• Autorità portuale, la Cgil contraria all’occupazione politica. “Il prossimo manager abbia indiscusse competenze nel settore portuale”
    "No all’assegnazione di una poltrona prestigiosa nella vecchia logica dell’occupazione del potere"
    02/01/2014 | Nino Costantino, segretario generale Filt-Cgil Calabria | Comunicato

    GIOIA TAURO - Circolano tanti nomi per Il prossimo presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro e della Calabria e il rischio concreto è che la nomina per questo importante incarico si risolva semplicemente nell’assegnazione di una poltrona prestigiosa nella vecchia logica dell’occupazione del potere. Per la Cgil, invece, il prossimo presidente dovrà essere un manager  in possesso della massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia e dei trasporti portuali. Il lavoro che si troverà ad affrontare il nuovo presidente sarà importantissimo per il futuro della portualità calabrese e si dovranno affrontare le problematiche relative al porto di Crotone, Corigliano, Palmi, Gioia Tauro e  Villa San Giovanni, che riguardano il futuro di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie, con delle specificità diverse per ogni singolo porto, ma che devono essere affrontate con politiche di sistema e con il massimo della professionalità e competenza. Solo per quanto riguarda la realtà del porto di Gioia Tauro ci si troverà di fronte alla scadenza della cassa integrazione che riguarda quasi 500 lavoratori diretti, oltre alle difficoltà per tutto l’indotto portuale.

     

    E’ evidente, inoltre, che il prossimo presidente dovrà avere una straordinaria capacità di azione in relazione ai traffici marittimi internazionali. Proprio per questi motivi auspichiamo che non si guardi solo ad una poltrona da occupare politicamente, ma che si individuino competenze e professionalità in grado di rilanciare il sistema portuale di Gioia Tauro e della Calabria che dovrebbe rappresentare, non solo più a parole, la leva fondamentale dello sviluppo e della crescita dell’intera regione. Se invece si volesse procedere con la vecchia logica dell’occupazione del potere il rischio concreto sarebbe quello del commissariamento come avvenuto per il porto di Napoli con le conseguenti ricadute negative e con evidenti responsabilità politiche.