Edicola di Pinuccio http://www.edicoladipinuccio.it rassegnastampa di Cinquefrondi e della Calabria Sat, 03 Feb 2024 18:03:52 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.5.1 Un’analisi dell’opera Alzira, scritta da Manfroce per il soprano Isabella Colbran http://www.edicoladipinuccio.it/unanalisi-dellopera-alzira-scritta-da-manfroce-per-il-soprano-isabella-colbran/ http://www.edicoladipinuccio.it/unanalisi-dellopera-alzira-scritta-da-manfroce-per-il-soprano-isabella-colbran/#comments Sat, 03 Feb 2024 17:58:32 +0000 rgallo http://www.edicoladipinuccio.it/?p=91080   Nello scorso secolo si è osservato un continuo e crescente interesse per la vita e per l’arte di Nicola Antonio Manfroce, compositore melodrammatico nato a Palmi...

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Nello scorso secolo si è osservato un continuo e crescente interesse per la vita e per l’arte di Nicola Antonio Manfroce, compositore melodrammatico nato a Palmi nel 1791 da Domenico, un bravo organista di Cinquefrondi. Ciò può dirsi che abbia avuto inizio nell’ormai lontano 1967, allorquando Carmelo Neri, un nostro conterraneo nato a Giffone, chiese e ottenne dal Prof. Salvatore Pugliatti, allora rettore dell’Università di Messina e titolare della cattedra di Storia della musica, l’incarico di preparare una tesi su questo sfortunato operista, scomparso nel 1813, a soli ventidue anni.
In quel lavoro, intitolato Il maestro Nicola Antonio Manfroce musicista calabrese del secolo XIX, discusso il 28 giugno 1968 nella città peloritana, Neri ha ritenuto opportuno inserire, prendendo esempio da Florimo, l’analisi dell’Ecuba e dell’Alzira, le sole due opere che il povero Manfroce riuscì a comporre e a far rappresentare in teatri importanti con esito felicissimo. In molti presagirono allora che sarebbe diventato un “maestro di cartello”, e illustri musicologi cominciarono a occuparsi di lui; fra questi ci fu il belga François Joseph Fétis (1784-1871), che, ammirandone il talento, nella sua Biographie universelle des musiciens et bibliographie générale de la musique, s.v. “Manfroce”, ha scritto:

«La suavité et l’expression de la mélodie de ces ouvrages, la force et l’originalité de l’harmonie, la nouveauté de l’instrumentation, tout présageait un talent de primier ordre que la mort est venue arrêter dans son développement».1
Avendo anche esaminato lo spartito dell’Ecuba in una copia manoscritta, custodita (ma ora non più esistente) nella Biblioteca del Conservatorio di Bruxelles, si espresse così:

Cet opéra est l’ouvrage d’un compositeur de génie… On y remarque une multitude de nouveautés de style dans la mélodie, l’harmonie, instrumentation et la forme des morceaux, qu’ont une analogie saisissant avec le compositions de la premièr [manière] de Rossini.2

Questa tragedia lirica in tre atti, data al San Carlo di Napoli il 13 dicembre 1812, può anche non piacere al primo ascolto, ma, avendo la pazienza di sentirla più volte, si gusta sempre di più, e si resta alla fine appagati e stupefatti, sembrando davvero incredibile che un giovane poco più che ventenne fosse già provvisto di tanta maturità, e potesse scrivere un’opera così straordinaria. Fra le innovazioni che la caratterizzarono, come mi ha riferito l’amico Neri, una si ritrova nella Norma di Vincenzo Bellini, ed è stata segnalata da Francesco Pastura con queste parole:

Un fattore importantissimo in tutta l’opera appare il coro il quale, diversamente da come è usato nella tragedia greca, in Norma si inserisce nell’azione come un personaggio vivente e agente, dialogando direttamente con i protagonisti e assumendo una vera e propria funzione drammatica.3

In modo analogo nell’Ecuba, scritta quasi venti anni prima, il coro non si limitava a commentare l’azione, ma interveniva come «personaggio propulsore nell’economia del dramma», dialogando con i vari interpreti dello spettacolo.
Così non era accaduto nell’Alzira, data per la prima volta nel Teatro Valle di Roma il 10 ottobre 1810, con eccezionali esecutori, come Isabella Colbran, nelle vesti della protagonista, il contralto Adelaide Montresor-Malanotte, nei panni virili di Zamoro, e il tenore Nicola Tacchinardi, un Gusmano dalla voce “con accenti baritonali”. Entrata subito nel repertorio di alcune compagnie liriche, fu eseguita in numerosi teatri italiani con i più acclamati cantanti in attività nei primi decenni dell’Ottocento.
Avvenne poi che nel 1829 Henriette Sontag, un soprano allora celebre quanto Maria Malibran, inserì la cavatina di Alzira, Ah! Che non serve il piangere nel Tancredi di Rossini nel corso delle rappresentazioni di quest’opera nel Teatro Italiano di Parigi. In tale circostanza l’editore Antonio Francesco Pacini, negoziante di musica in quella capitale, la pubblicò ridotta per pianoforte e la pose in vendita come aria da camera

Ah! Che non serve il piangere: un’aria dell’Alzira  di Manfroce, stampata a Parigi nel 1829

Ah! Che non serve il piangere: un’aria dell’Alzira di Manfroce, stampata a Parigi nel 1829

Carmelo Neri, apprezzato biografo di Bellini (molto accurata, e già in possesso di prestigiose biblioteche italiane e straniere, è una sua recente raccolta delle lettere di Bellini a Francesco Florimo), nella sua tesi di laurea, come ho già detto, alla trattazione storiografica ha voluto aggiungere l’analisi dei melodrammi sopraindicati per dare un’idea concreta della loro struttura e dei loro momenti musicali. Non disponendo però della necessaria competenza, per suggerimento del Prof. Franco Mosino, già suo insegnante nel Liceo T. Campanella di Reggio Calabria, ha chiesto aiuto del compianto maestro e direttore d’orchestra Nicola Sgro, che possedeva copie delle partiture autografe dell’Alzira e dell’Ecuba.
Un’analisi dell’Alzira fu inclusa anche da Florimo nel suo famoso Cenno storico sulla scuola musicale di Napoli, compendiata nelle seguenti righe:

Nell’Alzira si incomincia con una breve sinfonia che direbbesi fatta alla maniera del Cimarosa suo antecessore, ma con pensieri più robusti, con una istrumentazione più ricca e più armoniosa. La cavatina d’Alzira nel primo atto si distingue per una freschezza d’idee quasi peregrine e per un assolo di violini sempre intrecciato col canto sì nell’andante che nella stretta, messo con delicatezza e buon gusto: di già riportandoci ai tempi si ha non soltanto una novità nell’avere introdotto un “assolo” di uno strumento qualunque in un’opera teatrale, ma benanche un ardito tentativo che merita esser notato. Il duetto tra Alzira e Gusmano nello stesso atto primo è tutto nella maniera che più tardi fu introdotta da Rossini, sì per forma che per cantilene e per struttura di orchestrazione. Degno di osservazione è l’andante dell’aria di Zamoro: Ah, gran Dio, che tai vedesti, come pure la gentile stretta che subito segue. La finezza e la purità di queste melodie è ammirevole e sorprendente. Il finale del secondo atto, composto d’un sol tempo, non presenta nulla di rilevante; pur non di meno le voci sono benissimo introdotte, e il primo pensiero che successivamente si ripete nelle parti principali e nelle masse corali, non può che produrre un sicuro effetto. Questo eccellente pezzo di musica ha anche il pregio della brevità.4

L’analisi del maestro Sgro è più ricca di particolari, ed è qui riprodotta dalla tesi di Neri, a cui ho chiesto di divulgarla, e lo ringrazio per avermela inviata. Ritengo così di far cosa utile per chi desidera avere una conoscenza più approfondita di quest’opera. Poiché Manfroce a Roma ebbe come precettore l’ottimo Nicola Antonio Zingarelli, a questo anziano maestro si possono attribuire alcuni interventi correttivi, indicati nella seguente trascrizione:

ALZIRA – Atto primo – Il manoscritto dell’Alzira porta segnato a penna il numero 21063 e i timbri dell’Accademia di Santa Cecilia. L’opera inizia con una “introduzione” o “sinfonia” in forma bipartita da punto di vista agogico: largo-allegro. Notiamo che questa è la forma classica della “ouverture” operistica dell’epoca. L’orchestra è composta da: violini divisi (primi e secondi), flauto, due oboi, clarinetti, fagotti, corni in re, trombe in re, viole. L’indicazione agogica “largo-allegro” ecc. è notata, secondo l’uso del tempo, all’inizio dell’ultimo rigo della partitura, e si riferisce alla parte dei contrabbassi, al cembalo, che sviluppa il “basso continuo”, senza però che vi siano notati i numeri, cioè il basso numerato; l’esecutore quindi realizzava il “basso continuo” all’impronta. Talvolta sia i contrabbassi sia il cembalo sono rinforzati dal trombone, che senz’altro non avrà avuto l’invadenza sonora dello strumento che oggi siamo abituati a sentire. L’introduzione di questo manoscritto è di pugno di Manfroce, come pure gran parte della partitura; di tanto in tanto si nota l’intervento di una mano estranea. La detta introduzione si svolge nella tonalità di re minore (il movimento largo) e di re maggiore (il movimento allegro). Si inizia con una esposizione introduttiva dell’arpeggio ascendente di re minore da parte dei violini, dei contrabbassi e del cembalo. Dopo una iterazione dei legni, riprende l’esposizione dell’arpeggio di la maggiore da parte dei medesimi tre strumenti. Sulle note ribattute dei violini divisi (l’intervallo è di una terza minore) i contrabbassi, ai quali è di certo opinabile si aggiungessero i violoncelli, enunciano il tema poi ripreso da flauto e oboi che raddoppiano all’ottava bassa e viene sviluppato da clarinetti e fagotti. Dopo una brevissima cadenza “alla dominante”, il flauto, gli oboi e i clarinetti attaccano il movimento allegro molto. La melodia marcata ha un carattere di straordinaria immediatezza ed è sviluppata con una grandissima coerenza stilistica. L’introduzione si conclude in maniera efficace, anche se le ultime battute sono alquanto convenzionali. La rappresentazione inizia con un coro (movimento allegro) a tre voci (soprani, tenori, bassi). Gli strumenti già citati sono qui arricchiti dalla percussione (timpani, cassa battente) oltre che dal trombone, usato in questo caso con una certa parsimonia. Questo coro, che si svolge nella tonalità di si bemolle maggiore, è interessante soprattutto per la disposizione architettonica delle “entrate” dei gruppi vocali e per la chiara strutturazione del suo sviluppo. Notiamo che la grafia non è di Manfroce. Segue la prima scena5 nella quale Montezzo ed Emira informano gli spettatori delle imminenti nozze fra Alzira e Gusmano. L’episodio si svolge nella forma del “recitativo secco” (accompagnato soltanto dal cembalo). Nella successiva cavatina di Gusmano, introdotta dagli “evviva” del coro, si nota il primo brano di un certo impegno costruttivo: Miei fidi, olà, tacete, che fa seguito alle festose grida del coro, e l’aria Già pugnai guerrier nel campo, in re maggiore (tempo 4/4 movimento maestoso). Questo brano è molto elaborato nello strumentale e condotto sottolineando i diversi atteggiamenti drammatici, sia con gli impasti strumentali sia con le variazioni dei movimenti. Al maestoso succede un andantino e un allegro. Il coro interviene e conclude insieme con Gusmano l’invocazione Ah, s’affretta il dolce istante della tua felicità. Segue la scena terza Gusmano, Montezzo e Alvarez. L’aria di Montezzo, copiata molto in fretta, si ritiene che sia una interpolazione, determinata da una richiesta dell’interprete prima che l’opera andasse in scena. S’incontra a questo punto la celebre scena e cavatina di Alzira Ah, che non serve il piangere. Il recitativo Zamoro, idolo mio è nella tonalità di do minore fin quando, cambiato movimento, dal “largo” si passa a un “allegro”. Modula in la minore e, con una cadenza “alla dominante” interrotta, piomba nella tonalità di mi maggiore. Nel movimento andante si svolge quella che è una delle più note arie dell’opera, cioè l’anzidetta Ah, che non serve il piangere. È da notare in quest’aria il violino solista che accompagna il canto di Alzira. A questo proposito è interessante sottolineare il raffronto fra quest’aria e un altro famoso brano nel quale figura il violino che accompagna la cantante; ci riferiamo all’aria L’amerò, sarò costante del Re pastore di W.A. Mozart. Un duetto fra Alzira e Gusmano è preceduto dalla quarta scena. La quinta scena è introdotta da un recitativo accompagnato sempre fra Gusmano e Alzira. Ha per titolo Quel pianto che ognora dal ciglio ti scende; la musica si fa notare per gli accenti di profonda verità di cui sa rivestire un testo piuttosto convenzionale. La scena sesta, preceduta da un recitativo secco fra Montezzo ed Emira, mostra il redivivo Zamoro che chiede vendetta con accenti patetici, accompagnati da tutta l’orchestra nel recitativo che precede l’aria Oh, gran Dio che mi vedesti. Sia il recitativo sia l’aria sono molto espressivi. Nel corso dell’aria interviene il coro, che fa eco ai voti augurali del solista. La scena settima, che impegna i due rivali Zamoro e Gusmano in un duetto molto ben articolato ed efficace dal punto di vista melodico, è preceduta anch’essa dal solito recitativo secco fra tutti i protagonisti maschili dell’opera. Segue un’aria di Alvarez, Se spezzerà le lagrime, preceduta anch’essa da un recitativo secco dello stesso personaggio e dal coro Vieni del sole, o figlia, caratterizzato da un ritmo quasi si marcia. Ci si avvia così verso la parte più elaborata dell’opera, il finale atto primo. Ciò avviene per gradi. Dopo un recitativo secco che impegna quasi tutti i personaggi, vediamo Gusmano impegnato in un recitativo accompagnato dai soli strumenti ad arco. Un quartetto ha inizio con un declamato drammatico dei due rivali Gusmano e Zamoro, sottolineato dal coro Che barbaro cimento, che in questo melodramma non ha funzione scenica e di partecipazione diretta alla vicenda, ma, come nelle tragedie di Eschilo, si limita a commentare l’azione, partecipando dal di fuori e sintetizzando ed esprimendo musicalmente i sentimenti degli spettatori. L’azione si conclude con un fatto drammatico, realizzato per sole voci, nel corso del quale i due rivali si dichiarano guerra. L’atto si chiude con il concertato Fredda mano il cor mi serra, nel corso del quale i protagonisti dell’opera, agitati da diverse e opposte passioni, trovano i loro sentimenti sintetizzati in una forma musicale inquadrata in modo perfetto in quella che è la migliore tradizione del melodramma italiano.

