella raccolta degli agrumi nella Piana di Gioia Tauro. Si conosce da tempo la loro condizione, la vita nel campo di San Ferdinando senza acqua, luce e riscaldamenti. Sono condizioni di vita inumane ed inaccettabili. Le associazioni di volontariato laiche e cattoliche e la Cgil da tempo stanno denunciando tale insopportabile situazione. Le associazioni cattoliche e laiche, ed anche le amministrazioni comunali, con i pochi mezzi a disposizione tentano di garantire il minimo indispensabile per la sopravvivenza dei lavoratori migranti. Adesso, però, è necessario non rinviare il problema e trovare soluzioni concrete ed immediate per garantire dignitose condizioni di vita e di lavoro. E lo deve fare in primo luogo la Regione Calabria. Intanto, però, apprezziamo il sopralluogo nel campo di San Ferdinando del procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo. Ma è il campo, la tendopoli, che va immediatamente superata. E’ l’idea del ghetto, senza diritti, senza riparo, senza minime condizioni igienico-sanitarie che va sconfitta.

     

    “Sgombriamo il campo” è la campagna che da tempo la Cgil ha alimentato per combattere la ghettizzazione, il degrado e lo sfruttamento. Ma ogni anno si ritorna punto e a capo. Dopo la rivolta dei migranti nel gennaio 2010 si era sottolineata la necessità della loro integrazione. Ma da allora nessun passo in avanti è stato fatto. Adesso noi chiediamo un piano immediato per favorire lo sgombero del campo e l’integrazione dei migranti con i residenti e, nel frattempo, chiediamo alla Regione di stanziare le risorse sufficienti per intervenire immediatamente per garantire per i prossimi mesi sufficienti e dignitose condizioni di vita. Dall’altra parte, come Cgil chiediamo vigilanza ed attenzione per evitare ai lavoratori migranti di subire condizioni di lavoro senza regole colpendo pesantemente il caporalato e l’illegalità. Ciò che intendiamo proporre è la creazione di un elenco certificato che raccolga le domande e le offerte di lavoro eliminando così il mercato di piazza dei nuovi schiavi. La Cgil rivendica il diritto a un mercato del lavoro agricolo trasparente e legale e a condizioni di vita che non violino i diritti dell’uomo. La manodopera straniera impiegata nelle terre dell’intero territorio è una realtà nota così come lo sfruttamento che subiscono i lavoratori, costretti a sottostare a pseudo regole che nulla hanno a che fare con contratti di lavoro e rispetto dei diritti. Per questo al Prefetto chiederemo un intervento mirato, nell’ambito dell’accoglienza, rivolto a questa importate tipologia di lavoratori che, di anno in anno, svolgono un’importante ruolo per l’economia della Piana sottostando a condizioni di vita non più tollerabili.