• Digiuno collettivo per una nuova legge elettorale. Domenica 1 dicembre oltre 250 persone si uniscono a Roberto Giachetti (Pd), in sciopero della fame da 56 giorni
    In mattinata a Roma previsto un incontro pubblico con il deputato per rilanciare l'iniziativa
    01/12/2013 | Rosanna Giovinazzo | Edicola di Pinuccio

    CON OGGI, sono cinquantasei i giorni di sciopero della fame dell’onorevole Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera dei deputati, e continueranno, nonostante gli effetti di questo prolungato digiuno comincino a sentirsi pericolosamente. Riprendendo la protesta analoga del 2012, quando Giachetti digiunò per ben 123 giorni, l’intento è sempre quello: l’abrogazione dell’attuale legge elettorale, definita, proprio per la sua evidente antidemocraticità e impresentabilità, “Porcellum”. Una legge elettorale che consente alle classi dirigenti ed alle varie lobby politiche di questo paese di sopravvivere, sempre e comunque, e di determinare politiche di tornaconto personale e partitico. Una legge che non garantisce stabilità di governo e non permette che i cittadini eleggano i loro rappresentanti, perché in realtà sono i leader e i notabili dei vari partiti a sceglierli ed a “nominarli”. Infatti, a ragione, si può ben dire che abbiamo un Parlamento non di eletti ma di nominati. E questo, grazie proprio al Porcellum. Una legge, quella elettorale, che evidentemente fa comodo e piace a molti, considerato lo stallo in cui versa la discussione su quella che doveva essere una priorità assoluta, almeno nelle dichiarazioni delle varie compagini politiche e governative. Finora, solo parole, rinvii e niente fatti, anzi, tentativi di affossare anche iniziative, come la mozione presentata sempre da Giachetti, nel maggio scorso, per il ritorno al Mattarellum, inteso come male minore, per arginare il pericolo di dover ritornare alle urne con il Porcellum.

     

    La legge elettorale che Giachetti vorrebbe è la maggioritaria con il doppio turno alla francese, ma sa bene che sarà un percorso difficilissimo. Almeno però una legge di salvaguardia snella e rispettosa dei diritti dei cittadini, quella sì, dovrebbe essere il minimo. Ma sa bene anche quanto l’intenzione, condivisa dai più, sia quella di rinviare ancora aspettando, e che sarà la Corte costituzionale, tra qualche giorno, esattamente il 3 dicembre, a pronunciarsi sull’incostituzionalità del Porcellum, prima del Parlamento. Il problema è serio, ma Giachetti è intenzionato a continuare nel suo digiuno fino a quando il Senato farà la legge o, come auspica, la riforma passerà alla Camera dove ci sono i numeri per approvare una nuova legge elettorale. La lotta dell’onorevole Giachetti è diventata anche la lotta di gruppi di cittadini tra cui “Noi che diciamo ancora no al porcellum”, gruppo fb, al quale hanno aderito 2344 persone, in cui quotidianamente si vive un’agorà di confronto e condivisione di idee e strumenti di azione, tra cui la staffetta del digiuno.

     

    E così, assieme a Giachetti, digiunano, a turno, da sei a dieci persone al giorno. Inoltre, il gruppo ha promosso una petizione on line per l’ abrogazione del porcellum e lavorato, assieme a Giachetti, per l’organizzazione di una giornata (proprio oggi, 1° dicembre) di digiuno collettivo alla quale hanno aderito almeno 250 persone, tra cui Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente ed esponente del Partito Democratico. Sempre oggi, dalle 11,00 alle 13,00 in Via dei Pianellari 27 a Roma ci sarà un incontro pubblico organizzativo con Giachetti, per rilanciare l’iniziativa a fronte dello stallo al Senato. Pur se più divulgata, rispetto al primo lunghissimo digiuno di Giachetti, la battaglia civile e pacifica del Noporcellum che si sta “combattendo” in questi giorni, non ha lo stesso risalto mediatico di altre notizie, sicuramente meno importanti, se non addirittura deleterie ed offensive dell’intelligenza umana. Leso, anzi abolito, il diritto di scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento, non possiamo stare a guardare perché la questione è tremendamente seria.


     
  • 2 commenti

    1. Emiliano Liberati

      Ricostruzione attenta e precisa dell’amica Rosanna Giovinazzo. A sottolineare l’estrema importanza di una battaglia civile e democratica a sostegno di una nuova legge elettorale e di una politica finalmente capace di assumersi le proprie responsabilità. Due presupposti fondamentali per avviare quelle riforme che possano cambiare – davvero – i destini del nostro Paese, appeso al filo di un trasversale immobilismo che è figlio di un sistema che non intende cedere il passo. Tocca a noi tutti, perciò, scavalcarlo, anche attraverso iniziative come quelle citate da Rosanna, a sintesi di una partecipazione che in cambio chiede solo di poter vivere un futuro degno di questo nome.

    2. Patrizia Cini

      Aggiungo soltanto che ogni deputato nominato deve necessariamente rispondere a colui che, appunto, lo ha nominato. Aumenta così esponenzialmente la distanza con gli elettori che di fatto non hanno la minima possibilità di ‘punire’ false promesse elettorali e/o comportamenti scorretti, usando l’arma del voto nell’urna.
      Grazie Rosanna per questo prezioso articolo, ieri abbiamo digiunato insieme e continueremo ad accompagnare Roberto Giachetti con la nostra staffetta di digiuno giornaliero. Siamo sempre di più.

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