ALZIRA – Atto secondo – Si trova manoscritto in un volume rilegato a parte. Inizia, dopo una breve introduzione strumentale, il coro Fu vano il vostro sdegno. Notevole è in questo coro la divisione dei soprani in primi e secondi; le altre voci rimangono quelle solite, cioè, tenori e bassi: consueta è inoltre la composizione dell’orchestra. La tonalità di questo pezzo, che costituisce la prima scena dell’atto, è in si bemolle maggiore (tempo 4/4 – movimento allegro). Questo brano ha una certa incisività drammatica e risulta piuttosto ben costruito che ispirato. Nella scena seconda incontriamo di nuovo un recitativo secco di Emira, Alzira e Zamoro. Precede il duetto Ah, per chi serbai finora, nella tonalità di sol maggiore, che inizia con un “arioso” cantato da Zamoro e sviluppato da Alzira; prosegue con un “largo” in 2/4 nel quale i due soprani (la parte di Zamoro è scritta per una voce femminile) cantano insieme a intervallo di terza una melodia, punteggiata dalle note ribattute dei violini e risolta in maniera molto efficace sia dal punto di vista ritmico sia dal punto di vista espressivo. Il brano si conclude con un dialogo drammatico, che precede la stretta finale, dove i due personaggi cantano ancora a intervallo di una terza maggiore. Sul manoscritto risulta vergata in modo affrettato e con varie cancellature; si tratta di un brano convenzionale che deve essere stato inserito all’ultimo momento. Nella scena successiva un breve declamato di Alzira, Gusmano e Zamoro, accompagnato dai soli archi, precede l’aria di Gusmano Di vena in vena disperato furor, molto interessante per alcune battute sincopate nella parte mediana di essa, affidate ai primi violini. Conclude l’aria un declamato drammatico al quale si unisce il coro Da che barbara procella. Questa conclusione è molto elaborata e strumentata con interessanti atteggiamenti ritmici e melodici, affidati soprattutto ai violini (primi e secondi). La famosa aria Povero cor, perché si trova nella successiva scena nona. […] La tonalità è di sol maggiore, il tempo è 6/8. Questa arietta ebbe molta fortuna e si ascolta volentieri per la sua dolce e aggraziata linea melodica e per l’atteggiamento sognante e malinconico del brevissimo preludio, che introduce con efficacia il breve e significativo episodio scenico. Segue il coro Tergi le lagrime nel quale s’innesta il declamato di Zamoro Numi che sento, e prosegue con l’arioso Rendimi ai lacci miei, commentato dal coro in una stretta piuttosto vigorosa, trattata dal compositore con schietta inventiva melodica e con ricchezza di atteggiamenti ritmici, affidati soprattutto ai violini. Anche il personaggio di Emira canta la sua bella aria nella scena undicesima, al solito preceduta da un recitativo secco fra Montezzo e la stessa Emira; il titolo è Tra mille palpiti e la melodia, molto suadente e aggraziata, ha la funzione di creare uno stacco lirico nello svolgersi dell’azione, così come avviene per altri brani in cui l’effusione lirica determina il congelarsi dell’azione e permette ai personaggi di dare sfogo ai loro sentimenti. Il declamato Oh, momento d’orror, e l’aria d’Alzira Ecco la vostra vittima sono preceduti, nella scena tredicesima, dal recitativo di Alzira, Zamoro e Alvarez. L’aria in mi maggiore inizia in maniera piuttosto convenzionale, ma si riscatta nello sviluppo e diviene ancor più interessante dal punto di vista musicale con l’intervento del coro. Troviamo a questo punto, preceduta ancora una volta da un recitativo secco fra Alvarez e Montezzo, una marcia in do maggiore iniziata da oboi, fagotti e corni, ai quali si aggiungono gli strumenti ad arco. Preceduto da un ennesimo recitativo, nel quale troviamo impegnati tutti i personaggi, incontriamo il finale dell’opera. Dopo due battute introduttive (tonalità do maggiore – tempo 4/4) echeggiano gli “evviva” del coro (tenori e bassi). A questo punto il concertato dei tre protagonisti viene introdotto dalla stessa Alzira con le parole Deh, ti calma amato ben, ed è arricchito dagli interventi del coro e concluso dalla “stretta” Un piacere quale al mio in maniera travolgente (movimento più mosso e alla breve). L’opera si conclude trionfalmente nelle iterate e chiare sonorità del do maggiore, in perfetta armonia con la tradizione melodrammatica.

Essendomi io stesso occupato del loro inserimento in Internet, informo infine che di quest’opera si possono ascoltare in rete i seguenti brani: la Sinfonia; la scena e cavatina d’Alzira Ah, che non serve il piangere, e il duetto Vieni, t’affretta al tempio fra Gusmano e Zamoro, che fanno parte del primo atto. Segnalo inoltre che dell’arietta Povero cor, perché esistono in rete numerosi video, in cui è eseguita da cantanti stranieri, tutti abbastanza giovani, e talora… giovanissimi.

NOTE__________________________________________________________________________

1. François Joseph Fétis, Biographie universelle des musiciens et bibliographie générale de la musique, Bruxelles, Meline, Cans et Compagnie, 1839, p. 249.
2. F. J. Fétis, Il catalogo della Biblioteca di Bruxelles, Bruxelles, Libreria Muquardt, 1877, p. 342.
3. F. Pastura, Bellini secondo la storia, Parma, Guanda, 1959, p. 238.
4. F. Florimo, Cenno storico sulla scuola musicale di Napoli, Napoli, Tip. L. Rocco, 1869, p. 632.
5. Si avverte che la numerazione delle scene indicata nella presente analisi non coincide con quella che si legge in qualche libretto dell’Alzira riprodotto in rete.

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Foto di Carmelo Neri in occasione della sua tesi di laurea, discussa a Messina il 28 giugno 1968

 

 

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Il nome di Henriette Sontag, celebre soprano della prima metà dell’Ottocento potrà anch’esso incontrarsi negli scritti biografici riguardanti Nicola Antonio Manfroce (Palmi 1791- Roma 1813), geniale compositore melodrammatico. Figlio di Domenico, valente organista di Cinquefrondi, e di Carmela Rapillo, che si dice originaria da Bagnara Calabra, è ricordato come autore di due opere, l’Alzira e l’Ecuba, che piacquero e gli procacciarono una discreta notorietà, mentre la buona sorte sembrava assecondarlo, perché fin dalla prima rappresentazione furono eseguite da interpreti di grande rinomanza, come Isabella Colbran, Adelaide Montresor Malanotte, Nicola Tacchinardi, Andrea Nozzari, Manuel Garcia (padre di Maria Malibran) e Antonio Crivelli.

Ritratto di Manfroce, in un disegno di Edoardo Matania del 1870

Il 10 ottobre 1810, nel Teatro Valle di Roma, debuttò con l’Alzira, con esito felicissimo comprovato dalle numerose repliche; vi si distinsero la Colbran nei panni della protagonista, e, per la sua splendida esibizione “en travesti”, il contralto Montresor Malanotte, divenuta qualche anno dopo la creatrice del ruolo di Tancredi nell’omonima opera di Rossini. Nella stagione di “primavera” del 1811 questo contralto sostenne di nuovo il ruolo di Zamoro nel Teatro Comunale di Ancona (edizione rimasta finora poco conosciuta), e in quella autunnale dello stesso anno fu ancora Zamoro a Monza, dove s’inaugurava un nuovo teatro, avendo come compagna di lavoro Maria Marchesini nel ruolo principale. Il celebre incisore Bartolomeo Pinelli (il cui cognome si legge in calce a sinistra) la raffigurò nella litografia qui riprodotta.

 Litografia di Pinelli che mostra Adelaide Montresor Malanotte nel personaggio

di Zamoro nell’Alzira di Manfroce (Roma, Teatro Valle, ottobre 1810)

In occasione della “prima” nella città capitolina Manfroce musicò quella che è una delle più note arie dell’opera, e si tratta della “cavatina a violino obbligato” di Alzira, Ah, che non serve il piangere; il pezzo, eseguito dalla Colbran, era appunto contraddistinto dall’uso, allora inconsueto nelle opere italiane, del violino solista che accompagnava il canto, e la novità fece sicuro effetto sugli spettatori. A tal riguardo è davvero interessare il confronto fra quest’aria e un bellissimo brano del sommo Mozart, in cui troviamo di nuovo il violino che accompagna la voce del soprano: si tratta di L’amerò, sarò costante nell’opera Il re pastore, composta dal grande salisburghese quando aveva anch’egli diciannove anni.

Dopo la scomparsa dello sfortunato musicista, l’Alzira per circa un decennio fu rappresentata in numerosi teatri, talora abbinata nella medesima stagione al Tancredi di Rossini, dramma derivato anch’esso dalla vasta produzione di Voltaire. Tra i famosi cantanti che recitarono in quest’opera di Manfroce s’incontrano nomi abbastanza noti: Rosmunda Pisaroni, Francesca Festa Maffei, Girolama Dardanelli, Alberico Curioni, Berardo Winter, Giovanni David (figlio), Giovanni De Begnis, Michele Benedetti, Geltrude Righetti Giorgi, e altri.

Rossini e Bellini, ancor più di Donizetti, videro in seguito valorizzate le loro musiche da soprani che potremmo definire di primo rango, come Giuditta Pasta e Maria Malibran, le quali negli anni dal 1825 al 1835 ebbero concorrenti molto affermate, e basti ricordare Henriette Meric Lalande, Fanny Tacchinardi, Giuseppina Ronzi de Begnis, Giuditta e Giulia Grisi, ma una sola fu considerata di merito pari a quello della Pasta e della Malibran, e fu Henriette Sontag (Clobenza 1806 – Città del Messico). Questa cantante, pur essendo giudicata mediocre attrice sulla scena, era molto ammirata, e non solo per l’avvenenza fisica, ma anche per il suo «squisito timbro sopranile», per una certa «grazia seduttrice», e per un metodo di canto “impeccabile”.

Litografia ottocentesca di Henriette Sontag

Nel 1829, scritturata dal Théâtre Italien di Parigi, ebbe occasione di cantare in varie opere del repertorio rossiniano, compreso il Tancredi, in cui sostenne il ruolo di Amenaide, mentre alla giovanissima Malibran fu assegnato quello del personaggio che dà titolo all’opera. Insoddisfatta della parte, la Sontag pretese cambiamenti da Rossini, allora dimorante in quella capitale. Volendo ben figurare, desiderava cimentarsi con un brano virtuosistico per contrapporsi con efficacia alla famosa Marietta, che immaginava applauditissima nella cavatina Di tanti palpiti; il maestro cercò di accontentarla, ma ebbe il suo bel da fare, perché «si dice che per nessun’altra cantante Rossini abbia impreziosito la parte di un precedente lavoro come per la Sontag: così per Amenaide di Tancredi che doveva interpretare a fianco di una incantatrice quale la Malibran» (cfr. Giorgio Appolonia, Le voci di Rossini, Torino, Eda, 1992, p. 366).

Si può intendere meglio quanto accadde, ricordando che fra le due artiste non correva buon sangue (in un certo periodo entrambe furono innamorate del violinista Charles de Bériot), e si detestavano; quando erano nella necessità di esibirsi insieme, fra loro divampava inevitabile la voglia di superarsi l’un l’altra, per primeggiare negli applausi e nel favore del pubblico.

