REGGIO CALABRIA – Siamo davvero all’incredibile. Mentre da mesi denunciamo lo scempio ambientale che sta subendo la Piana di Gioia Tauro, etichettata oramai come vera pattumiera della Calabria, Confindustria pensa bene di proporre la costruzione di un impianto di pirolisi da parte della società Tge Green Energy, dando vita ad una vergognosa e pericolosa provocazione nei confronti di un territorio che è stanco di essere colonizzato. Bene ha fatto il sindaco Bellofiore ha lanciare l’allarme con toni fermi ma civili, in quanto la partecipazione e la trasparenza di cui parla Confindustria non si attua mandando alla stampa il resoconto di un incontro a porte chiuse, ma facendo partecipare a quell’incontro i sindaci dei territori coinvolti e chi quel territorio lo vive cercando di migliorarlo.
Sappiamo bene, a differenza di chi vuol farci passare per ignoranti, che un impianto di pirolisi altro non è che un terzo inceneritore (considerato il raddoppio del primo), stando anche alle parole del dott. Stefano Montanari, in cui verranno bruciati non solo rifiuti speciali non pericolosi, quindi non i comuni Rsu, ma anche rifiuti ospedalieri speciali e dal quale uscirà un composto di sostanze non catalogabili dal momento che la combustione non avviene per calore ma con reazioni chimiche. E’ ora di finirla di speculare sulle disgrazie della povera gente disoccupata, facendole credere che questi ecomostri risolveranno il problema occupazionale, perché l’unica e sola verità che sta dietro a questi ragionamenti è quella dei loro profitti a scapito della salute pubblica. Confindustria e Provincia, facciano seri investimenti sul retro porto e sulla raccolta differenziata spinta se vogliono creare occupazione reale e sostenibile come hanno annunciato di voler fare, in quanto è sul futuro del Polo Logistico Integrato di Gioia Tauro e sulla differenziata che si gioca la vera partita per creare lavoro in Calabria.
Non sono gli inceneritori, i rigassificatori, tra l’altro senza piastra del freddo, o impianti di pirolisi a risollevarci dall’attuale crisi socio-economica e chi vuol far credere questo dice specularmente il falso. Appena partirà il raddoppio dell’inceneritore saremo chiaramente di fronte ad un sovradimensionamento di questo tipo di impianti rispetto alle reali esigenze di smaltimento della parte finale della filiera dei rifiuti, rendendo pertanto inutile un impianto di pirolisi. Abbiamo bisogno invece di impianti per la digestione anaerobica dei rifiuti che producano composti di qualità collocabili sul mercato e di impianti di valorizzazione da raccolta differenziata (dalla carta, alla plastica ecc…), eppure si è sordi a queste necessità perché si è alla ricerca di scorciatoie per trattare i rifiuti in modo contraddittorio rispetto ad una logica di trasparenza. Si individuano percorsi completamente differenti anche da quelli indicati dal ministro Clini poche settimane fa, allorquando a Gioia Tauro ha ricordato a Scopelliti che la Regione è obbligata ad impostare il piano dei rifiuti sulla raccolta differenziata.
Non siamo contrari a tutto, ma lo siamo a tutto ciò che rappresenta il malaffare,anche perché ci preoccupa che l’impianto di pirolisi verrebbe costruito a circa 100 metri dal realizzando rigassificatore mettendo vicini gas ed innesco, un qualcosa di straordinariamente irresponsabile. Per tutte queste ragioni mi auguro che il presidente Raffa approfondisca maggiormente questi aspetti e non commetta la stessa errata valutazione fatta per il rigassificatore.