• La Carovana Internazionale Antimafia presente anche a Cinquefrondi. La partenza ufficiale il 10 Giugno da Reggio Calabria
    07/06/2015 | Simona Gerace | Il quotidiano della Calabria
    Un momento dell'incontro

    Un momento dell’incontro

    CINQUEFRONDI – Ha fatto tappa anche a Cinquefrondi la Carovana Internazionale Antimafia. L’iniziativa promossa da Arci, Libera, e altre associazioni, è passata anche da Cinquefrondi, nel suo viaggio, iniziato a Reggio Calabria e destinato a toccare le città maggiormente afflitte dalla criminalità organizzata. A Cinquefrondi l’evento ha sancito la prima uscita pubblica del sindaco, Michele Cona, il quale, per la prima volta, si è seduto nella sala del civico consesso vestendo i panni del primo cittadino. Proprio a Conia è toccato l’arduo compito di avviare l’iniziativa, accogliendo gli ospiti. Lo stesso, dopo aver ringraziato la Carovana, per esser giunta a Cinquefrondi, ha confermato la sua adesionead associazioni come Arci e Libera, sottolineando che da ora fino alla fine del suo mandato «Cinquefrondi sarà la casa di tutte le associazioni e dei movimenti che si battono per i diritti, la giustizia sociale, la legalità». Poi la parola a Maria Giovanna Italia, dell’Arci, che ha spiegato l’obiettivo del cammino della Carovana, dettato dalla necessità di «studiare ciò che accade. Osservare la realtà e vedere come i territori sono organizzati per affrontare ciò che non dovrebbe mai avvenire». Italia ha quindi spiegato che la Carovana vuole portare nei territori una ventata di positività ed un invito a costruire realtà nuove.

     

    L’iniziativa si concluderà il prossimo 30 giugno con l’arrivo del gruppo a Bruxelles. Degne di nota, nel corso dell’incontro hanno avuto le testimonianze. Il giornalista, Michele Albanese, ha ricordato le difficili condizioni in cui versa la Piana, definita «un territorio di resistenza». Immediato, a questo punto, il riferimento agli arresti avvenuti nei giorni scorsi per lo sfruttamento di lavoro clandestino, e alla rivolta verificatasi a Rosarno nel 2010, che, secondo Albanese, «è stata la prima vera rivolta contro la ’ndrangheta in Calabria, una terra offuscata e avvelenata da chi semina morte. Oggi la ’ndrangheta – ha continuato – è perfettamente inserita nella società e nella massoneria, indossa giacca e cravatta ed è essa stessa pezzi di politica e di istituzioni». Le parole di Albanese sono state in pieno condivise da Fausto Cordiano, il quale ha espresso la consapevolezza che qualche cambiamento è già in atto. «Libera, Arci e molte altre associazioni – ha detto Cordiano – stanno bucando l’omertà diffusa e si sta sempre più diffondendo la speranza che qualcosa può cambiare.

     

    È bene infatti dire ad alta voce – ha precisato – che noi con la mafia non abbiamo a che fare». Importante anche la riflessione del membro della Carovana, Alessio Mario, che ha rilevato la scarsa presenza nella provincia di Reggio Calabria di amministrazioni comunali che si sono apertamente dichiarate antimafia. Lo stesso ha anche riconosciuto nella società la presenza di “finestre” che consentono alla gente comune di avviarsi sulla strada della legalità. Il riferimento, ancora una volta, è caduto su Rosarno, cittadina in cui – ha dichiarato Alessio – «almeno due volte nella sua storia ha amministrato un sindaco antimafia. C’è stato infatti Peppino Lavorato e, nei giorni scorsi, si è sancita la fine di una consiliatura per mano della stessa maggioranza amministrativa che fa tornare indietro le lancette dell’orologio nella cittadina». Al termine del dibattito la Carovana ha trascorso l’intera serata presso il “Frantoio delle Idee” dov’è stata accolta con una lauta cena accompagnata dalla musica del “Francesco Luccisano Trio Live”.