CINQUEFRONDI – Il territorio della Piana di Gioia Tauro è stato forse irrimediabilmente violentato negli ultimi anni da scelte assurde calate dall’alto. Solo da ultimo, l’arrivo nei prossimi giorni della nave danese presso il Porto di Gioia Tauro per il trasbordo delle armi chimiche siriane ci parla di un’ennesima violenza perpetrata sul nostro territorio: nulla interessa ai Governi della pericolosità dell’operazione, né di allertare le istituzioni locali sulla reale portata del disarmo. A niente sono valsi gli appelli di varie istituzioni, gruppi, associazioni affinchè cio non avvenisse. Ridicola, se non drammatica, la giravolta del governatore Scopelliti, il quale, all’inizio si è opposto, seppure fuori tempo massimo, all’imposizione del governo centrale, per poi accettare supinamente. Noi, invece, manteniamo il nostro secco “No”, già ribadito più volte in vari comunicati e in un appello al Presidente del Consiglio Comunale di Cinquefrondi al fine di convocare un consiglio comunale aperto per sensibilizzare l’opinione pubblica cittadina sull’importanza strategica del dissenso.
Riteniamo infatti, che la Piana di Gioia Tauro è stata già pesantemente colpita da impianti inquinanti e deturpanti della cultura e delle sue vocazioni: la storia di questo lembo di terra negli ultimi anni associa al dramma economico e sociale, sempre più grave, quello ambientale con la costruzione o la progettazione di inceneritori, centrali biomasse, impianti di pirolisi, rigassificatore, centrali a turbogas, elettrodotti, ecc.. Noi, semplicemente, pensiamo di non meritare un nuovo sopruso e saremo in piazza a San Ferdinando assieme a tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti della nostra amata terra.