• Siap, una proposta concreta per praticare la trasparenza in Questura
    19/12/2012 | Antonio M. Santoro, Giuseppe Musarella, Siap | Comunicato

    REGGIO CALABRIA – Da anni, l’attività del Siap a Reggio Calabria, ha avuto come proprio perno la necessità di riportare l’azione sindacale e, più in generale, quella dell’Amministrazione legata alla gestione del personale, nell’alveo dell’etica. Elemento oggettivo di un concetto che altrimenti rischia di prestarsi troppo a comode interpretazioni, è dettato dalla trasparenza, strumento che seppur non garantisce l’affermazione della meritocrazia (requisito indispensabile ed essenziale anche per il buon funzionamento dell’Amministrazione!), certamente limita le iniquità. Di recente, alcune discussioni emerse nel corso dei lavori delle Commissioni Paritetiche Provinciali e dei vari momenti di verifica, hanno chiaramente riproposto alcune questioni sollevate pionieristicamente dal Siap fin dal 2009. I criteri con cui sono stati disposti, negli ultimi dieci anni, trasferimenti e provvedimenti disciplinari, che non è dato conoscere in quanto mai cristallizzati e resi conoscibili attraverso trasparenti e formali protocolli, sembrano rispondere più a logiche clientelari e d’appartenenza che non a principi di buona amministrazione e di attenzione verso il personale.

     

    Questa netta presa di posizione, che chiaramente danneggia e minaccia gli equilibri di potere e di gestione tra qualche sindacalista e qualche alto dirigente della Questura, equilibri incancreniti da anni di immobile indifferenza da parte di tanti, troppi colleghi e di “noi” sindacalisti, ha avuto inevitabili e scontate conseguenze. Dei volantini anonimi, dei procedimenti disciplinari, dei trasferimenti, delle incompatibilità ambientali e, più in generale, dei continui tentativi di isolamento e di delegittimazione di cui sono stati destinatari alcuni iscritti e dirigenti sindacali, si tratterà in apposito momento di confronto pubblico. Al momento, la priorità è quella di tutelare i colleghi attraverso l’esercizio concreto della trasparenza, limitando quella discrezionalità che, se mal gestita o suggerita, diventa inaccettabile arbitrarietà. In tal senso, stanchi di dover compiere, per l’ennesima volta, una profonda ed oggettiva analisi dei problemi che si lamentano e che da anni si ripetono al sig. Questore pro-tempore, al fine di iniziare concretamente un opera di radicale cambiamento anche nelle logiche e nelle persone che gestiscono la Questura di Reggio Calabria, è stata formalmente richiesta l’adozione di apposito provvedimento istitutivo di una procedura per la mobilità interna a domanda del personale dipendente, che tragga fonte dagli stessi criteri sanciti dalla circolare ministeriale circa le nuove modalità di gestione delle istanze per la mobilità sul territorio nazionale.

     

    Tuttavia, qualora la formulazione di un’apposita graduatoria redatta seguendo i criteri stabiliti da analoga e superiore disposizione ministeriale in materia risultasse particolarmente complessa, nelle more di un provvedimento definitivo e condiviso dalle OO.SS., è stata richiesta, sempre al sig. Questore pro-tempore, anche in via sperimentale per la durata di 12 mesi, l’adozione di analoga soluzione attualmente impiegata presso la Questura di Caltanissetta, che potrebbe velocemente colmare tale periodo di “vacatio”. Con circolare nr. Catg. C5/Gab. del 06/08/2012, il Questore di Caltanissetta, dott. Nicastro, ha accolto integralmente la proposta della Segreteria Provinciale del SIAP di Caltanissetta e di altre due Segreterie Provinciali, istituendo il Registro Unico di Protocollo delle istanze per la mobilità interna a domanda del personale dipendente. In sintesi, presso l’Ufficio del Personale vengono presentate tutte le istanze di trasferimento interno dei colleghi, a cui viene assegnato, alla presenza dell’interessato, un numero di protocollo progressivo, contenuto nell’apposita ricevuta consegnata al collega. Attraverso una serie di logici, ovvi e condivisibili criteri – tra cui l’aspirazione del collega cristallizzata dalla data di presentazione della domanda certificata dal numero di protocollo assegnato, l’anzianità di servizio, l’anzianità di sede, la specifica esperienza professionale maturata nel tempo ed eventuali titoli professionali e titoli di studio posseduti ed attinenti al servizio desiderato – viene redatta una graduatoria che, in ossequio ai più elementari principi di trasparenza, è nella piena disponibilità dei colleghi. Un tale sistema permette maggiore trasparenza ed equità, nel pieno rispetto di quei principi etici che, seppur non scritti, sono parte integrante del patrimonio genetico della Polizia di Stato e dell’essere poliziotti. A Reggio Calabria, una graduatoria trasparente e meritocratica non solo sarebbe eticamente corretta e consequenziale rispetto ai valori di cui è portatrice la nostra Amministrazione, ma permetterebbe di sciogliere qualunque legittimo dubbio su incomprensibili ed anomali trasferimenti locali che, negli ultimi anni, sono sembrati dettati più da logiche di appartenenza a determinate e ben note organizzazioni, che non a criteri di efficienza e di buona amministrazione.