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Il brano dell’Alzira,che nel 1829 fu eseguito dal celebre soprano

Henriette Sontag nel Teatro Italiano di Parigi

 

 

Non si può neppure escludere che, falliti alcuni tentativi di Rossini, l’inserimento del brano di Manfroce da intercalare nel Tancredi (Cfr. in rete: https://imslp.org/wiki/Alzira (Manfroce%2C_Nicola) sia stato in ultimo proposto alla Sontag dallo stesso Pesarese, in accordo con l’editore Pacini, suo ottimo amico. Ciò è verosimile, perché al famoso autore del Barbiere di Siviglia quest’aria era ben nota, e forse ancor prima di quando, trovandosi a Napoli, aveva ascoltato l’Alzira rappresentata nel Teatro San Carlo, durante il Carnevale del 1819.

Non sorprende poi che la Sontag abbia approvato tale scelta, confidando che sarebbe stata apprezzata dal pubblico; in quel tempo i cantanti avevano spesso la cattiva abitudine di abbellire le opere in programma, e vi innestavano brani tolti da lavori dello stesso compositore o di altri maestri; erano in voga anche le cosiddette “arie di bravura”, che servivano a far esaltare le doti di agilità canora, e potevano introdursi in più opere; si servivano anche delle cosiddette “arie da baule”, che portavano con sé in ogni teatro, come una sorta di bagaglio, per eseguirle all’occorrenza e strappare l’applauso degli ascoltatori.

Si ha motivo di credere che nel Teatro Italiano di Parigi, cantata dalla Sontag,la graziosa cavatina di Manfroce, con l’orchestra e col violino che accompagnava il canto di Alzira, sia piaciuta abbastanza, e ciò si arguisce dal fatto che l’editore decise di stampare quel brano e lo mise in commercio con accompagnamento di pianoforte come le comuni arie da salotto, che in quel tempo erano molto in voga.

Antonio Francesco Pacini (Napoli 1778- Parigi 1886), uno dei numerosi italiani allora residenti nella capitale francese, amava privilegiare la produzione degli operisti italiani, ed era egli stesso un musicista. Aveva studiato nella città natale nel Conservatorio della Pietà dei Turchini, e nel 1804, quando vi fu ammesso Manfroce, si trasferì a Parigi, dove tentò senza fortuna la carriera di operista. Nel 1812 fondò una piccola casa editrice, che ebbe sede nel Boulevard des Italiens, al numero 11, come si legge nel frontespizio.

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(*) Ringrazio il mio amico Michele Domenico Manferoce di Cinquefrondi, che mi ha suggerito di compilare questa nota, ritenendo utile farne conoscere il contenuto. Egli stesso, già da parecchio tempo, ha provveduto a inserire in rete la famosa cavatina Ah, che non serve il piangere, (Atto I – Scena V, nell’opera Alzira), eseguita dal soprano Rossana Pacchielle, accompagnata al pianoforte da Marcella Crudeli. Tale interpretazione, corredata da un video, può rintracciarsi in You Tube, all’indirizzo: 

 https://soclassiq.com/it/Pe/lista_delle_notizie/Nicola_Manfroce/ID/7469/flows/V/

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Pasqua 2023 a Cinquefrondi. Torna l’Affruntata nel Corso Garibaldi e torna la diretta web dell’Edicola di Pinuccio.
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È lontana una quindicina d’anni la prima edizione dell’Affruntata in diretta web da Cinquefrondi. Una piccola webcam, un PC, un microfono una linea telefonica presa non si ricorda come e dove e tanta buona volontà di pochi volontari di quella che sarebbe stata l’Edicola di Pinuccio. Questi gli ingredienti alla base di un’esperienza volta a ridurre le distanze tra i cinquefrondesi nel mondo tramite la tecnologia.
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Ne è passato di tempo e le tecnologie si sono evolute. Oggi tanti di quei volontari si sono defilati per motivi diversi, l’attività dell’Edicola di Pinuccio ha subito un forte ridimensionamento, ma lo zoccolo duro ha resistito. Le nuove leve sono diventate adulte e contribuiscono a mantenere in vita l’Associazione.
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E sono proprio le poche risorse umane rimaste che non rinunciano a riproporre e riportare, dopo due anni di pandemia, le immagini della manifestazione più attesa dell’anno, l’Affruntata di Cinquefrondi, in ogni angolo del globo terrestre in tempo reale.
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Domenica di Pasqua, 9 aprile 2023, a partire dalla tarda mattinata, con pochi ma evoluti mezzi
informatici, non più fili, palchi, PC enormi e le più strane diavolerie inventate per l’occasione, con un PC portatile, qualche smartphone e due piccole telecamere digitali gli irriducibili hanno mandato in diretta dal Corso Garibaldi collegamenti dalle due chiese interessate alla manifestazione per regalarvi live tutti i momenti dell’Affruntata, dalla presa delle statue alle uscite, alle “imbasciate” di San Giovanni, all’incontro finale con processione di rientro.
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Insomma questo post vale per invitare tutti gli amici dell’edp sparsi per il mondo, a collegarsi e riallacciare per qualche ora il legame con il paese d’origine.

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Si ringrazia: la fam. Zangari e Totò Parisi per le location, la fam. Nardi per la linea ADSL, Nunzio Bono (dkstore.it – dkgraphic) e Salvatore Albanese per le telecamere.

Hanno collaborato per la realizzazione: Annalisa e Renato Gallo alla regia, Michele Albanese al commento e Gabriele Bonini, Francesco Bonini, Gianluca Raso e Salvatore Franco alle riprese.

Se non si vede, CLICCARE QUI

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Cinquefrondi spacc e vetrin! – Clementino LIVE a Cinquefrondi (RC) – 28/12/2022 http://www.edicoladipinuccio.it/cinquefrondi-spacc-e-vetrin-clementino-live-a-cinquefrondi-rc-28122022/ http://www.edicoladipinuccio.it/cinquefrondi-spacc-e-vetrin-clementino-live-a-cinquefrondi-rc-28122022/#comments Thu, 29 Dec 2022 10:49:33 +0000 frabonini http://www.edicoladipinuccio.it/?p=91007 CINQUEFRONDI – Un evento ben riuscito quello di ieri sera a Piazzale Stazione di Cinquefrondi. C’era grande attesa per il concerto di uno dei grandi della scena...

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CINQUEFRONDI – Un evento ben riuscito quello di ieri sera a Piazzale Stazione di Cinquefrondi. C’era grande attesa per il concerto di uno dei grandi della scena rap napoletana e italiana e la presenza dei tanti fan e non solo ne è stata la risposta.

Clementino ha fatto saltare e cantare tutti quanti con il suo Black Pulcinella Christmas Tour, iniziato con l’ultima canzone del nuovo album “Black Pulcinella” per proseguire poi con “Sound of Napoli” ed altri nuovi brani. Non sono mancati colpi di freestyle e improvvisazioni, tipici del rapper, ma soprattutto il cantante è sceso più volte a cantare tra la gente, sentendo tutto il calore del pubblico.

Presenti in scaletta anche i brani più famosi come “La Cosa Più Bella Che Ho”, “O’ Vient”, “Joint”, “Mare di Notte”, “Fumo”, “Don Raffaè” ricordando il grande De Andrè e per introdurre il suo grande classico “Cos Cos Cos”, ha trasformato il piazzale in un’arena spartana (vedi video QUI).

Soddisfatto il sindaco Michele Conia: “Ieri sera Cinquefrondi ha accolto migliaia di giovani al concerto di Clementino. Tutto è stato perfetto, ho visto una comunità e una intera cittadina consapevole della grande crescita, capace di accogliere e divertirsi. Grazie Cinquefrondi!”.

clementino

Per vedere l’introduzione di “Cos Cos Cos” (“Cinquefrondi spacc e vetrin!”) click QUI

Per vedere il montaggio del concerto click QUI

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Le lettere di Bellini all’amico Francesco Florimo e alcune “rivelazioni” sull’epistolario del 1882 http://www.edicoladipinuccio.it/lettere-bellini-francesco-florimo/ http://www.edicoladipinuccio.it/lettere-bellini-francesco-florimo/#comments Fri, 09 Dec 2022 21:44:11 +0000 frabonini http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90994 CINQUEFRONDI - In questi ultimi anni ho avuto modo di leggere alcune pubblicazioni di Carmelo Neri su Vincenzo Bellini, il famoso “Cigno di Catania”, e ora trovo ancor...

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CINQUEFRONDI - In questi ultimi anni ho avuto modo di leggere alcune pubblicazioni di Carmelo Neri su Vincenzo Bellini, il famoso “Cigno di Catania”, e ora trovo ancor più ricco di interesse e di novità un suo recente lavoro dal titolo Lettere di Vincenzo Bellini a Francesco Florimo (1828-1835), pubblicato da Algra Editore – Viagrande (CT). È un bel volume di quattrocento pagine, con una pregevole prefazione del Professore Constantine P. Carambelas-Sgourdas di Atene, seguita da una lunga nota introduttiva, e da centodieci lettere, distribuite in ordine cronologico, indirizzate da Bellini al più illustre figlio di San Giorgio Morgeto.

Per meglio approfondire l’argomento trattato, l’autore ha corredato la sua scrupolosa trascrizione dei singoli documenti con un minuzioso apparato critico, in cui sovrabbondano note storiche ed esplicative, opportuni chiarimenti linguistici, precisazioni e curiosità varie, e frequenti rimandi e confronti con quanto si legge nella prima edizione dell’epistolario belliniano, curata da Florimo nel 1882.

L’introduzione, scritta in maniera semplice e scorrevole, è dedicata soprattutto a un attento esame della raccolta anzidetta; di essa occupandosi, Neri ha fatto un’importante scoperta, e, per primo dopo centoquarant’anni, è riuscito a dimostrare con prove inconfutabili che la stesura delle lettere di Bellini, consegnate per la pubblicazione all’editore Barbera di Firenze, fu compilata da Michele Scherillo (1860-1930), un collaboratore non privo di talento, ma non all’altezza dei difficile compito assegnatogli da Florimo. Da parte sua, quest’ultimo, giunto alla veneranda età di anni ottantuno, e con problemi di vista, non era più in grado di applicarsi da solo a una fatica tanto impegnativa, e, avendo accettato il consiglio di alcuni amici di far stampare quell’epistolario, per la copiatura degli autografi fu costretto a incaricare altri.

        

         A tale iniziativa editoriale fu indotto anche dalla speranza che quella pubblicazione, che includeva altre memorie belliniane, gli avrebbe fatto guadagnare un po’ di denaro per la realizzazione del monumento a Bellini, che ancora oggi si ammira a Napoli nella piazza intitolata al grande musicista siciliano.

Il vecchio bibliotecario del San Pietro a Majella, persuaso di aver fatto una buona scelta, si fece sostituire dal ventunenne Scherillo, che ricevette da lui non solo il compito di ritrascrivere le lettere di Bellini, in precedenza copiate da Cesare Dalbono, ma anche quello di revisionare i testi. Florimo gli raccomandò di omettere taluni periodi contenenti rimproveri (inclusi quelli a lui rivolti), parole offensive, espressioni un po’ crude, e anche di tagliare interi paragrafi il cui contenuto era meglio non far conoscere, e altri nei quali il suo amico Vincenzo parlava di persone, i cui discendenti ancora in vita avrebbero potuto non gradire che i nomi dei loro antenati, e le vicende in cui furono coinvolti, finissero in pasto alla pubblica curiosità.

Foto di Florimo donata a Francesco Cilea “in segno di amicizia”, in data 15 gennaio 1887.

L’inesperto Scherillo, approfittando della libertà che gli fu concessa, aggiunse poi del suo, assoggettando tutte le trascrizioni a innumerevoli e bizzarre modifiche, e decise anche di migliorarle nella forma per renderle più leggibili, e prive di inesattezze e di altre imperfezioni. Pertanto, come Neri ha chiarito nel libro, il giovane Michele ebbe anch’egli una grave responsabilità in quella dilettantesca raccolta epistolare, che ancora oggi procura a Florimo molte critiche.

Il monumento a Bellini, opera dello scultore Alfonso Balzico, inaugurato nel 1886. Oggigiorno è privo delle belle statuette un tempo situate nelle nicchie del piedistallo, e delle aggiunte metalliche che si osservano in questa riproduzione (Dal volume Omaggio a Bellini, Catania, 1901).

         L’uscita del volume Bellini Memorie e lettere, come era inevitabile, ha messo in rilievo anche una cospicua mancanza di lettere indirizzate a Florimo nel periodo dal 1829 al 1833; poiché tale “vuoto” riguarda i cinque anni in cui il suo amico ebbe una relazione amorosa con Giuditta Turina, una donna sposata, è logico pensare che quella dispersione sia avvenuta (forse su richiesta dello stesso Bellini) per prevenire l’eventualità che quegli autografi, contenenti spesso confidenze intime e altre notizie che dovevano restare segrete, in caso di furto o di altro incidente potessero finire in cattive mani.

         Lo storiografo calabrese, accusato di avere bruciato numerose lettere dei Bellini, di averne alterate altre, e “falsificate” due anche con «materiale di sua invenzione», ha trovato in Neri, che ha un’ottima conoscenza dell’epistolario belliniano, un provvidenziale difensore della sua innocenza, perché è riuscito a dimostrare con prove indubitabili che talune delle accuse suddette mancano di fondamento, come nel caso della presunta “falsificazione” delle due lettere sopraindicate.

Se tuttavia è vero che Florimo, come tutti noi poveri mortali, è incorso in alcuni errori (compreso quello di avere accordato troppa fiducia a Scherillo), è altrettanto innegabile che stato un uomo straordinario, a cui si riconoscono benemerenze straordinarie, e come tale merita straordinaria indulgenza. Accade invece che si continua a diffamarlo, addebitandogli addirittura colpe che non ha mai commesso.

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* Ho avuto il piacere di conoscere il Prof. Carmelo Neri diversi anni fa, quando, avendomi contattato per via del mio cognome Manferoce / Manfroce, mi parlò del musicista Nicola Antonio Manfroce, nato nel 1791, e morto nel 1813. Si era occupato di questo mio antenato in una tesi di laurea, assegnatagli dal Prof. Salvatore Pugliatti, e discussa nel 1968 presso l’Università di Messina. Parlandomi del geniale compositore di Palmi, che frequentò a Napoli l’antico Conservatorio della Pietà dei Turchini, e in seguito il Collegio di San Sebastiano, mi ha fatto meglio comprendere la sua importanza storica, come valido precursore di Rossini. Neri mi è stato ancora di grandissimo aiuto quando, circa dodici anni fa, ho pubblicato in rete un apposito sito su Manfroce, che ancora è possibile consultare al seguente link:   https://nicolaantoniomanfr.wixsite.com/manfroce?fbclid=IwAR2xUHpdorkQv5P0ywcAH6hVThdkW3gryaqjw8nTxoZuRAlEwG96T40UqZ8

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Pallavolo serie BM. Scelto l’allenatore della Jolly Cinquefrondi per la prossima stagione http://www.edicoladipinuccio.it/pallavolo-scelto-lallenatore-della-jolly-cinquefrondi/ http://www.edicoladipinuccio.it/pallavolo-scelto-lallenatore-della-jolly-cinquefrondi/#comments Tue, 21 Jun 2022 18:18:20 +0000 frabonini http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90960 CINQUEFRONDI - E si, un vero e proprio ritorno a “casa”, in quella città ed in quella società che lo ha visto protagonista per ben 7 stagioni come...

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CINQUEFRONDI - E si, un vero e proprio ritorno a “casa”, in quella città ed in quella società che lo ha visto protagonista per ben 7 stagioni come secondo di mister Polimeni.

Le ultime 12 stagioni diviso tra B2,B1 e serie A3 tra Messina, la Jolly Cinquefrondi e Palmi.
Prima di passare nel maschile, tantissimi anni e tante soddisfazioni nel settore femminile tra Pizzo, Rossano e le entusiasmanti stagioni tra B, A2 ed A1 con la Pallavolo Gallico e le stagioni come secondo in quella Mangiatorella Reggio Calabria, fiore all’occhiello della Calabria nel volley nazionale.
Ben tornato a casa Mister Giglietta, il PalaBonini ti aspetta.
la pallavolo Jolly sceglie Franco Giglietta per la nuova stagione

mister Franco Giglietta in maglia Jolly

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La stagione sportiva si è conclusa e per la Pallavolo Jolly è già tempo di parlare di futuro http://www.edicoladipinuccio.it/la-stagione-sportiva-si-e-conclusa-e-per-la-pallavolo-jolly-e-gia-tempo-di-parlare-di-futuro/ http://www.edicoladipinuccio.it/la-stagione-sportiva-si-e-conclusa-e-per-la-pallavolo-jolly-e-gia-tempo-di-parlare-di-futuro/#comments Wed, 25 May 2022 11:09:43 +0000 frabonini http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90954 CINQUEFRONDI - Vogliamo lasciarci alle spalle questi ultimi due anni dove l’emergenza sanitaria purtroppo non ci ha permesso di godere a pieno questo meraviglioso sport che è la...

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CINQUEFRONDI - Vogliamo lasciarci alle spalle questi ultimi due anni dove l’emergenza sanitaria purtroppo non ci ha permesso di godere a pieno questo meraviglioso sport che è la Pallavolo.

Ma “Noi siamo la Jolly”, sappiamo cosa rappresentiamo nel movimento pallavolistico regionale e nazionale e siamo coscienti che le aspettative intorno a noi sono sempre state alte.
Proprio per quel rispetto e riconoscimento che riceviamo costantemente, abbiamo deciso che è giunto il momento di parlare del nostro futuro con più entusiasmo e voglia di fare. Crediamo che la nostra storia, la nostra comunità ed il nostro territorio meritino di rivedere il Palabonini di nuovo stracolmo di tifosi, tornare finalmente a vedere la Jolly protagonista.
Parlare di “scenari di alto profilo” in un territorio come il nostro, può sembrare un azzardo, ma oggi vogliamo poter Sognare.

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Lavoreremo sin da subito per una pallavolo di livello, sia per quanto riguarda la prima squadra, sia per continuare quanto già avviato nel settore giovanile, maschile e femminile. Siamo convinti che un traguardo importante lo si possa raggiungere solo con il supporto di tutti gli appassionati; per questo confidiamo nei nostri sponsor, in quelli che ci sono sempre stati ed in quelli che siamo sicuri ci saranno, per costruire insieme il futuro della nostra pallavolo e consegnare a questo territorio un progetto stabile e duraturo.

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Felice festa della mamma. Storia di un amore eterno e incondizionato http://www.edicoladipinuccio.it/felice-festa-della-mamma-storia-di-un-amore-eterno-e-incondizionato/ http://www.edicoladipinuccio.it/felice-festa-della-mamma-storia-di-un-amore-eterno-e-incondizionato/#comments Sat, 07 May 2022 13:36:39 +0000 frabonini http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90942 Se c’è un modo per figurarsi l’amore di dio, diceva un mio professore dell’Università, è quello di pensare all’amore materno. Perché l’amore di una madre è incondizionato...

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Se c’è un modo per figurarsi l’amore di dio, diceva un mio professore dell’Università, è quello di pensare all’amore materno. Perché l’amore di una madre è incondizionato ed è eterno, due qualità che col tempo impariamo a dare per scontate, ma che da piccoli, il nostro “io” neonato, restituisce in una forma di gratitudine che trascende le parole che non può ancora dire e le emozioni che non sa ancora provare.

La natura ha progettato la nostra prima infanzia secondo il principio di sopravvivenza, dotandoci di trucchi e “sensori” biologici sensibili al piacere, di modo che possiamo, senza saper ancora nemmeno pensare, imparare a nutrirci, per esempio, o a soddisfare un altro paio di bisogni primari ancora più prosaici. Però la relazione con la madre, per quanto cerchiamo di sviscerarla, va molto oltre l’istinto di sopravvivenza del bambino.

La connessione che si viene a creare tra madre e figlio segnerà entrambi per tutta la vita e influirà sul modo che il piccolo avrà di relazionarsi con gli altri nel corso della propria esistenza. Perché un amore di quel tipo, incondizionato, indipendente dalle circostanze o dalle caratteristiche del figlio, è difficile da rintracciare nel mondo là fuori. L’amore di una madre è eterno, cioè non comincia e non finisce, c’è da sempre ed è sempre ora e qui, ma soprattutto, a differenza di ogni altro tipo d’amore che sperimenteremo da quel momento in poi, esso non deve essere conquistato.

A una madre non dobbiamo dimostrare mai e poi mai di essere degni del suo amore. E una relazione madre e figlio, quando è sana, segna come un metronomo il ritmo di tutta la nostra vita accordandoci con la più grande delle felicità.

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Se andate a chiedere a un prete o a un rabbino o a un qualsiasi ministro di una qualsiasi religione vi dirà, se è preparato, che l’amore di dio è proprio così: incondizionato ed eterno. Dio non ci ha mai chiesto altro che questo, secondo i testi più antichi delle più antiche religioni: di lasciarci amare, incondizionatamente, per sempre. O meglio: di accorgerci che siamo amati, da sempre, non per quello che facciamo, non perché ce lo meritiamo, ma semplicemente per quello che siamo qualsiasi cosa siamo. Così come una madre continuerebbe ad amare suo figlio anche dopo che si è macchiato del più atroce dei delitti. Così come una madre continuerà a chiamare figlio il ladro, il violento e l’assassino in cui suo figlio, sfortunatamente, in alcuni casi si è trasformato.

Ma come fa una madre ad amare così un’altra persona? Dove la trova una forza d’amore così intensa e potente? La risposta è facile: suo figlio non è un’altra persona, è parte di lei, perché è da lei che viene, dal suo stesso corpo, ed è nel suo corpo che un giorno è arrivato a riempire un vuoto che è sempre stato lì, ad aspettarlo. Una si fa due nel più grande miracolo della storia ed è forse un caso che la maggior parte degli dei abbia una madre o si siano incarnati per fare l’esperienza del parto?

La Festa della Mamma è un concetto che risale agli antichi greci, per quanto ne sappiamo, ma anche le più antiche civiltà utilizzavano questo termine, Madre, per indicare la Terra, la Natura, la Dea, e sono sicuro che in qualche modo, esse avessero un modo per festeggiarne l’amore assoluto e incondizionato. I greci celebravano la dea Rea, in primavera, considerata la Madre degli Dei. E per quel sincretismo tanto caro ai romani, nel mondo latino veniva onorata allo stesso modo Cibele, un’altra dea madre. Il cristianesimo ha la figura di Maria, madre di dio e della chiesa e di tutto quanto, colei a cui il cristiano chiede di intercedere presso il Padre e il Figlio quando ha delle richieste particolarmente importanti. Maria, nella tradizione cristiana, è quella che ci mette sempre e comunque una buona parola, gratuitamente.

Dal XVI secolo, la Domenica della Mamma è stata inserita come festa nazionale nel calendario cristiano del Regno Unito e pare che, attualmente, tale festa si celebri in oltre 150 paesi in tutto il mondo.

Nelle realtà paleocristiane, le comunità delle origini del cristianesimo, la Festa della Mamma era un periodo durante la Quaresima, in cui le persone tornavano alla loro chiesa madre, la chiesa principale, per un servizio liturgico speciale. È questo il motivo per cui, ogni anno, la Festa della Mamma cade nella quarta domenica di Quaresima. È curioso come persino nella discussa epoca medievale, agli apprendisti e ai domestici venisse concesso un giorno di riposo, per tornare a casa dalle proprie madri, non prima di aver comprato per loro una torta speciale conosciuta come torta Simnel: un pastosa miscela di frutta e pasta di mandorle, decorata con undici palline di marzapane che rappresentavano gli apostoli meno, ovviamente, il traditore Giuda Iscariota.

Indebolita fino all’epoca moderna, la Festa dedicata alla Mamma è tornata in auge grazie a una donna americana, Anna Jarvis, che nel 1900 fece pressione sul presidente Wilson per farla diventare una festa americana ufficiale.

In Italia, la festa della mamma come la si intende oggi è nata invece a metà degli anni cinquanta, in due diverse occasioni: una legata a motivi di promozione commerciale e l’altra invece a motivi religiosi.

Continuando a citare da Wikipedia: “Dal punto di vista commerciale, fu Raoul Zaccari, senatore e sindaco di Bordighera, uno dei promotori della legge istitutiva della festa della mamma, approvata nel 1958; in collaborazione con Giacomo Pallanca, presidente dell’Ente Fiera del Fiore e della Pianta Ornamentale di Bordighera-Vallecrosia, prese nel 1956 l’iniziativa di celebrare la festa della mamma a Bordighera, al Teatro Zeni; successivamente la festa si svolse al Palazzo del Parco.

“Dal punto di vista religioso, la festa invece risale all’anno successivo, il 1957, e ne fu protagonista don Otello Migliosi parroco di Tordibetto di Assisi, in Umbria, il 12 maggio 1957. L’idea di don Otello Migliosi fu quella di celebrare la mamma non già nella sua veste sociale o biologica, ma nel suo forte valore religioso, cristiano anzitutto, ma anche interconfessionale, come terreno di incontro e di dialogo delle varie culture tra loro. Da allora, ogni anno, la parrocchia di Tordibetto celebra ufficialmente la Festa con importanti manifestazioni a carattere religioso e culturale. Sempre a Tordibetto è localizzato, unico in Italia, un “Parco della Mamma”, progettato dall’architetto assisano Enrico Marcucci intorno ai resti dell’antica chiesa di Santa Maria di Vico, con al centro una statua della maternità, opera dello scultore Enrico Manfrini.

origini festa della mamma

Quando il 18 dicembre 1958 Raul Zaccari – insieme ai senatori Bellisario, Baldini, Restagno, Piasenti, Benedetti e Zannini – presentò al Senato della Repubblica un disegno di legge tendente a ottenere l’istituzione della festa della mamma, l’iniziativa suscitò un dibattito in Senato, che si prolungò anche nell’anno successivo: alcuni senatori ritenevano inopportuno che sentimenti così intimi fossero oggetto di norma di legge e temevano che la celebrazione della festa potesse risolversi in una fiera di vanità. La festa comunque prese ugualmente campo in tutta Italia e fu celebrata inizialmente l’8 maggio; in seguito, la festività venne confermata nella seconda domenica di maggio. In questa occasione, i bambini offrono regali alle loro madri, come disegni o altri lavoretti, che molto spesso hanno realizzato a scuola; comune è anche l’usanza di recitare poesie dedicate alla mamma, anch’esse studiate a scuola”.

Oggi, tuttavia, la Festa della Mamma è diventata l’ennesima festa consumistica, con fatturati dell’ordine delle decine di milioni di euro per Paese: fiori, cioccolatini, regali griffati di ogni tipo. Ed è l’ennesima festa comandata verso cui sbuffare la nostra imperitura insoddisfazione postmoderna, quella per cui ogni rito e rituale ci annoiano e il cambiamento perenne a cui aneliamo è tuttavia il sempre uguale rimaneggiamento degli stessi concetti sotto mentite spoglie. L’ennesima contraddizione, che fa il paio con i notiziari di nera traboccanti di violenza domestica ai danni della regina del focolare.

Ma si parla della mamma quando, come ci impone la grammatica, il sostantivo è preceduto dall’articolo e dal pronome possessivo. Questa è la festa della mia mamma e di tutte le vostre. La stessa Jarvis di cui dicevamo poco sopra aveva notato che la festa della mamma dovrebbe contenere un “singolare possessivo” in modo che ogni famiglia potesse onorare la propria madre, al contrario di tutte le madri. Non è più da tempo, insomma, la festa della Madre (della Madre Chiesa, della Madre di Dio, della Dea Madre greca o latina…), ma, finalmente, la festa della mia e, in maniera altrettanto speciale, della vostra.

In questo giorno dedicato alle nostre mamme, dunque, vi porgiamo l’augurio di passare con loro una splendida giornata e a loro di continuare a sperimentare, in entrambe le direzioni, l’amore più vero e meraviglioso che c’è.

(E in barba a un consumismo, se proprio volete farle un regalo, coglietele un fiore sul cammino che da casa vostra porta a casa sua. Sono pronto a scommettere che ne sarà contenta assai di più).

festa della mamma

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Pallavolo serie BM. Altro 3-2 per la Diper Jolly. I Tonnetti strappano un punto al Cinquefrondi. REPLICA http://www.edicoladipinuccio.it/pallavolo-serie-bm-jolly-callipo/ http://www.edicoladipinuccio.it/pallavolo-serie-bm-jolly-callipo/#comments Sat, 23 Apr 2022 22:03:12 +0000 frabonini http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90937 CINQUEFRONDI - Tredici set giocati in sette giorni. Un record che si aggiunge a quello delle tre partite in una settimana per la pallavolo cinquefrondese. Di scena i...

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CINQUEFRONDI - Tredici set giocati in sette giorni. Un record che si aggiunge a quello delle tre partite in una settimana per la pallavolo cinquefrondese. Di scena i Tonnetti della Callipo Vibo, un gruppo di giovanissimi guidati da Nico Agricola già retrocessi ma che, a vederli giocare, meriterebbero altra posizione.

 

La partita si sviluppa con i reggini avanti 1/0 e 2/1. I set intermedi caratterizzati da ampi black out Jolly che danno spazio ai vibonesi, per loro sugli scudi il miglior realizzatore della serata Orto con 21 punti. Ma decisivo è risultato l’infortunio di Emanuele Renzo, tra le fila dei locali, in discesa dopo un attacco. Era il secondo set e Renzo era, in quel momento, il più prolifico in attacco. Il ragazzo cosentino ha dovuto abbandonare il campo per problemi ad una caviglia.

 

Cinquefrondi sbanda. Ampio il vantaggio di Vibo (9 setpoint) e stesso vantaggio ripetuto nel quarto set nel quale però Cinquefrondi sfiora il colpaccio arrivando sino al meno due vanificato da due errori gratuiti finali.

 

Nel quinto set Cinquefrondi è stremato (tredicesimo set in una settimana) ma dà corso alle ultime energie disponibili. È ancora decisiva l’esperienza di Dionisio Dipasquale che sfodera due spettacolari recuperi e di Fabio Remo che sorprende tutti chiudendo la partita con un attacco di seconda intenzione.

 

Risultato finale Jolly vs Callipo 3-2 (25/22-16/25-25/19-21/25-15/10) durata incontro 132 minuti.

Arbitri Giulia Concilio e Giorgia Tanzilli da Roma.

Se non si vede la replica, CLICCARE QUI

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Pallavolo serie BM. Buona la seconda. La Jolly bissa il successo contro Volley Catania ma divide la posta (3-2). REPLICA http://www.edicoladipinuccio.it/pallavolo-serie-bm-jolly3-catania2/ http://www.edicoladipinuccio.it/pallavolo-serie-bm-jolly3-catania2/#comments Sat, 23 Apr 2022 09:40:40 +0000 frabonini http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90931 CINQUEFRONDI - Il verdetto della classifica era già emesso, Letojanni e Lamezia vanno ai play-off, Gupe Ct, Callipo e Volley Catania retrocesse in serie C.   Ma la...

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CINQUEFRONDI - Il verdetto della classifica era già emesso, Letojanni e Lamezia vanno ai play-off, Gupe Ct, Callipo e Volley Catania retrocesse in serie C.

 

Ma la situazione di classifica non ha influito sull’andamento dell’ultimo recupero della stagione. Chi si aspettava una partita da “viva il parroco” ha dovuto ricredersi. Ci sono volute più di due ore per decretare, alla fine, la divisione della posta.

 

L’ha spuntata la Jolly che, inorgoglita per i due riagganci del Catania, ha dato mandato pieno a Dionisio Dipasquale per affondare i colpi finali nel quinto parziale.

 

Catania arriva a Cinquefrondi priva di alcune persone e senza tecnico al seguito. Cinquefrondi lancia in campo i giovanissimi sotto la direzione di Belcastro. Tutto bene o quasi per Defina nel primo parziale (25/19), ma le cose cambiano rapidamente. Catania reagisce e trova dal lato opposto diversi errori sia in ricezione che allo smistamento. Catania arriva a giocarsi ben 11 set point nonostante cinque errori al servizio (25/14).

 

Defina non ci sta e procede a ripristinare la formazione tipo di fine stagione. Dentro Dipasquale e Remo, ma si va sul 2-1 non senza difficoltà. A segno per Catania Speziale e Ferraccu’, per la Jolly il senatore Dipasquale (25/22).

 

Non è finita. Quarto set copia del secondo. Catania prevale 25-16 (nove setpoint) in un parziale “caldo” con tre cartellini, uno dei quali rosso al Catania.

 

Serve il miglior Dipasquale per chiudere la partita con il 15/10 finale in poco più di due ore.

 

Qualche ora di relax per recuperare energie e poi di nuovo in campo per la penultima della stagione. Al Palabonini arrivano i cuginetti della Tonno Callipo.

 

Score:
Diper Jolly: Bonati 9; Lopetrone 6; Arena 8; Dipasquale 14; Renzo 5; Melara 6.

Volley Catania: Ferraccu’ 20; Basilico’ 6; Speziale 18; Sanfilippo 7; Scarpello 13; Petrolito 8.

Arbitri Raffaele Donato e Antonio Mazza

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Pallavolo serie BM. La Jolly espugna il Pala Abramo di Catania. REPLICA http://www.edicoladipinuccio.it/pallavolo-serie-bm-la-jolly-espugna-il-pala-abramo-di-catania/ http://www.edicoladipinuccio.it/pallavolo-serie-bm-la-jolly-espugna-il-pala-abramo-di-catania/#comments Wed, 20 Apr 2022 21:24:56 +0000 frabonini http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90920 CATANIA - Bottino pieno e salvezza acquisita. I punti di Catania spingono fuori dalla zona a rischio il Cinquefrondi che supera in classifica il Partinico.   Primo incontro...

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catania-vs-jolly-salutiCATANIA - Bottino pieno e salvezza acquisita. I punti di Catania spingono fuori dalla zona a rischio il Cinquefrondi che supera in classifica il Partinico.

 

Primo incontro dei tre previsti in settimana ed è subito soddisfazione piena e doppia. I ragazzi di Defina spendono qualche energia in più solo nel corso del terzo parziale, per il resto poco o nulla da segnalare.

 

Nel primo set la Jolly vola dopo un primo equilibrio. È il turno al servizio di Fabio Remo (anche oggi regista dall’inizio) che si rivela devastante. Sono sette i suoi punti consecutivi, per il resto ci pensa Catania che non riesce a mettere nei nove metri attacchi vincenti. La combinazione porta al risultato finale 25/17 Jolly.

 

Con lo stesso canovaccio il secondo parziale. A nulla valgono i correttivi da parte di mister Giuffrida. Remo smista per tutti i suoi martelli che si esaltano. Il vantaggio aumenta rapidamente fino al 25/14 Jolly.

 

Ancora correzioni nella formazione catanese nel terzo set. Entra Ferraccu’ che alla fine sarà il miglior realizzatore siciliano. Impennata d’orgoglio e due volte in break il Volley Catania ma dopo il 19 pari la Jolly capisce che è il momento di affondare. Dopo un’ora e venti di gioco si chiude il capitolo con un liberatorio 25/22 e 3/0 per la Diper Jolly.

 

Analizzando la classifica, lo scontro diretto di stasera e la vittoria del Cinquefrondi sanciscono la matematica permanenza nella serie B della Jolly che quindi non dovrà aspettare ulteriori risultati positivi.

 

Tre le partite ancora da giocare e playout scongiurati. Nuova situazione in coda con Gupe Catania e Vibo già retrocesse, Volley Catania terz’ultima, prima di questa non più Cinquefrondi che, con 26 punti, scavalca il Partinico al quale rimangono solo due partite da giocare a fronte delle tre della Jolly.

 

Nemmeno il tempo di fare la doccia che le due squadre si ritroveranno al Palabonini tra due giorni, ma sarà un clima decisamente diverso.

 

Defina raggiunge l’obiettivo, e a questo punto, con tranquillità, può guardare al termine della stagione mirando ad occupare una posizione più comoda.

 

Sarà la fine del mese a decretare il termine della stagione regolare del campionato più turbolento della storia della pallavolo.

 

Gli score:
Jolly: Bonati 13; Remo 3; Lopetrone 10;Arena 9; Dipasquale 10; Melara 4

Catania: Ferraccu’ 6; Verona 1; Minnelli 2; Speziale 4; Sanfilippo 6; Scarpello 3; Petrolio 3; Cianci 3.

Arbitri Davola e Sava.

 

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Pallavolo serie B maschile. Settimana di superlavoro per la Jolly http://www.edicoladipinuccio.it/pallavolo-serie-b-maschile-settimana-di-superlavoro-per-la-jolly/ http://www.edicoladipinuccio.it/pallavolo-serie-b-maschile-settimana-di-superlavoro-per-la-jolly/#comments Wed, 20 Apr 2022 15:22:32 +0000 frabonini http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90914 CINQUEFRONDI - Comincia stasera al PalaAbramo (ex PalaSpedini) di Catania la settimana più “giocata” della storia della pallavolo cinquefrondese. Mai si era verificato che si disputassero tre partite...

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CINQUEFRONDI - Comincia stasera al PalaAbramo (ex PalaSpedini) di Catania la settimana più “giocata” della storia della pallavolo cinquefrondese. Mai si era verificato che si disputassero tre partite di campionato in una settimana che forse costituiscono un unicum a livello nazionale, di sicuro a livello locale.

catania-vs-jolly

Volley Catania VS Jolly Cinquefrondi in diretta web, clicca sull’immagine per collegarti

 

La Jolly Cinquefrondi lotta ancora per non retrocedere pur occupando la quart’ultima piazza a fronte di tre retrocessioni nella serie inferiore.

Il regolamento federale prevede infatti che per evitare di disputare i playout, la quart’ultima deve avere almeno tre punti di distacco dalla terz’ultima.

 

La matematica pertanto dice che la Jolly dovrà ottenere quattro punti nelle ultime quattro gare.

 

Queste le gare che restano da disputare: stasera a Catania contro Volley Catania (la squadra con la quale Cinquefrondi si contende la salvezza), venerdì a Cinquefrondi contro la stessa squadra (si completano i recuperi) poi sabato la gara interna contro la Callipo Vibo già retrocessa, ed infine sabato 30 aprile ultima di calendario a Catania contro Costa Dolci Papiro

 

Per gli appassionati ed i tifosi una bella scorpacciata di sport.

