• Conia scalda la piazza: “Contro il nulla vi siete messi tutti assieme”
    Il candidato di Rinascita incassa anche il sostegno di Luigi De Magistris
    14/09/2020 | Giuseppe Campisi | edp
    Conia e De Magistris

    Conia e De Magistris

     

    Cinquefrondi – C’era Luigi De Magistris, sindaco di Napoli e leader di DeMa, a tirare la volata finale a Michele Conia nel giro di boa che fa intravedere la fine di una campagna elettorale molto intensa per assegnare la sindacatura della città. De Magistris – amico personale di Conia e paladino del neo-meridionalismo – non si è certo risparmiato in quanto a passione politica con un intervento deciso incentrato sulla libertà, sui diritti ma soprattutto sulla necessità del cambiamento. «Io ho gli apparati contro ma la gente mi sostiene» ha spiegato l’ex magistrato che, viceversa, nel suo «Conia va sostenuto perché ha lavorato bene» ha servito il suo endorsement al sindaco uscente. Una piazza Castello attenta ed affollata ad ascoltare Conia e De Magistris con quest’ultimo a ripercorrere la sua carriera professionale e politica, il suo forte legame con la Calabria ed a chiedere a gran voce di spezzare la filiera del voto di scambio, di schierarsi apertamente contro le mafie e la corruzione con giustizia più che con legalità. E poi i saluti su «il futuro dell’Italia passerà da Sud che non è una zavorra perché ha la sua autorevolezza». Introdotto da Angela Zerbo che ha sottolineato «il lavoro straordinario di questa amministrazione comunale con cui Cinquefrondi è cambiata» Michele Conia dal palco si è tolto più di qualche sasso dalle scarpe. Ricordando i suoi modelli – Italo Falcomatà ed appunto De Magistris di cui ha detto essere «il miglior sindaco d’Italia» – l’esponente di Rinascita si è lanciato in una filippica contro la “nomenclatura” sconfitta «già 5 anni fa ed ora riproposta con tutti gli amministratori del passato contro di noi». Il sindaco uscente ha poi spiegato di avere “forzato” la volontà dei dirigenti usando la legge e la competenza su questioni delicate come il caso Camassa, la Sorical, la pedemontana, l’Aterp, lo scuolabus ed il federalismo fiscale. «Capite perché non vogliono il confronto?» è stato l’allungo sulla questione del mancato faccia a faccia su cui è ritornato più avanti nel suo discorso, respingendo le “lezioni morali” spiegando di avere “alzato il livello” perché «contro quello che voi definite il nulla vi siete messi tutti assieme». Un finale al calor bianco quando ha affermato «io non ho garanti se non il popolo, voi volete una Cinquefrondi grigia» ed ancora «noi siamo orgogliosi di esserci occupati di luce, strade ed acqua» che ha mandato i sostenitori in visibilio e con la chiosa sprezzante «se siete sicuri di quello che dite venite a confrontarvi». Ad accompagnare i saluti col sorriso ci ha pensato la nota di colore regalata da una poesia vernacolare, satirica e pungente, alla maniera di Totò Varone.