• Armi al Porto. Rosanna Scopelliti (Ncd): “Non basta garantire sicurezza da Roma, bisogna condividerla con i rappresentanti del territorio”
    Si alla proposta di portare a Gioia la Concordia. I riflettori accessi da questa vicenda servano a definire un più giusto rapporto di costi e benefici tra i grandi interessi nazionali ed i cittadini della Piana di Gioia Tauro
    18/01/2014 | Rosanna Scopelliti, deputato Nuovo Centro Destra | Comunicato
    rosanna scopelliti

    rosanna scopelliti

    ROMA –  ”Non ho mai avuto dubbi sul fatto che nessun membro del Governo italiano avrebbe accettato l’operazione di trasbordo delle armi chimiche siriane, se questa operazione avesse rappresentato un rischio per i cittadini residenti in quei territori, ma decidere l’operazione senza coinvolgere nella decisione i rappresentanti istituzionali delle popolazioni coinvolte è stato un errore gravissimo ed ingiustificabile”. Sono queste le dure parole pronunciate dall’On. Rosanna Scopelliti, deputata del Nuovo Centrodestra, in merito alla notizia che l’operazione di trasbordo dell’arsenale chimico siriano dalla nave norvegese che lo ha ritirato e quelle americane che dovranno smaltirle in sicurezza in mare aperto avverranno nel porto di Gioia Tauro.

     

    “Anche io – ha continuato la parlamentare – ho appreso la notizia dalla stampa, ed attivandomi immediatamente per aver ulteriori informazioni ho avuto nella serata di ieri ampie rassicurazioni personalmente dal ministro Lupi, informazioni peraltro oggi presenti sul quotidiano “La Repubblica”. Il ministro mi ha messa conoscenza del fatto che nel biennio 2012/2013 nello stesso Porto di Gioia Tauro sono state trasbordate ben 60.000 tonnellate (pari a circa 3.000 containers) di sostanze chimiche dello stesso tipo di quelle che verranno trasbordate a Gioia Tauro nei prossimi giorni, che saranno pari a 560 tonnellate, e che quindi la scelta del porto calabrese è stata fatta proprio in virtù di questa grande professionalità ed esperienza che ha acquisito rispetto ad altri scali”.

     

    “Per la verità – ha continuato la deputata calabrese del Nuovo Centrodestra – avrei voluto apprendere che i lavoratori del Porto di Gioia Tauro sono i migliori d’Italia e forse d’Europa nel contesto del riconoscimento di più gratificanti retribuzioni per loro e più grandi ricadute economiche per il territorio calabrese, e non per la capacità di gestire operazioni a rischio di livello mondiale, ma non è mai troppo tardi: i riflettori accessi su Gioia Tauro da questa vicenda potrebbero servire a definire un più giusto rapporto di costi e benefici tra i grandi interessi nazionali, come in questo caso, o in quello della realizzazione del rigassificatore o del termovalorizzatore, ed i cittadini residenti nella Piana di Gioia Tauro, che dovrebbero quantomeno vedersi riconosciuti concretamente i loro meriti e l’assunzione di tanti rischi rispetto al bene comune.

     

    Sono molto d’accordo con il sindaco di Gioia Tauro, ad esempio, sul fatto che si potrebbe cominciare con l’assegnare al Porto di Gioia Tauro la demolizione della nave Concordia, naufragata all’isola del Giglio, con tutto l’indotto occupazionale, sia pure temporaneo,che questo compito comporterebbe”. “Non sono invece assolutamente d’accordo, ed anzi stigmatizzo fortemente – ha detto con franchezza l’On. Scopelliti – con chi gioca cinicamente con le paure anche giustificabili della popolazione ignara della realtà, ed in questo concordo pienamente con il ministro Lupi, che ha detto che lo Stato chiede serietà e senso di responsabilità a tutti coloro che lo rappresentano, sia a livello nazionale che locale, e che non si può spaventare la popolazione, o giocare a terrorizzare nessuno su un’operazione certamente delicata, eppure simile a quelle che ogni giorno vengono condotte nei porti della penisola.

     

    Lo stesso ministro Lupi ha però concordato pienamente con me – ha concluso la deputata – sul gravissimo ed ingiustificabile errore di non aver informato e debitamente coinvolto i sindaci del territorio e tutti i rappresentanti delle istituzioni calabresi, errore di cui chi l’ha commesso dovrebbe farsi carico facendo ammenda e convocandoli immediatamente ad un tavolo che intanto sia di informazione scientifica e diretta per questa vicenda, al fine di tranquillizzare la popolazione residente ed i lavoratori del Porto, ma anche di opportuna sintesi tra l’interesse nazionale ed il legittimo interesse di autotutela e riconoscimento dei propri diritti inalienabili da parte dei rappresentanti delle popolazioni della Piana di Gioia Tauro e della Calabria intera”.