REGGIO CALABRIA – La Guardia di Finanza di Reggio Calabria sta portando a compimento in queste ore l’operazione “Porto franco”, con l’esecuzione di 13 ordinanze di custodia cautelare, e il sequestro di 23 società e beni per un valore complessivo di circa 56 milioni di euro ed effettuate oltre 50 perquisizioni tra Calabria, Veneto, Lombardia. Le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia, e nello specifico dai pm Alessandra Cerreti e Giulia Pantano, hanno portato ad accertare l’esistenza di rilevanti infiltrazioni delle cosche di ‘ndrangheta Pesce di Rosarno e Molè di Gioia Tauro nell’indotto del terziario operante nell’area portuale della piana di Gioia Tauro, con particolare riferimento ai servizi connessi al traffico mercantile generato dallo scalo marittimo, con la conseguente indebita percezione di rilevanti illeciti profitti. I reati contestati sono associazione a delinquere di stampo mafioso, riciclaggio di proventi di illecita provenienza, trasferimento fraudolento di valori, contrabbando di gasolio e di merce contraffatta, frode fiscale, attraverso l’utilizzo ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, tutti aggravati dalle modalità mafiose.
I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà oggi, alle ore 10.30, presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria alla presenza del procuratore capo della procura della repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho.