• Lavoro e burocrazia. La riflessione di una giovane laureata: “Garanzia Giovani un sogno che rischia di sgretolare le nostre speranze”
    25/05/2015 | Edicola di Pinuccio

    REGGIO CALABRIA – La mia non è l’unica esperienza non andata a buon fine per colpa della burocrazia.  Appena laureata decido di non stare con le mani in mano aspettando la manna dal cielo e, mentre invio innumerevoli curriculum a tutte le aziende, inizio ad informarmi sulle nuove iniziative dedicate al mondo del lavoro e approvate dai nostri parlamentari. Scopro “Garanzia Giovani” (il nome sembra promettere bene ma, purtroppo, spesso non è come sembra).  Come la maggior parte dei giovani, ormai riluttanti alla politica cui siamo abituati, decido comunque di riporre la mia fiducia in questa iniziativa ed inizia così la mia avventura…

     

    Dopo aver letto tutte le notizie del sito, creo il mio profilo su Cliclavoro (scoprendo successivamente che il profilo ultimato su questa piattaforma non era conforme a Garanzia Giovani).   Impaziente, invece di aspettare la chiamata dal Cpi (Centro per l’Impiego) del mio comune, decido di dirigermi alla sede, per ultimare il mio profilo e concludere la presa in carico, (è del tutto inutile descrivere tutta la rassegna dell’esperienza con il Cpi, in quanto ne sono piene le chat dell’insoddisfazione che accomuna noi giovani speranzosi); dopo essere andata almeno 5 volte, riescono a risolvere il problema, e finalmente risulto iscritta.

     

    Mi piacerebbe fare una piccola parentesi della mia vita personale: ho un nonno Pasticcere, che ahimè non è riuscito ad infondere in nessuno dei figli la passione della pasticceria, ed io non avendo la praticità professionale (non ci si può improvvisare pasticcere da un giorno all’altro), ne ho studiato in piccola parte la chimica.  Un’azienda che opera nel settore della pasticceria è sempre stata un obiettivo al quale pensavo di non poter arrivare nei giorni nostri…ma la determinazione porta sempre a dei risultati.  Mentre mi trovo a confrontarmi con la cruda realtà della burocrazia, un’azienda di Reggio Calabria (quindi a casa mia) nota tra tanti il mio curriculum e mi contatta per un colloquio. Mi dirigo in azienda con la consapevolezza (e senza alcuna pretesa) di un contratto, mi sarei accontentata di un tirocinio pratico-applicativo certificato (…l’arma in più, su cui pensavo di poter contare era Garanzia Giovani), sperando di farmi notare, successivamente sul lavoro.

     

    Questo è stato il primo colloquio importante, effettuato tra l’altro in un’azienda che ha sempre rappresentato l’obiettivo dei miei studi, un’industria dolciaria, penso sia inutile descrivere a parole l’emozione che ho provato anche durante il colloquio, un’esperienza mentalmente stimolante. Dopo circa due ore mi sento dire: “ok per noi vai bene, puoi iniziare da domani, ma…prima è meglio verificare le documentazioni che ci servono per ultimare Garanzia Giovani”  (forse una speranza di riuscire a creare il mio futuro come lo desideravo c’era).  Torno a casa iniziando a contattare chiunque potesse darmi qualche informazione in più per definire questo contratto ma, NESSUNO, sa rispondere:  Gli uffici addetti mi sanno dire: “è tutto in fase di aggiornamento non sappiamo come muoverci”.  Chiamo al dipartimento lavoro della Regione Calabria: il telefono squilla a vuoto, nessuna risposta.  Mando diverse e-mail a vari indirizzi del dipartimento lavoro della Regione Calabria; e ovviamente…nessuna risposta.  A un mese e mezzo di distanza…  Sono in contatto con l’azienda ogni giorno, per sapere se qualcuno si è degnato di rispondere, ma ci sono solo risposte negative. Dunque mi ritrovo a non poter effettuare questo tirocinio nell’azienda che vorrebbe poter iniziare questo rapporto lavorativo, perché la burocrazia, o peggio ancora, la superficialità degli uffici addetti non gli/ci permette di compiere. Federica Nicolò 26 anni