• Arsenale chimico da smaltire. Gentile (Sulpi): “Unico evento mondiale ma nessuno sa quale sicurezza adottare”
    02/02/2014 | Giuseppe Gentile, segr.regionale s.u.l.p.i. | Comunicato

    CITTANOVA – La Regione Sardegna festeggia la vittoria per essere riuscita a negare l’attracco delle navi provenienti dalla Siria con armi chimiche. La nostra regione, governata da un presidente col ruolo di Commissario alla Sanità, non si è opposta ed ha ritenuto opportuno di utilizzare questo scempio, per rilanciare l’attenzione del Governo Nazionale sui problemi della Calabria. Una resa incondizionata, visto che tutti i Sindaci della Piana hanno manifestato la loro contrarietà all’ingresso delle navi nel porto di Gioia Tauro. Il problema non è affatto risolto, anzi, rimane in tutta la sua interezza. Armi chimiche, forse di valenza nucleare, transitano nel nostro porto per essere trasbordate su un’altra nave e poi smaltite nelle acque internazionali nel mare Mediterraneo. Non esistono precedenti di una tale operazione bellica per valutare le gravissime conseguenze causate da un malaugurato imprevisto e da un probabile perenne inquinamento del nostro mare. Quindi, un brutto evento mondiale assegnato al porto di Gioia Tauro, pianificato da chi vive lontano da noi e privo degli elementi essenziali di programmazione della sicurezza territoriale, ambientale e dei piani di prevenzione sanitaria individuale e collettiva dei lavoratori del Porto e dell’intera popolazione residente nella Piana di Gioia Tauro.

     

    Di ciò dovevano farsi carico per primi i nostri rappresentanti eletti al parlamento Europeo, alla Camera ed al Senato ma, nessuno si fa vedere ne sentire in maniera competente, forte e seria. Tuttavia, dovendo pensare alla realizzazione di questo nefasto progetto, con l’arrivo della nave per metà febbraio, vorremmo capire perché nessuno si scomoda per redigere un piano di sicurezza e prevenzione locale per informare i lavoratori del porto, i cittadini, il Servizio Emergenza Urgenza Medica e pianificare un protocollo completo in grado di garantire strumenti idonei e direttive precise di prevenzione e cura, in grado di affrontare un malaugurato evento disastroso, seppur imprevedibile, che potrebbe derivare da incidenti o da qualsiasi altra causa. Ribadiamo l’importanza mondiale di tale evento e dell’altissima pericolosità dell’operazione, sia per quanto riguarda il trasbordo da nave a nave, sia per lo smaltimento in mare con relativi danni incalcolabili per i intere generazioni nei secoli a venire. E però, nonostante tutto, nemmeno l’Azienda Sanitaria Provinciale si è posta il problema delle sue competenze in materia di salvaguardia del diritto alla salute dei lavoratori e dei cittadini dell’intero territorio.

     

    Forse non si è ancora capito che questa volta il rischio è talmente alto e scientemente sottovalutato, al punto tale, da mettere in discussione qualsiasi possibilità di futuro dell’intero popolo calabrese. Nei prossimi giorni si decideranno le sorti della Piana di Gioia Tauro, un momento decisivo per tutti i calabresi, nessuno deve tirarsi indietro dalle responsabilità istituzionali ricoperte a partire dai rappresentanti eletti alla Camera e al Senato ai quali chiediamo di uscire fuori dal nascondiglio e scendere in piazza per scrivere una bella pagina di storia e stracciare la buia ipotesi di imbrattare l’intero mediterraneo.