 

pallavolo jolly cinquefrondi

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Replica de L’AFFRUNTATA di Cinquefrondi 2022. Entrare nel post per il video. http://www.edicoladipinuccio.it/affruntata-2022-replica/ http://www.edicoladipinuccio.it/affruntata-2022-replica/#comments Mon, 18 Apr 2022 22:08:50 +0000 frabonini http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90750 Pasqua 2022 a Cinquefrondi. Torna l’Affruntata nel Corso Garibaldi e torna la diretta web dell’Edicola di Pinuccio. - È lontana una quindicina d’anni la prima edizione dell’Affruntata...

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Pasqua 2022 a Cinquefrondi. Torna l’Affruntata nel Corso Garibaldi e torna la diretta web dell’Edicola di Pinuccio.
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È lontana una quindicina d’anni la prima edizione dell’Affruntata in diretta web da Cinquefrondi. Una piccola webcam, un PC, un microfono una linea telefonica presa non si ricorda come e dove e tanta buona volontà di pochi volontari di quella che sarebbe stata l’Edicola di Pinuccio. Questi gli ingredienti alla base di un’esperienza volta a ridurre le distanze tra i cinquefrondesi nel mondo tramite la tecnologia.
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Ne è passato di tempo e le tecnologie si sono evolute. Oggi tanti di quei volontari si sono defilati per motivi diversi, l’attività dell’Edicola di Pinuccio ha subito un forte ridimensionamento, ma lo zoccolo duro ha resistito. Le nuove leve sono diventate adulte e contribuiscono a mantenere in vita l’Associazione.
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E sono proprio le poche risorse umane rimaste che non rinunciano a riproporre e riportare, dopo due anni di pandemia, le immagini della manifestazione più attesa dell’anno, l’Affruntata di Cinquefrondi, in ogni angolo del globo terrestre in tempo reale.
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Domenica di Pasqua, a partire dalla tarda mattinata, con pochi ma evoluti mezzi
informatici, non più fili, palchi, PC enormi e le più strane diavolerie inventate per l’occasione, con un PC portatile, qualche smartphone e due piccole telecamere digitali gli irriducibili saranno in diretta dal Corso Garibaldi con collegamenti dalle due chiese interessate alla manifestazione per regalarvi live tutti i momenti dell’Affruntata, dalla presa delle statue alle uscite, alle “imbasciate” di San Giovanni, all’incontro finale con processione di rientro.
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Insomma questo post vale per invitare tutti gli amici dell’edp sparsi per il mondo, a collegarsi e riallacciare per qualche ora il legame con il paese d’origine.

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Polistena, spettacolo di colori in Via Luigi Longo http://www.edicoladipinuccio.it/polistena-spettacolo-di-colori-in-via-luigi-longo/ http://www.edicoladipinuccio.it/polistena-spettacolo-di-colori-in-via-luigi-longo/#comments Wed, 21 Jul 2021 10:50:11 +0000 Giuseppe Campisi http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90793 Polistena – Via Onorevole Luigi Longo si tinge di mille colori grazie ad una installazione pensata e voluta dal comitato dei commercianti della stessa strada ed alcune...

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Polistena – Via Onorevole Luigi Longo si tinge di mille colori grazie ad una installazione pensata e voluta dal comitato dei commercianti della stessa strada ed alcune traverse (circa una ventina di attività commerciali) che, sulla spinta del promotore, Letterio De Domenico, hanno dato vita ad una delle repliche più famose ed in voga degli ultimi tempi prendendo spunto dal festival di arte e cultura di Agueda (Portogallo) denominato AgitÁgueda – Art Festival, che si tiene tutti gli anni nel mese di luglio dal 2011. Una installazione di oltre 540 ombrelli multicolor che sembrano fluttuare nell’aria, sospesi e danzanti, sulle teste stupite di passanti e automobilisti sorpresi negli ultimi giorni dal lavoro di montaggio di una novità assoluta per la città. Una lingua arcobaleno lunga circa 350 metri a formare “un spettacolo bellissimo realizzato “solo” con la forza ed i sacrifici di tutti i commercianti” ha riferito in un post social lo stesso De Domenico. Un progetto elaborato grazie all’estro propositivo dell’architetto polistenese Denise Cosentino, nato dal basso con il crowdfounding tra gli stessi operatori economici aderenti, e subito accolto con entusiasmo per rendere più attraente una delle vie commerciali più trafficate della città talvolta marginalizzata, benché in pieno centro, poiché percepita più come itinerario di passaggio e meno di stazionamento. Uno scenografia briosa che riqualifica e vivacizza un lembo di paesaggio urbano che attende solo di veder completato il tratto terminale per essere pienamente operativa e funzionale allo scopo di regalare luce, bellezza, buon umore e, perché no, qualche nuova opportunità di crescita economica e sociale a beneficio dell’intera collettività.

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SETTIMANA SANTA 2021. La lista degli appuntamenti da vivere in diretta con l’Edicola di Pinuccio e le repliche degli eventi trasmessi. VIDEO http://www.edicoladipinuccio.it/settimana-santa-2021-la-lista-degli-appuntamenti-da-vivere-in-diretta-con-ledicola-di-pinuccio-e-le-repliche-degli-eventi-trasmessi-video/ http://www.edicoladipinuccio.it/settimana-santa-2021-la-lista-degli-appuntamenti-da-vivere-in-diretta-con-ledicola-di-pinuccio-e-le-repliche-degli-eventi-trasmessi-video/#comments Thu, 01 Apr 2021 11:19:56 +0000 frabonini http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90758 CINQUEFRONDI – A seguire, tutti gli appuntamenti della Settimana Santa 2021 da vivere in diretta attraverso i canali dell’Edicola di Pinuccio e le repliche degli eventi già...

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CINQUEFRONDI – A seguire, tutti gli appuntamenti della Settimana Santa 2021 da vivere in diretta attraverso i canali dell’Edicola di Pinuccio e le repliche degli eventi già trasmessi.
Vi ricordiamo, inoltre, che gli eventi da trasmettere sono visibili sulla pagina dedicata sul nostro sito (LINK QUI) o sul nostro canale Youtube “Edicola diPinuccio” (LINK QUI) o sulla nostra pagina Facebook (LINK QUI).

Domenica delle Palme (28/03): Ore 11:00, in diretta dalla Chiesa Matrice la Santa Messa Solenne e a seguire l’Esposizione del SS. Sacramento.

Se non si vede click QUI

Giovedì Santo (01/04): Ore 19:00, in diretta dalla Chiesa Matrice la Santa Messa Vespertina nella Cena del Signore.

Se non si vede click QUI

Venerdì Santo (02/04): Ore 14:00, in diretta dalla Chiesa del Carmine, l’Agonia.

Se non si vede click QUI

Ore 17:30, in diretta dalla Chiesa Matrice la Celebrazione della Passione del Signore.

Se non si vede click QUI

Sabato Santo (03/04): Ore 19:30, in diretta dalla Chiesa Matrice la Solenne Veglia Pasquale.

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Domenica di Pasqua (04/04): Ore 11:00, in diretta dalla Chiesa Matrice la Santa Messa Solenne.

Se non si vede click QUI.

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PALLAVOLO. Sarà Tonino Chirumbolo il nuovo allenatore della Jolly http://www.edicoladipinuccio.it/pallavolo-sara-tonino-chirumbolo-il-nuovo-allenatore-della-jolly/ http://www.edicoladipinuccio.it/pallavolo-sara-tonino-chirumbolo-il-nuovo-allenatore-della-jolly/#comments Sun, 28 Feb 2021 19:44:37 +0000 rgallo http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90729 Chirumbolo il nuovo timoniere della Jolly, 55 anni di Lamezia Terme. Inizia la sua carriera di allenatore ad appena 26 anni partendo dalla sua Lamezia nella stagione...

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Chirumbolo il nuovo timoniere della Jolly, 55 anni di Lamezia Terme.

Inizia la sua carriera di allenatore ad appena 26 anni partendo dalla sua Lamezia nella stagione 91/92 dividendosi tra settore giovanile e staff della prima squadra in B1 maschile.
Nella stagione 95/96 passa a Cetraro Cs, ottenendo 3 promozioni in 3 stagioni, portando il Volley Cetraro dalla C2 alla C1 alla B2 ed alla B1.
Il ritorno a Lamezia per altri 2 stagioni prima di passare al Rossano Cs dove rimane per ben 6 stagioni.
Nel 2006/07 il passaggio alla Callipo Vibo Valentia dove rimane per 12 stagioni scrivendo la storia del settore giovanile del club del patron Pippo Callipo e del Dg Michele Ferraro. Con gli Hipponici sono circa 20 le finali Nazionali under ed un titolo di Campione d’Italia under 14 con lo scudetto nella stagione 2007/08.
Decine di atleti del sud Italia che oggi militano nelle serie maggiori sono passati dalle sue mani.
Nelle ultime due stagioni sposa un nuovo progetto con il Volley Cosenza nel settore giovanile femminile interrotto solo dalla pandemia.
Nel 2017 componente dello Staff Tecnico Federale nell’ambito dell’attività di qualificazione Nazionale.
Approda alla Jolly, da domani dirigerà il suo primo allenamento al PalaBonini ed il destino vuole che alla prima partita di campionato di sabato prossimo la Jolly vada a far visita alla Callipo al PalaValentia.
Benvenuto alla Jolly mister.

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PALLAVOLO. La Jolly Cinquefrondi esonera l’allenatore Cesare Pellegrino http://www.edicoladipinuccio.it/pallavolo-la-jolly-cinquefrondi-esonera-lallenatore-cesare-pellegrino/ http://www.edicoladipinuccio.it/pallavolo-la-jolly-cinquefrondi-esonera-lallenatore-cesare-pellegrino/#comments Fri, 26 Feb 2021 21:49:50 +0000 frabonini http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90724 CINQUEFRONDI - ”Cesare Pellegrino non è più l’allenatore della Jolly Cinquefrondi”, con questa nota si apre il comunicato sui social della squadra cinquefrondese. La società comunica la decisione...

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CINQUEFRONDI - ”Cesare Pellegrino non è più l’allenatore della Jolly Cinquefrondi”, con questa nota si apre il comunicato sui social della squadra cinquefrondese.

La società comunica la decisione di interrompere il rapporto di collaborazione con Cesare Pellegrino, responsabile del settore tecnico ed allenatore della squadra di serie B maschile.
“Si tratta di una scelta sofferta -spiega il presidente Mario Ceruso- dettata purtroppo dall’evolversi degli eventi e dai risultati di questa prima parte di stagione. A lui vanno i ringraziamenti per il lavoro svolto in questi mesi alla Jolly e i migliori auguri per il proseguo della sua carriera di allenatore”.
In attesa di conoscere il nome del nuovo allenatore, la squadra viene affidata a mister Salvatore Albanese, tecnico del settore giovanile.

salvatore albanese alla guida della Jolly Cinquefrondi

Salvatore Albanese

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Polistena, la minoranza preme e Tripodi fa resistenza http://www.edicoladipinuccio.it/polistena-la-minoranza-preme-e-tripodi-tiene-botta/ http://www.edicoladipinuccio.it/polistena-la-minoranza-preme-e-tripodi-tiene-botta/#comments Thu, 11 Feb 2021 17:05:29 +0000 Giuseppe Campisi http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90673 Polistena – In attesa degli sviluppi politici in seguito alle dimissioni del sindaco Marco Policaro e dello scioglimento di alcuni nodi legati alle impostazioni di liste e...

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Polistena – In attesa degli sviluppi politici in seguito alle dimissioni del sindaco Marco Policaro e dello scioglimento di alcuni nodi legati alle impostazioni di liste e coalizioni in vista delle regionali di aprile certo l’agorà cittadino, anche in assenza di consigli comunali, non si fa mancare nulla quanto a polemiche e provocazioni ravvivate anche per via del botta e risposta social tra la una minoranza sempre pugnace ed il pungente vice sindaco uscente Michele Tripodi. Motivo del contendere? Le interrogazioni a getto continuo del gruppo di Uniti per Polistena sempre più intenzionati a non dare tregua alla maggioranza, seppur dimissionaria, e ad ottenere risposte su sistemazione strade, torrente Jerapotamo, piano del traffico, discariche e concessioni di immobili comunali a cui fa da controcanto la replica piccata dell’ex primo cittadino ostinato a non demordere. La minoranza – oltre a rinfacciare a Tripodi una certa ambiguità di posizione rispetto alle iniziali ruvide dichiarazioni contro il presumibile candidato presidente Luigi De Magistris, a suo tempo definito “salvatore della patria di importazione”, poi ammorbidite, forse da più miti consigli, con il passo di lato di Tansi – ritiene incomprensibili le mancate risposte da parte degli assessori interrogati nonché la non avvenuta convocazione di un consiglio urgente per discutere le mozioni sollevate. Il riscontro richiesto arriva però, per le vie social ed extraconsiliari, ed è proprio Michele Tripodi che, sebbene solingo, obietta sulle questioni avanzate con un lungo post nel quale parla di segnalazioni false e manipolate, attivazioni di procedimenti contro vecchi abusi edilizi e proroghe tacite in merito alle convenzioni concernenti le strutture e gli immobili di proprietà comunali. Scrive Tripodi: «In questi pochi mesi di gestione amministrativa il gruppo di minoranza catapultato per mera combinazione nel Consiglio Comunale, non solo ha cercato di ostacolare il lavoro compiuto dall’Amministrazione Comunale nell’interesse della comunità, ma ha tentato in tutti i modi di esercitare pressioni ingiustificate sugli uffici e “messe in mora” dei responsabili di servizio spesso distogliendoli dal normale lavoro di ufficio. Non è questo il modo di operare nell’interesse di una comunità onesta e laboriosa come Polistena, e quand’anche lo scontro politico costituisca una risorsa per la democrazia, esso dovrebbe avvenire nel rispetto dei ruoli e del lavoro di ognuno». Non meno affilata, però, giunge la chiosa della minoranza di UpP: «Ci domandiamo come mai, nonostante le capacità che dovrebbero avere per rivestire quel ruolo, tutti tacciono lasciando parlare l’unico che non è stato interpellato. […] Invitiamo, il Sindaco f.f. o chi per esso, visto che è solito nascondersi sotto la gonnella della suocera, a denunciare nelle dovute sedi quanto affermato riguardo del materiale “manipolato”: saremo più che orgogliosi di dimostrare, per l’ennesima volta, la falsità di quanto da lui dichiarato. Facciamo fatica a capire come mai, invece di rispondere nel merito, si cerchi di sempre di “fare ammuina” e non affrontare le singole tematiche».

