• L’imprenditore Antonino De Masi invita Roberto Saviano a visitare l’area portuale di Gioia Tauro
    13/05/2013 | Giuseppe Campisi | Edicola di Pinuccio

    roberto saviano

    L’IMPRENDITORE NINO DE MASI ha invitato lo scrittore e giornalista Roberto Saviano a visitare il distretto industriale e portuale di Gioia Tauro. L’autore di Gomorra e Zero Zero Zero sarà in Calabria il 14 maggio per una visita all’Unical dove si intratterrà con studenti e docenti dello stesso ateneo cosentino per parlare della sua ultima opera nella quale ha trattato il tema del narcotraffico raccontando – come ha dichiarato in una nota stampa – “l’impero di una pianta che cresce in Sudamerica ma ha le radici in Calabria”.

     

    De Masi – tornato recentemente nel mirino delle organizzazioni criminali con l’attentato alla sua azienda che lo ha costretto a vivere sotto scorta – ha invitato Saviano a visitare la sua azienda e a “parlare agli operai e agli uomini e donne di una società civile a volte sonnolenta che sembra aver perso di vista la linea di demarcazione tra il bene e il male, per dare speranza a chi è stanco e quella speranza la sta perdendo”. “Vorrei avere l’onore di invitare Saviano per fargli toccare con mano cosa significa fare l’imprenditore vivendo sotto scorta e con l’esercito che ti presidia l’azienda, ed esternargli il sentimento e la sensazione di scoraggiamento che porta a voler mollare tutto per scappare via a vivere in un altro Paese che possa definirsi normale”.

     

    Nino De Masi, comprensibilmente molto provato per le vicende subite, invita il giornalista ad accendere un faro sulla realtà locale affinché vi sia la giusta sollecitazione delle coscienze che – scrive l’imprenditore – passa anche attraverso “la responsabilità di essere divenuti quasi un simbolo, con la consapevolezza che le proprie scelte potrebbero condizionare le speranze degli altri, si scontra con il diritto di avere paura; e che l’unico modo di affrontarla è data dalla certezza di stare combattendo una battaglia per la libertà della nostra terra e dall’incoscienza di voler seguire un sogno che non ci fa arrendere di fronte ai soprusi”.