• Morti per inefficienza sistema sanitario, ancora troppi i casi al sud
    30/03/2015 | www.ildispaccio.it

    La mortalità evitabile, quella dovuta all’inefficienza del servizio sanitario, è in calo negli ultimi anni, anche se le regioni del Sud rimangono sopra la media nazionale. Lo afferma il rapporto Osservasalute 2014 realizzato dall’Osservatorio sulla Salute delle regioni e presentato oggi a Roma. Se, da una parte dal 2006 al 2011 a livello nazionale si è assistito a una riduzione del tasso di mortalità evitabile passato dall’80,87 (per 100.000) del 2006 al 74,92 (per 100.000) del 2011. La mortalità riconducibile ai servizi sanitari è inferiore al valore nazionale (pari a 75,14 per 100.000) in 8 regioni: Lombardia, PA di Bolzano, PA di Trento, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche. Dall’altra Valori significativamente superiori al dato nazionale si registrano, invece, in Lazio, Campania, Calabria e Sicilia, dove il sistema sanitario dimostra di non funzionare. Il sistema, avvertono gli autori, rischia però di essere travolto dall’aumento dei malati cronici determinato dall’invecchiamento della popolazione e dalla scarsa prevenzione. “I modelli di previsione della Ragioneria Generale dello Stato – spiega Alessandro Solipaca, Segretario scientifico dell’Osservatorio – testimoniano che l’invecchiamento della popolazione comporterà un aumento di spesa sanitaria, infatti questi prevedono che la quota di spesa sanitaria pubblica in rapporto al Pil raggiungerà il 7,5% nel 2035, superiore di mezzo punto a quella odierna attestata al 7,0%”.

     

    A questo si aggiunge, continua Solipaca, il fatto che “l’invecchiamento acuirà il problema della spesa per l’assistenza agli anziani. Attualmente il peso grava in parte sulle spalle delle famiglie, ma in futuro questo diverrà insostenibile, sia dal punto di vista economico sia da quello sociale”. E sul personale del Servizio Sanitario Nazionale negli ultimi anni c’è stata una vera e propria emorragia. Lo afferma ancora il rapporto Osservasalute. A livello nazionale i dati mostrano come il tasso di compensazione del turnover, sia in tutti e 4 gli anni presi a riferimento sia minore di 100.

     

    Analizzando il trend 2009-2012 si evince che il tasso di compensazione si è costantemente ridotto nel periodo considerato, arrivando a segnare 68,9 punti percentuali nel 2012, circa 10 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente (78,2% nel 2011). A livello regionale si riscontra una forte eterogeneità del tasso di compensazione del turnover con unicamente 2 regioni (Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige) che mostrano nel 2012 valori maggiori di 100; in generale il divario Nord-Sud ed Isole è meno marcato rispetto agli anni precedenti. “Particolarmente critica – si legge nel rapporto – la situazione di Lazio, Puglia, Campania, Molise e Calabria che mostrano tutte valori inferiori al 25%”.

     

    Il sistema, spiegano gli autori, sconta una diminuzione delle risorse. “Nel 2013 la spesa sanitaria pubblica pro capite è di 1.816 euro. Tale valore del 2013 è il risultato di un trend in diminuzione della spesa sanitaria nazionale che si riduce del 2,36% fra il 2010 e il 2013 con un tasso medio annuo composto di -0,79% e con un decremento dell’1,50% solo nell’ultimo anno”.