• Distributori di carburanti in sciopero dal 12 al 14 dicembre. L’agitazione è proclamata dalla Faib calabrese
    08/12/2012 | Rosario Antipasqua, Ferruccio Schiavello, Faib Calabria | Comunicato

    CATANZARO – Le tre organizzazioni sindacali Faib, Fegica e Figisc hanno proclamato uno sciopero della categoria dal 12  al 14 dicembre. Perché viene chiesto di scioperare? Le banche e Setefi continuano a disattendere e a non applicare la legge dello stato italiano che impone alle stesse di non applicare commissioni alle transazioni fino ad €. 100,00; Le Aams (Monopoli di Stato) continua a non applicare la legge dello stato che consente la rivendita di tabacchi all’interno delle stazioni di servizio impedendo ai gestori di poter fruire di un reddito che possa compensare la perdita dei volumi di carburante.

     

    Le compagnie petrolifere continuano a non voler rinnovare gli accordi sindacali già abbondantemente scaduti. Questo significa non riuscire ad incrementare il nostro margine gestore ormai fermo da tempo che non ci consente più di portare avanti la nostra attività e di produrre un reddito di sopravvivenza per le nostre famiglie; Questo governo come tutti gli altri governi precedenti continua a mettere accise e tasse sui carburanti ciò si riflette sulle nostre vendite che ogni giorno subiscono una contrazione facendoci spedere di più per acquistare il carburante e a guadagnare meno. Questo governo continua a stare a fianco delle compagnie petrolifere e delle lobbies non facendo rispettare le leggi che lo stesso ha varato portando lentamente ma inesorabilmente alla morte la nostra categoria che conta ben 120.000 addetti ai lavori oggi fortemente schiacciati da debiti nei confronti delle banche e delle compagnie.

     

    E’ arrivato il momento di far vedere che ci siamo, che siamo in grado di tutelare il nostro lavoro, le nostre famiglie e che possiamo ancora dare un futuro ai nostri figli. Governo e compagnie petrolifere ci voglio togliere tutto questo e anche la speranza. Oggi è arrivato il momento di essere compatti e aderire allo sciopero in massa. Oggi siamo ad un bivio se non imbocchiamo la giusta via rischiamo di prendere una strada senza ritorno che ci porta alla chiusura alla perdita del nostro lavoro. Chi non aderisce, chi fa finta di non capire, poi non venga a lamentarsi perché si è reso responsabile per se stesso, per la propria famiglia e per il futuro di tutta la categoria.