• Sanità e politica. Fp Cgil Medici accusa: “Il Modello Reggio allunga la sua ombra sulle vicende dell’Asp”
    16/02/2013 | Francesco Loschiavo, segretario Fp Cgil Medici | Comunicato

    REGGIO CALABRIA – Ecco il nuovo teatrino che tiene banco nella politica sanitaria della provincia di Reggio Calabria. Questo comunicato vuol essere una denuncia forte della Fp Cgil Medici sul concetto di legalità e di giustizia praticato da Scopelliti e dall’intera giunta regionale. Vorremo aprire gli animi dei cittadini che della moralità e del senso della giustizia ne hanno fatto uno stile di vita. Quello che ci chiediamo è – quale motivo spinge il presidente Scopelliti ad ostinarsi, andando anche contro la Legge ed a qualsiasi costo, per mantenere sulla poltrona di direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria dottoressa Squillacioti?  Cerchiamo di ricostruire i fatti per dare una risposta al quesito. Le prime vicende sono la disputa per la poltrona di Direttore generale tra l’architetto Carullo e la dottoressa Squillacioti, finita per il momento con la vittoria di quest’ultima ma, con il primo atto falso ed illegittimo.

     

    Nella legge 47/2011 il presidente Scopelliti inserisce l’art 40 che dispone l’accorpamento posticipato dell’Asl di Locri con quella di Reggio-Palmi. Su questo articolo di Legge ad personam cade l’architetto Carullo. Questa legislazione regionale è stata considerata, dai ministeri dell’Economia e della Salute con nota 61-P/2012, in contrasto con il piano di rientro. Infatti, il direttore generale della programmazione sanitaria Francesco Bevere sottolineava: la disposizione prevista all’articolo 40 comporta una situazione di disordine amministrativo e destabilizza il sistema, facendo venire meno la certezza giuridica degli atti aziendali adottati dagli organi dell’Asp di Reggio Calabria, compromettendo altresì l’intero quadro programmatorio sia in termini economico-patrimoniali che organizzativi. A seguire, il Tavolo Massicci nella seduta del 7 novembre 2012, prende atto di tale bruttura legislativa e ne chiede la cancellazione. Da tutto ciò scaturiscono le nostre perplessità e ci chiediamo come sia possibile che il presidente Scopelliti, nel suo ruolo di Commissario per la sanità calabrese, possa mantenere in piedi un articolato di legge considerato in contrasto con le finalità del Piano di rientro sanitario e quindi della stessa figura commissariale che ricopre.

     

    Lo stato dov’è in Calabria? Secondo atto di illegittimità. Le notizie apparse sui quotidiani locali ci informano che la dottoressa Squillacioti, dal 4 settembre 2012 avrebbe usufruito della risoluzione anticipata del rapporto di lavoro, collocandosi in pensione e, ciò nonostante, continua a sedersi sulla poltrona di direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria. Anche in questo caso la Legge 34/2010 viene calpestata facendo finta di non vedere e non capire il disposto dell’’articolo 13 comma 9, che recita: a coloro che beneficiano della presente legge e’ fatto divieto assoluto di instaurare rapporti di lavoro o stipulare contratti per il conferimento di incarichi di consulenza, collaborazione, studio o ricerca, a qualunque titolo, con la Regione e con gli enti, aziende e società regionali, per i cinque anni successivi alla risoluzione del rapporto di lavoro. E’ chiaro a tutti i cittadini calabresi che questi fatti non sono per nulla edificanti e il segnale recepito non è certo di legalità e di buon costume. Pur tuttavia non possiamo dimenticare che le Istituzioni, preposte a varare le Leggi, non possono nasconderle a proprio piacimento e pretenderne contestualmente il rispetto. Probabilmente l’arroganza politica non ha limite. Forse è il momento elettorale e il presidente o il commissario (a seconda della convenienza), non si accorge che potrebbe nascere un nuovo caso Fallara.

     

    Oppure pensa di cavarsela per poi dire che lui è pulito e che la responsabilità delle azioni sono dei dirigenti e non della politica? Forte di tutto questo e del peso politico acquisito, la Squillacioti si appresta a commettere un atto gravissimo per il futuro dell’assistenza sanitaria territoriale, quello dell’esternalizzazione dell’ Adi (assistenza domiciliare integrata). Con determina n° 84 del 03.02.2013 è stata approvata la procedura di gara per l’affidamento in appalto di tale servizio. L’importo impegnato nel capitolato di spesa è di € 2.400.000,00 (duemilioniquattrocentomila). Eppure, ma forse la Squillacioti anche in questo caso fa finta di non sapere, siamo a conoscenza che tutte le Regioni che avevano appaltato il servizio sono state costrette a fare un passo indietro prendendo atto, sia dei costi insostenibili, ma, ancor prima, dell’inefficienza e inefficacia delle cure. Su questo argomento la Fp Cgil Medici continuerà a seguirne l’evoluzione e sarà pronta a spulciare e denunciare tutte le nefandezze celate sotto la bontà dell’offerta di assistenza domiciliare. Questo sistema, creato durante la campagna elettorale, non offrirà nuove opportunità di lavoro, ma contribuirà alla fuga delle teste migliori dei nostri giovani, non più costretti ad andare via, ma, a fuggire di corsa per necessità, perché, restare sarebbe un azzardo e tornare diventerà impossibile.