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Elezioni CM, Conia: “Superata sfida impossibile” http://www.edicoladipinuccio.it/elezioni-cm-conia-superata-sfida-impossibile/ http://www.edicoladipinuccio.it/elezioni-cm-conia-superata-sfida-impossibile/#comments Mon, 25 Jan 2021 16:21:03 +0000 Giuseppe Campisi http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90660 Cinquefrondi – «Superata una sfida impossibile». Queste le prime parole affidate ad una nota del neoeletto consigliere metropolitano Michele Conia. Il sindaco di Cinquefrondi – che correva...

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Cinquefrondi – «Superata una sfida impossibile». Queste le prime parole affidate ad una nota del neoeletto consigliere metropolitano Michele Conia. Il sindaco di Cinquefrondi – che correva nella lista Territorio Metropolitano – si è detto molto soddisfatto per l’entrata in Consiglio in una competizione che ha visto la presenza di altre tre liste di cui due (Lista Dem insieme per la città metropolitana e Lista S’intesi metropolitana) espressione del centrosinistra reggino e vicine al sindaco Falcomatà ed una di centro destra (Cdx metropolitano). Le liste Dem e S’Intesi hanno praticamente fatto il pieno eleggendo Giuseppe Marino, consigliere comunale di Reggio Calabria,  Domenico Mantegna, sindaco di Benestare, Giuseppe Ranuccio, sindaco di Palmi, Nino Zimbalatti, consigliere comunale di Reggio Calabria e Salvatore Fuda, sindaco di Gioiosa Jonica, Armando Neri, consigliere comunale di Reggio, Calabria, Carmelo Versace, consigliere comunale di Reggio Calabria, Filippo Quartuccio, consigliere comunale di Reggio Calabria mentre la lista espressione del centrodestra reggino ha portato in consiglio Pasquale Ceratti, vicesindaco di Bianco, Antonino Minicuci, sfidante di Falcomatà alle ultime amministrative e consigliere comunale di Reggio Calabria, Domenico Romeo, sindaco di Calanna, Rudi Lizzi, consigliere comunale di Gerace, Giuseppe Zampogna, sindaco di Scido. Comprensibile dunque il compiacimento di Conia, unico eletto per la sua lista con 4964 voti ponderati, a rappresentare il candidato outsider «fuori dagli schemi classici» in una tornata dall’affluenza altissima ( 91% al seggio di Palazzo Alvaro a Reggio, l’87% a quello di Palmi e di Locri, con una media di poco superiore all’88 %) peraltro assai discussa e tenutasi – per garantire la sicurezza delle operazioni di voto grazie anche all’istituzione di ben 3 seggi, Palmi, Locri e Reggio Calabria – nonostante la riottosità di molti esponenti politici per via dell’emergenza pandemica in corso benché giustificata dal sindaco metropolitano con la motivazione di dotare l’ente del suo organo politico decisionale. «Ora al lavoro per il territorio, portando le istanze e le energie e facendo rete con la tante belle persone e realtà che, in questi giorni ho incontrato, perché non sono stato eletto io, ma è stato eletto un noi e tutti insieme lavoreremo per la nostra terra» sono state le parole di Conia che rappresenta, con Giuseppe Zampogna e Giuseppe Ranuccio, il trio degli eletti per il comprensorio della Piana.

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TAURIANOVA. Trionfo dei Messicani per il “Concorso Internazionale Madonnari – Città di Taurianova” http://www.edicoladipinuccio.it/taurianova-trionfo-dei-messicani-per-il-concorso-internazionale-madonnari-citta-di-taurianova/ http://www.edicoladipinuccio.it/taurianova-trionfo-dei-messicani-per-il-concorso-internazionale-madonnari-citta-di-taurianova/#comments Sat, 02 Jan 2021 18:14:49 +0000 rgallo http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90628 Si è conclusa con la proclamazione dei vincitori dal palazzo municipale la V edizione del “Concorso Internazionale Madonnari – Città di Taurianova”. Un’edizione speciale e online che...

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Si è conclusa con la proclamazione dei vincitori dal palazzo municipale la V edizione del “Concorso Internazionale Madonnari – Città di Taurianova”. Un’edizione speciale e online che però non ha rinunciato alla riflessione con il tema “Fratelli tutti… nessuno si salva da solo”, allo scambio interculturale e all’invasione di bellezza e arte che ha sempre caratterizzato la manifestazione unica nel suo genere in tutta la Calabria, inserita tra i maggiori eventi culturali e artistici dell’intera regione.

Il “Concorso Internazionale Madonnari – Città di Taurianova” nella sua formula online ha ottenuto migliaia e migliaia di interazioni e visite da ogni parte del mondo, sia attraverso i social collegati al Concorso e sia attraverso il nuovo sito dedicato. Tanti anche i messaggi di riconoscimento e sostegno delle istituzioni, di artisti di tutto il mondo e molto significativo il plauso di Carlo Bottani, Sindaco di Curtatatone, dove dal 1973 l’arte effimera degli artisti di strada è protagonista del Concorso Internazionale dei Madonnari più antico d’Italia, che a nome di tutta l’Amministrazione scrive: «Condividiamo anche per questo la bellissima iniziativa e ci sentiamo uniti da un “ponte di Amicizia” con la Vostra Associazione e con gli Artisti internazionali che parteciperanno all’evento».

primo-classificato-taurianovaTra i migliori artisti del gessetto provenienti da ogni parte del mondo è riuscito a prevalere, convincendo tutta la giuria tecnica, il trentenne messicano José Luis Rodrigues Aleman (n.29), vincitore assoluto del Concorso con l’opera “Somos la cura”, che ha raccontato così: «L’opera rappresenta l’umanità, che ha nella propria volontà il prendersi cura con amore del prossimo e dei suoi cari. È una rappresentazione dell’amore che cerca di raggiungere l’insegnamento di Gesù: “Non c’è amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici”. Noi dunque “Somos la cura” (“Siamo la cura”), non solo della pandemia ma di tutti i problemi che abbiamo come società. L’opera si ispira ad immagini della rete, tra cui gli artisti Norman Rockwell, El País e medici che combattono per il Covid, oltre a persone care come mia moglie e mia figlia».

 

Sul secondo gradino del podio sempre dal Messico un ex aequo con Salvador H. Briones (n.21) e Ivan Israel Garcia Gelindo (n.23), mentre la milanese Luna Urzì (n.9) si è aggiudicata il terzo posto.

2-classificato-taurianovacattura luna-urzi-madonnari-taurianova

 

 

 

 

 

 

 

 

A decretare i madonnari vincitori una giuria artistica – che ha valutato non solo le opere finite, ma anche la tecnica usata e diversi aspetti che rientrano nell’arte madonnara – composta dal Maestro della Decorazione Leo Sergi, professore presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, dal Maestro Luciano Tigani, Artista pittore e dall’Assessore alla cultura del Comune di Taurianova Maria Fedele che ha dichiarato: «Sono stati 31 gli artisti che a suon di pastelli hanno cercato di raggiungere la vetta, regalando immagini ed emozioni ai tanti appassionati che con entusiasmo hanno seguito lo svolgersi dell’evento. Un grande ringraziamento agli Amici del Palco, associazione di promozione culturale per aver impreziosito il cartellone degli eventi natalizi con questo prestigioso concorso, e che per il quarto anno mi hanno dato la possibilità di sedere in giuria, ed infine, un doveroso grazie anche a tutte le realtà che lo hanno patrocinato e sostenuto».

E tra le novità di quest’anno l’esposizione virtuale e la mostra itinerante del “Concorso Internazionale Madonnari – Città di Taurianova” che negli anni ha sempre abbellito e colorato la città per diversi giorni, e perciò ha voluto toccare tutti gli angoli della città inserendo le opere degli artisti in una mappa e in un percorso ideale che ha fatto da vetrina non solo agli artisti ma anche alle piazze, chiese e monumenti della città.

«Siamo orgogliosi di sostenere questo meraviglioso progetto artistico e culturaleha affermato il Sindaco di Taurianova, Rocco Biasi - che di anno in anno cresce sempre di più, portando lustro alla nostra città. Un Concorso che è ormai in via di storicizzazione e che ha fatto conoscere la nostra città a tutto il mondo, esportando la Taurianova bella oltre i confini regionali e nazionali».

Il “Concorso Internazionale Madonnari – Città di Taurianova” dopo una selezione dei bozzetti, ha seguito gli artisti Madonnari più creativi all’opera dai loro paesi d’origine, da dove hanno realizzato le opere inedite in Concorso, inviando filmati e foto in ogni fase della realizzazione e permettendo dunque ai visitatori online di ammirare lo spettacolo straordinario dei madonnari capaci di trasmettere con semplici gessetti le loro emozioni.
Di seguito l video della realizzazione dell’Opera vincitrice del messicano José Luis Rodrigues Aleman cliccare QUI

Il pubblico ha avuto inoltre la possibilità di votare il bozzetto più bello ed in tantissimi hanno espresso la loro preferenza (4.368 i voti validi arrivati da tutto il mondo) premiando il bozzetto del messicano José Luis Rodrigues Aleman (n.29) che ha ottenuto 831 preferenze unendo per la prima volta nella storia del Concorso pubblico e giuria e portando in Messico il bottino di premi, mentre Walter Scotti (n.1) di Bergamo, con 785 preferenze si è aggiudicato il secondo posto del Premio Social ed il kit dei Madonnari con gessetti professionali.

«Siamo felicissimi di essere riusciti a portare avanti anche quest’anno, con il prezioso aiuto di ogni membro dell’Associazione, il nostro Concorso, che è l’unico Concorso dei Madonnari in Italia non legato ad altri eventi (feste patronali, fiere) - ha affermato l’Arch. Giacomo Carioti, presidente dell’“Associazione Amici del Palco”, ideatori dell’evento. – Abbiamo dovuto pensare una formula completamente rinnovata, ma l’arte antica dei madonnari ci ha insegnato che con dei gessetti si può trasformare l’asfalto in un museo a cielo aperto e così sotto la direzione artistica del maestro madonnaro Gennaro Troia (fondatore della Scuola Napoletana dei Madonnari), abbiamo anche in questo periodo pandemico portato l’arte non solo nelle strade, ma con un museo diffuso anche nelle case di tutto il mondo».

E quest’anno il “Concorso Internazionale Madonnari – Città di Taurianova” ha raggiunto anche l’interesse della Fondazione Migrantes, Organismo di Pastorale nazionale della CEI che segue i madonnari, quali artisti ambulanti nomadi, e ha visto la conferma del sostegno del Vescovo della diocesi di Oppido M. – Palmi, Francesco Milito, che ha espresso la sua vicinanza visitando online le opere e – come ogni anno – si è soffermato per ammirare ingegno e fede di ogni opera. «Ben volentieri confermo il Patrocinio con l’auspicio che l’evento continui migliorando per l’alto significato e messaggio che contiene. Registro, infatti, – ha continuato il pastore Milito – con vera soddisfazione, che la manifestazione si è ben radicata nella realtà taurianovese, come appuntamento atteso, apprezzato, necessario elemento oltremodo utile per la Città».

