Un omino, dal soprannome impronunciabile, festoso e gioioso, agita le braccia, fiancheggia il carro pieno di statunitensi, appena giunti al mio paese, all’indomani della liberazione della nostra terra dal nazi-fascismo. Tutti in festa, anche chi, e l’omino era uno di loro, aveva fatto la spia dei fascisti durante il regime. Anche mio papà era felice, molto felice, perché quel fetore insopportabile, che per tanto tempo, da intellettuale antifascista, aveva dovuto sopportare, volgeva al termine, e poi, da lì a poco, avrebbe potuto finalmente insegnare nelle scuole pubbliche! Ma, in quella giornata festosa, si trovava fianco a fianco proprio con quell’omino. Pur nelle dovute differenze, temo che anche il giorno del dopo Berlusconi sarà così… Quanti omini, alcuni anche dai nomi impronunciabili, come l’omino del ’43, oppure onomatopeicamente viscidi, striscianti (pensiamo a Scilipoti, Stracquadanio)! Quanti di coloro che hanno alimentato il sistema Berlusconismo, agiteranno le braccia festosi? Se pur ci sarà (speriamo!) la caduta di Berlusconi, dobbiamo augurarci, per il bene del paese, che non sia soltanto lui a dover pagare, ma tutta la sua corte fatta, in molti casi, di persone ancor più scaltre e pericolose.