• Autostrada A3. Demolizione vecchia tratta Bagnara-Scilla. La Provincia non più sola contro Ciucci e Anas
    Una nota della Direzione generale per le Valutazioni ambientali del Ministero dell’Ambiente conferma la linea sostenuta da due anni. Può diventare una mare-monti
    08/05/2014 | Provincia di Reggio Calabria - sito istituzionale

    VECCHIO PONTE AUTOSTRADAREGGIO CALABRIA – L’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria non è più sola nella battaglia contro l’Anas che, senza tenere conto delle istanze del territorio, ha deciso di demolire il tracciato dismesso dell’A3 nel tratto tra Bagnara Calabra e Scilla. Un forte alleato istituzionale come il Ministero dell’Ambiente si è schierato al fianco dell’Ente guidato da Giuseppe Raffa che da qualche anno, con l’assessore alla Pianificazione territoriale Giuseppe Pirrotta, ha avviato un braccio di ferro per impedire la demolizione del vecchio tracciato che attraversa il territorio della “Costa Viola”.

     

    Un segmento della vecchia Salerno – Reggio Calabria che la Provincia, con un proprio progetto, vorrebbe trasformare in litoranea: un collegamento mare – monte in grado di agevolare lo sviluppo socio- turistico ed economico di una delle zone più belle dello Stretto di Messina. La vicenda, che da più parti ( istituzioni territoriali, associazioni ambientaliste, FAI, operatori turistici, comitati spontanei di cittadini) viene definita assurda, inconcepibile e in contrasto con la tutela ambientale e gli interessi del territorio, dura da oltre due anni, da quando erano ancora in corso i lavori per realizzare il nuovo tracciato dell’A3. Un argomento che la Provincia ha più volte, soprattutto nel corso di riunioni in Prefettura, sottoposto all’attenzione del presidente dell’Anas Pietro Ciucci, il quale si è sempre limitato a timide promesse, salvo poi autorizzare l’avvio della demolizione.

     

    Inevitabile il ricorso alla carta bollata e il trasferimento della vertenza in altre sedi: quella giudiziaria con la recente richiesta di sequestro dei cantieri preposti alla demolizione, e diversi esposti al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare. L’intervento ministeriale corredato dalla richiesta d’invio di appositi atti e finanche di partecipazione ad apposita riunione, è stato ignorato dall’Anas. Un silenzio rotto da una missiva del 20 marzo 2014, con la quale Pietro Ciucci informava l’assessore Pirrotta che l’Anas stava procedendo alla demolizione nel rispetto della tutela ambientale, così come previsto dalla Valutazione Impatto Ambientale (VIA) del 2002.

     

    A smentire il Presidente dell’Anas ci ha pensato la Direzione generale per le Valutazioni ambientali del Ministero dell’Ambiente con una nota a firma del Direttore generale Mariano Grillo (indirizzata all’Anas, al Presidente della Commissione tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale –VIA/VAS del Ministero per l’Ambiente e per conoscenza alla Prefettura di Reggio Calabria, alla Provincia di Reggio, al Capo di gabinetto della segreteria del Ministro, alla Direzione generale per la protezione della natura e del mare, alla Direzione Generale per la tutela del territorio e delle risorse idriche) nella quale viene ricordato che “ con decreto VIA 7014 del 3 febbraio 2002 era stata espressa la compatibilità ambientale per il tratto autostradale compreso tra il Km 411+400 e il Km 442 +920, corrispondenti al 5° e 6° macrolotto, dettando specifiche disposizioni”.

     

    Il dott. Mariano Grillo scrive ancora: “Si rappresenta che la scrivente ha già chiesto a codesta Società” ( e cita gli estremi della nota del 14 marzo 2014 che allega alla nuova nuova missiva) di “ adempiere all’ottemperanza di quanto disposto e prescritto con Decreto VIA 7014 del 3 febbraio 2002 che prevedeva che fosse previsto il ripristino dello status quo ante per le parti del tracciato dismesso; che i materiali di risulta provenienti da demolizioni e sbancamenti non creassero alterazioni alla conformazione naturale del sito, né creare intralcio visivo, né interrompere la continuità vegetazionale e faunistica dei luoghi e che fosse redatto prima dell’avvio dei lavori il progetto esecutivo circa le misure e i presidi di tutela e mitigazione degli impatti, degli interventi di rinaturazione previsti dallo studio di impatto ambientale e nelle successive integrazioni”.

     

    I timori sollevati dalla Provincia si riferiscono proprio ai punti trattati dal direttore Grillo, come è stato ribadito nel corso di una conferenza stampa dal presidente della Provincia Giuseppe Raffa e dall’assessore Pirrotta, dall’assessore Eduardo Lamberti Castronuovo e dall’avv. Antonio Latella, del foro di Palmi, che segue la vicenda nell’interesse dell’Ente di via Foti. Il successivo passo della lettera del direttore Mariano Grillo, conferma la fondatezza delle ragioni della Provincia. “Non essendo pervenuto quanto richiesto – si legge infatti nella nota del 24 aprile scorso -, anche ai fini di valutare l’adozione da parte di questo Ministero di eventuali misure sanzionatorie ai sensi dell’art.29 del D.Lgs 152/2006 e dell’art. 185, comma 6, del D.Lgs 163/2006, è convocata codesta Società il giorno 5 maggio p.v., ore 14,30, presso questa Direzione generale per consegnare la documentazione richiesta con la citata nota del 14 marzo scorso, per fornire elementi conoscitivi circa lo stato dei luoghi e in merito a quanto sollevato dalla Provincia di Reggio Calabria”.

     

    Ricevuta la nota ministeriale, ieri mattina, il presidente Giuseppe Raffa ha dato il suo assenso affinché l’assessore Giuseppe Pirrotta, accompagnato dall’avvocato Latella, si recasse presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Reggio per depositare apposita denuncia, corredata da un voluminoso dossier, con la quale, tra l’altro, viene chiesto il sequestro dei cantieri e il blocco della demolizione.