• Antimafia. Ecco le “innovazioni” di Gratteri sulla normativa antimafia
    17/02/2015 | www.ildispaccio.it

    REGGIO CALABRIA – “Su tutti i temi che ha trattato, la Commissione ha predisposto gli schemi dei possibili disegni di legge, con articolata relazione di accompagnamento”. Lo ha detto, parlando con l’Ansa, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, che ha presieduto, su incarico del Governo, la Commissione nazionale per la revisione della normativa antimafia. Gratteri ha illustrato le conclusioni cui è giunta la Commissione. Il primo punto riguarda le intercettazioni telefoniche: “Abbiamo proposto la modifica del regime delle intercettazioni, valorizzando, da un lato, questo speciale mezzo di ricerca della prova per la sua indiscussa efficacia investigativa, e ponendo fine, dall’altro, ad ogni forma di possibile uso abusivo, attraverso l’incremento delle garanzie difensive e il rafforzamento della tutela della riservatezza.

     

    Abbiamo provveduto, inoltre – ha sottolineato il Procuratore – a modulare una nuova fattispecie incriminatrice diretta a sanzionare la pubblicazione arbitraria di intercettazioni, allo scopo di introdurre un deterrente all’illegittima divulgazione di stralci a contenuto diffamatorio estranei al tema delle indagini e del processo. Si sono previsti, altresì – ha riferito ancora Gratteri – una serie di interventi normativi diretti a dare attuazione al principio processuale dell’immediatezza-concentrazione, al fine di assicurare efficacemente la ragionevole durata del processo e, contestualmente, di rafforzare il contraddittorio”. Novità sarebbero previste sull’organizzazione della polizia penitenziaria: “Abbiamo proposto una radicale innovazione del Corpo di polizia di giustizia con l’obiettivo di incrementare l’efficienza del sistema penitenziario nel suo complesso mediante la riorganizzazione degli strumenti operativi di supporto”.

     

    L’idea di Gratteri è di un “accentramento in un unico ente della gestione integrale dei provvedimenti limitativi della libertà personale, dalla fase immediatamente successiva all’emissione fino alla materiale esecuzione; dell’amministrazione dei collaboratori di giustizia e della sicurezza dei magistrati”. L’ultimo punto illustrato da Gratteri riguarda la possibilità per i legali e imputati di partecipare all’udienza in videoconferenza: “Abbiamo previsto questa facoltà per i difensori. Si sono ampliati poi, i casi di partecipazione degli imputati al processo mediante videoconferenza, con particolare riferimento, tra l’altro, ai reati di criminalità organizzata, al fine di ridurre i rischi e i costi connessi allo spostamento tra vari istituti penitenziari, lasciando, comunque, intatta la facoltà del giudice di disporre la presenza personale dell’imputato in udienza ove lo ritenga necessario, con la sola esclusione dell’ipotesi di soggetto detenuto al quale siano state applicate le misure di cui all’art. 41 bis. Al fine della valorizzazione del ruolo dell’avvocato- ha evidenziato Gratteri – e per evitare atti d’impugnazione inadeguati dinanzi al giudice di legittimità e, quindi, a garanzia dell’imputato e delle altre parti private, si è previsto che il ricorso per Cassazione non possa essere presentato personalmente dall’imputato”.