• Caso Demasi. I vertici della ex Banca di Roma rinviati a giudizio per il reato di usura
    24/04/2013 | Avv. Giacomo Saccomanno | Comunicato

    Il 14 giugno 2013 è stata fissata l’udienza collegiale dinanzi al Tribunale di Reggio Calabria a carico dei Direttori Generali, della ex Banca di Roma, signori Locati Pietro Celestino, Tagliaferro Vincenzo, Pozzi Alessandro Maria, Arpe Matteo e Marini Roberto, per rispondere del reato di usura perpetrato in danno del Gruppo De Masi. Gli imputati sono i vertici di Banca di Roma Capitalia, ed il procedimento è “figlio” del primo processo tenutosi a Palmi che ha visto la sentenza definitiva della Cassazione, in cui si confermava il reato di usura e si proscioglievano i Presidenti (all’epoca in questo caso Geronzi-Abete-Marchiorello) per un cosiddetto errore scusabile e per la mancanza di dolo specifico. Il procedimento suddetto che inizierà il 14.6.2013, vedrà coinvolti i direttori generali ed altri manager, che nel periodo contestato hanno diretto e/o gestito la indicata Banca. Questo è un altro tassello importante di una vicenda che in molti hanno inizialmente sottovalutato, ma che ha riscritto in Italia il rapporto tra banca e cliente, come tutti sanno bene, facendo sì che oggi cittadini ed imprenditori possono legittimamente far valere i propri diritti. Sono passati circa 10 anni di dure battaglie legali è questo è un’altro importante risultato dei tanti che sono in essere presso le Procure della Repubblica e i Tribunali d’ Italia. Come avvocato e come cittadino sono convinto che alla fine la verità emergerà e dopo tante ed innumerevoli battaglie, molto difficili, i responsabili di azioni criminali ai danni della collettività, come quelli perpetrati dalle banche e dai banchieri, ai danni di cittadini ed imprenditori, verranno puniti severamente, così come prevede la legge e come avviene in tutto il mondo, anche se i responsabili sono illustri e potenti personaggi. La legge in questo paese è uguale per tutti e gli sforzi che stiamo tutti facendo anche a questo servono: evitare che vi possano essere delle zone di evidente impunità.