• Polizia Penitenziaria, il Sippe contro gli imboscati ne chiede il ripristino nelle funzioni
    Prima di chiedere nuove assunzioni restituire alle funzioni gli imboscati dei ministeri e degli enti locali
    18/01/2014 | Sippe - segreteria nazionale | Comunicato

    ROMA – Prima di chiedere le assunzioni di donne e uomini della polizia penitenziaria bisogna restituire ai compiti istituzionali, migliaia di agenti penitenziari finiti imboscati nei vari Ministeri ed Enti Locali. Questo è quanto dichiara il Segretario Generale del Si.P.Pe. Alessandro De Pasquale il quale, nella sua protesta, si riferisce in particolare a quei poliziotti penitenziari adibiti a mansioni di uscieri o archivisti in sedi che non hanno niente a che fare con il DAP, come ad esempio presso il Ministero della Salute. I rinforzi servono – dichiara De Pasquale – ma per porre fine al caos nelle carceri e rendere il lavoro un po’ più tollerabile per coloro i quali svolgono con abnegazione i propri compiti istituzionali, sarebbe opportuno che questi poliziotti “fortunati” indossassero l’uniforme e facessero ciò per cui sono stati assunti.  Oltre 6.500 appartenenti alla polizia penitenziaria sono distaccati in vari Ministeri ed Enti Locali. Ad evidenziare tale assurdità è lo stesso Si.P.Pe. con un intervento del segretario generale. “Sembra inverosimile – ha dichiarato Alessandro De Pasquale – che qualcuno chieda a “gran voce” l’assunzione di poliziotti penitenziari quando invece si potrebbe prima procedere al rientro in sede di buona parte del personale distaccato, restituendolo ai servizi istituzionali”. Il sindacalista precisa inoltre che gli appartenenti al corpo della polizia penitenziaria  “non possono essere impiegati in compiti che non siano direttamente connessi ai servizi d’istituto”. Per il Si.P.Pe. il rientro nelle carceri e nei servizi istituzionali degli imboscati sarebbe un atto di civiltà giuridica e una forma di rispetto per il lavoro che svolgono i colleghi, i 37.967 uomini e le 7.080 donne della Penitenziaria che svolgono i compiti istituzionali, gestendo in condizioni operative disagiate 63.628 detenuti. Inoltre, secondo il sindacato, c’è anche il problema del sovraffollamento delle carceri, che ospitano 63.628 detenuti a fronte di una capienza massima di 45.225. Per il segretario De Pasquale occorrono provvedimenti coraggiosi, per azzerare il fallimento del sistema penitenziario e quello della giustizia, tracciando così un nuovo percorso. Lo svuota carceri da solo non basta e neppure l’ennesimo indulto risolverebbe il problema. Il sistema penitenziario deve essere rivisto completamente, partendo intanto da chi sta nei palazzi del potere imboscato.