La manifestazione è stata supportata dal patrocinio del Comune di Taurianova, dal Consiglio Regionale della Calabria, dalla Regione Calabria, dalla diocesi di Oppido Mamertina – Palmi, dalla Consulta delle Associazioni di Taurianova, dalla partnership artistica/didattica dell’Istituto d’Istruzione Superiore “V. Gerace”, Liceo Artistico di Cittanova, dell’Istituto d’Istruzione Superiore “N. Pizi”, Liceo Artistico di Palmi, dalla partnership associativa delle associazioni “Mammalucco” e “Fraternamente” ed è stata possibile grazie alle tante aziende del territorio che hanno anche quest’anno voluto sostenere l’evento con la loro sponsorizzazione nonostante il periodo difficile per tutti i commercianti.

Di seguito la proclamazione avvenuta nel palazzo municipale alla presenza del Sindaco di Taurianova cliccare QUI

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CINQUEFRONDI Capofila del servizio civile universale http://www.edicoladipinuccio.it/cinquefrondi-capofila-del-servizio-civile-universale/ http://www.edicoladipinuccio.it/cinquefrondi-capofila-del-servizio-civile-universale/#comments Tue, 29 Dec 2020 11:18:53 +0000 rgallo http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90620 È stato approvato, grazie al lavoro dell’Amministrazione Comunale, in concerto con l’associazione “La Città dei Mestieri”, della quale ci avvaliamo della preziosa collaborazione dal 2005, e dei...

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È stato approvato, grazie al lavoro dell’Amministrazione Comunale, in concerto con l’associazione “La Città dei Mestieri”, della quale ci avvaliamo della preziosa collaborazione dal 2005, e dei progettisti Prof. Enzo Marazzita e Salvatore Tigani, un nuovo Bando per partecipare al Servizio Civile Universale.

Si offre l’opportunità di vivere, in tutto il territorio della piana di Gioia Tauro, all’interno delle comunità, un’esperienza di servizio civile universale nel campo della promozione sociale, dell’educazione e promozione culturale, paesaggistica, ambientale, dello sport e dell’educazione scolastica, equa ed inclusiva.

Sono stati ammessi a finanziamento 3 programmi di Servizio Civile Universale che comprendono 6 progetti per un totale di 67 operatori volontari.

Sono programmi e progetti innovativi che il comune di Cinquefrondi, orgogliosamente ente capofila, di concerto con gli enti di accoglienza, Associazione libera università di Polistena, comune di Rosarno, comune di Melicucco, comune di Maropati, comune di Feroleto della Chiesa, comune di Anoia, comune di San Giorgio Morgeto, hanno realizzato in co-progettazione nell’ottica della condivisione delle criticità del territorio e delle proposte di intervento.

E oggi ancor più degli anni passati, in un contesto sociale, culturale ed economico profondamente mutato, denso di incertezze, di “mortificanti distanze sociali”, di preoccupazioni per il futuro, per il lavoro, la presenza, il contributo, l’entusiasmo dei nostri giovani è una nota altamente positiva che si connota della speranza di poter uscire dal tunnel e di ritornare, infine, “a rivedere le stelle”.

I giovani sono chiamati ad uno spirito di solidarietà a concorrere ed affrontare la situazione emergenziale, cercando concretamente di aiutare gli anziani, le donne sole con piccoli, gli stranieri, i soggetti portatori di handicap, i nuovi poveri, facendo sentire meno la solitudine, il senso di inadeguatezza, le difficoltà economiche e relazionali;

sono chiamati a far amare, con le attività, la cultura e il bello, le nostre straordinarie bellezze naturali;

sono chiamati a istillare fiducia e speranza, a costruire ponti di solidarietà, a incidere positivamente sul bene della collettività, contribuendo così alla costruzione di una comunità solidale, inclusiva, umana;

sono chiamati, in conclusione, a creare occasioni e a dedicare tempo a mescolarvi con altri giovani e a fare qualcosa di utile per il paese.

E’ con questi sentimenti che quest’anno abbiamo accolto con commozione la pubblicazione del bando dei volontari di Servizio Civile Universale che ci vede protagonisti nelle comunità del territorio.

L’Assessore alle politiche giovanili, Roberta Manfrida, afferma: ”E’ sicuramente un grande orgoglio, dopo tanti anni e tanti giovani che ho avuto il piacere di veder lavorare nel nostro ente, offrire questa nuova possibilità alla generazione che, non ritengo solo essere il nostro futuro, ma profondamente il nostro presente. Essere Ente Capofila mi inorgoglisce ulteriormente, e per questo mi sento di ringraziare per la rinnovata fiducia il prof. Enzo Marazzita e Salvatore Tigani, che insieme a tutta l’ Associazione “ La città dei Mestieri” ci sono sempre stati vicini, cercando insieme le idee e i progetti che più si potessero abbinare al nostro territorio. Mi auguro che i giovani che si appresteranno a partecipare alle selezioni, lo facciano nella consapevolezza che, in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, hanno una grande responsabilità oltre l’opportunita di rendersi utili alla società”.

Il Sindaco Michele Conia: ” tutto iniziò nel 2005 quando ricoprivo la carica di assessore alle politiche sociali e giovanili, oggi Cinquefrondi diventa comune capofila di altri importanti enti e comuni, ottenendo un risultato importante su scala nazionale. La rete con gli altri enti diventa fondamentale e permetterà a tanti giovani di partecipare al bando e rendere servizi utili alle comunità e contemporaneamente accrescere le personali esperienze e competenze.  I giovani, come abbiamo sostenuto con forza, diventano protagonisti del presente e la collaborazione con il conseguenziale superamento di inutili campanilismi rende tutto più entusiasmante.  Essere Sindaco del comune capofila di una progettazione così importante e di carattere nazionale mi onora, mi rende felice e ripaga i grandi sforzi fatti in questi lunghi anni.  Infine, non per circostanza, ringrazio l’associazione città dei Mestieri per la collaborazione decisiva e tutti i sindaci ed i rappresentanti legali degli enti che hanno sottoscritto le convenzioni con noi, rendendo questo sogno una concreta realtà.

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conia_Con Decreto n. 14118 del 21/12/2020 è stato assegnato a Cinquefrondi un finanziamento di € 1.499.085,19.

Si tratta del più grande finanziamento che il Comune di Cinquefrondi abbia mai ottenuto e senza alcun mutuo che graverà sui cittadini.Un progetto di oltre 480 pagine frutto di studio, lavoro e competenza deliberato in Giunta ( n. 116 del 19/09/2018).
Il progetto si chiama BORGO DELLA MULTICULTURALITÀ ed è la dimostrazione che i sogni si possano realizzare. Quando iniziammo, non ancora amministratori, a lavorare nel centro storico da volontari creando il progetto BORGO FUTURO, per tanti era solo utopia. Noi invece ci abbiamo sempre creduto e abbiamo sempre pensato che il centro storico nella nostra cittadina potesse rinascere e tornare ad essere il cuore pulsante e culturale di tutta la nostra comunità.
A questo grande finanziamento si unisce la rivoluzione in atto con il progetto Case a 1 euro ed i lavori di Via Vittorio Veneto, Corso Garibaldi, Piazza Castello e la riqualificazione del  Rione Rosario che dimostrano una programmazione ed una progettazione seria e senza precedenti nella storia.
È la risposta, inoltre, più chiara ed inequivocabile, a chi ha sostenuto che non ci sarebbe stata capacità di intercettare finanziamenti e realizzare grandi opere, dimostrazione che i risultati si possono ottenere con la competenza e restando coerenti senza “svendersi” ai potenti di turno.
È un grande giorno per tutta Cinquefrondi, per il suo sviluppo economico, sociale e culturale che si può ottenere solo con fatti concreti  e non certo con annunci sui social o con il disfattismo di chi vorrebbe che la nostra Cinquefrondi restasse nel buio.

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CINQUEFRONDI. C’è bisogno di calore e vita http://www.edicoladipinuccio.it/cinquefrondi-ce-bisogno-di-calore-e-vita/ http://www.edicoladipinuccio.it/cinquefrondi-ce-bisogno-di-calore-e-vita/#comments Thu, 03 Dec 2020 16:49:58 +0000 rgallo http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90598 Abbiamo deciso anche quest’anno, in un periodo tanto difficile, di rendere più calorosa la nostra cittadina addobbandola con le tradizionali luminarie natalizie. Una decisione presa con grande...

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manifestolumi9_nAbbiamo deciso anche quest’anno, in un periodo tanto difficile, di rendere più calorosa la nostra cittadina addobbandola con le tradizionali luminarie natalizie. Una decisione presa con grande razionalità perché riteniamo che in momento grigio e pesante per i nostri bambini, ma anche per gli adulti, c’è bisogno di luci, di colori e di vita.
C’è bisogno di speranza!
Questa è la prima iniziativa di una serie che abbiamo in mente per questo periodo che sarà inevitabilmente particolare. Abbiamo previsto una serie di interventi anche in collaborazione con altri Enti e la Parrocchia di Cinquefrondi per sostenere le famiglie che in questo momento si trovano in difficoltà, perché nessuno nella comunità di Cinquefrondi deve essere o sentirsi solo.
Invitiamo, inoltre, tutti i cittadini ad effettuare i propri acquisti nelle nostre piccole attività commerciali che, oggi più che mai, vanno sostenute.
Stiamo, inoltre, predisponendo delle piacevoli iniziative per i nostri bambini a scuola e altre attività sociali avvalendoci anche del supporto dei Volontari Civici e del Servizio Civile Universale.
Anche se non ci saranno manifestazioni ed eventi pubblici, il nostro paese sarà illuminato, perché la luce è il simbolo della speranza, e sarà un gesto di amore verso Cinquefrondi ed i suoi cittadini.

Il Sindaco
Michele Conia
l’Assessora al Volontariato
Giada Porretta
l’Assessora alla Solidarietà Sociale
Roberta Manfrida

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TAURIANOVA. L’arte dei madonnari non si ferma http://www.edicoladipinuccio.it/taurianova-larte-dei-madonnari-non-si-ferma/ http://www.edicoladipinuccio.it/taurianova-larte-dei-madonnari-non-si-ferma/#comments Mon, 30 Nov 2020 19:28:25 +0000 rgallo http://www.edicoladipinuccio.it/?p=90591   Avrà una formula diversa, ma sempre suggestiva e di grande impatto emotivo la quinta edizione del “Concorso Internazionale dei Madonnari – Città di Taurianova”, manifestazione ideata...

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Avrà una formula diversa, ma sempre suggestiva e di grande impatto emotivo la quinta edizione delConcorso Internazionale dei Madonnari – Città di Taurianova”, manifestazione ideata dall’“Associazione Amici del Palco” e anche quest’anno diretta dal maestro madonnaro Gennaro Troia (fondatore della Scuola Napoletana dei Madonnari), tesa a valorizzare un’antica forma d’arte la cui origine risale al XVI secolo.

 

 

 

Il Concorso Internazionale dei Madonnari – Città di Taurianova che negli anni passati ha accolto fino a 50 artisti provenienti da tutto il mondo per un evento unico nel suo genere in tutta la Calabria, inserito tra le maggiori manifestazioni culturali e artistiche dell’intera regione, che con splendidi dipinti di gessetto ha sempre abbellito e colorato la città per diversi giorni, quest’anno si trasforma in un’esposizione virtuale ed itinerante che collegherà i Madonnari di tutto il mondo con la Città di Taurianova e che dopo una selezione di bozzetti vedrà virtualmente  i trenta Madonnari più creativi all’opera dai loro paesi d’origine da dove realizzeranno le opere inedite in Concorso. In palio premi in denaro, kit dei Madonnari con gessetti professionali e tanto altro. Per leggere il bando cliccare QUI

«Con già quattro anni di storia abbiamo fatto di tutto per portare avanti il Concorso che quest’anno più che mai diventerà un segno di speranza e di colori - ha affermato l’Arch. Giacomo Carioti, presidente dell’“Associazione Amici del Palco” – Ovviamente abbiamo dovuto pensare ad una formula completamente rinnovata, ma l’arte dei madonnari è un’arte capace di trasformare l’asfalto anche di strade non perfette in tele pregiate per veri capolavori e perciò certamente anche in questo periodo delicato, saprà trasformare e donare bellezza attraverso il sito che abbiamo realizzato le pagine social e poi tante sorprese per la città».

“Non cambia anche quest’anno la collaborazione con diverse scuole del territorio per l’unico Concorso dei Madonnari in Italia non legato ad altri eventi (feste patronali, fiere) che quest’anno avrà come tema “Fratelli tutti… nessuno si salva da solo”.

La manifestazione è supportata dal patrocinio del Comune di Taurianova, dal Consiglio Regionale della Calabria, dalla Regione Calabria, dalla diocesi di Oppido Mamertina – Palmi, dalla Consulta delle Associazioni di Taurianova, dalla partnership artistica/didattica dell’Istituto d’Istruzione Superiore “V. Gerace”, Liceo Artistico di Cittanova, dell’Istituto d’Istruzione Superiore “N. Pizi”, Liceo Artistico di Palmi, della Scuola Napoletana dei Madonnari, dalla collaborazione delle Associazioni “Mammalucco” e “Fraternamente” ed è possibile grazie alle tante aziende del territorio che hanno anche quest’anno voluto sostenere l’evento con la loro sponsorizzazione nonostante il periodo difficile per tutti i commercianti.

 

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