• “Il tema della sicurezza scomparso dalla campagna elettorale”. I poliziotti riformisti dello Spir in vista delle elezioni politiche
    08/02/2013 | Emilio Musacchio, segretario provinciale Spir | Comunicato

    REGGIO CALABRIA – Sette tra partiti e movimenti e coalizioni in corsa, centinaia di proposte e decine di programmi elettorali, eminenti personaggi politici, professori, tecnici, magistrati, comici e figuri. Il 24 ed il 25 febbraio si voterà per le elezioni politiche ed un quesito sorge spontaneamente: sarà la fine della Seconda Repubblica oppure il ritorno? Per meglio comprendere la bagarre elettorale, abbiamo spulciato i programmi elettorali dei sette maggiori partiti candidati alle prossime elezioni: Scelta Civica, Pdl, Pd, Movimento 5 Stelle, Rivoluzione Civile, Lega Nord, Fare per Fermare il Declino, Amnistia Giustizia e Libertà. Ebbene, spulciando i vari programmi elettorali, come un qualsiasi cittadino che cerca una risposta alle proprie esigenze di rappresentanza, ci si rende conto che il tema del rilancio economico, com’è giusto che sia, è il primo pensiero di i leader politici.

     

    Ma continuando nella lettura, punto per punto, ci si rende presto anche conto che il tema che a noi più da vicino ci riguarda, per la specificità del ruolo ricoperto, vale a dire il tema della sicurezza, seppur citato per convenzione da tutti i partiti, è solo da questi accennato, come una necessaria appendice formale ma che nulla incide sulla scelta degli Italiani. Non esiste in merito un approfondimento del punto “sicurezza” da parte dei programmi elettorali, e ciò è dimostrato dalla campagna elettorale: ad esempio nelle trasmissioni che quotidianamente sbattono in video i politici, non si sente quasi mai toccare il tema. Eppure il punto è, a nostro avviso, fondamentale e di cruciale importanza, non solo per la sicurezza in sé dei cittadini, ma anche per il rilancio economico del Paese. Le cinque forze di polizia presenti in Italia, e per le quali noi tutti contribuenti paghiamo una sanzione all’Ue ogni anno, contano complessivamente 344.322 unità. Quale leader politico ha intenzione di dire chiaramente come intende impiegare questo numero di professionisti della sicurezza, cosa fare per riformare i corpi di polizia, quali misure adottare per raggiungere gli standard europei in termini di retribuzione, addestramento e specificità?

     

    Indicare sterilmente la “sicurezza” come un punto di programma oppure sostenere che “la legalità e la solidarietà debbano essere il cemento per la ricostruzione del Paese”, non sono considerate risposte esaurienti alle istanze della categoria ed alle domande di tutti gli elettori del 24 e 25 febbraio. Come già ripreso in precedenti numeri di questo giornalino, noi riteniamo che la sicurezza sia un fattore imprescindibile per il benessere di una nazione, sia sociale che economico. Noi auspichiamo quindi, e lo chiediamo apertamente, che nei giorni futuri di campagna elettorale i media e gli stessi politici possano spendere qualche parola sul futuro di 344.322 persone e sul loro lavoro strettamente connesso all’andamento socio-economico del Paese. Come già ripreso in precedenti numeri di questo giornalino, noi riteniamo che la sicurezza sia un fattore imprescindibile per il benessere di una nazione, sia sociale che economico. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

     

    Rileggiamo insieme l’art.1 della Costituzione della Repubblica Italiana, per ricordarci e ricordare che solo attraverso il voto possiamo esprimere il nostro giudizio nei confronti di chi ha governato questo paese in questi mesi, anni. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro “non sulla ndrangheta o criminalità organizzata”. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.