• Zona economica speciale. Costantino (Cgil): “Ben venga, ma non sia solo propaganda”
    Anche in passato annunciata la svolta industriale, ma manca ancora il gateway ferroviario, tagliato come ramo secco
    02/06/2013 | Nino Costantino, segretario generale Cgil Gioia Tauro | Comunicato

    cgil gioiaGIOIA TAURO – La proposta, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Calabria, di istituzione della Zona Economica Speciale a Gioia Tauro, rappresenta di sicuro un fatto importante che va seguita e sostenuta ma che, al contempo, nel proseguo dell’iter legislativo in Parlamento, va rafforzata con norme chiare e precise anche in direzione del mantenimento e del rafforzamento della contrattazione nazionale. Non vi è dubbio, tuttavia, che l’istituzione della Zona Economica Speciale possa rappresentare una iniziativa concreta per l’effettivo rilancio industriale del porto e del retroporto di Gioia Tauro attraverso la creazione di un “porto franco” dove le imprese potranno avere vantaggi doganali, fiscali e amministrativi.

     

    E’ però necessario evitare qualsiasi operazione propagandistica perché nel corso ormai di lunghi anni troppo spesso si è annunciata una svolta industriale per l’area di Gioia Tauro che poi puntualmente non si è realizzata. A tal proposito vorremmo ricordare l’Accordo di Programma Quadro con un investimento di circa 490 milioni quasi del tutto improduttivo e che ha fatto registrare gravi, incomprensibili e colpevoli ritardi. La ZES agevolerà i progetti di sviluppo dell’Area? Può essere. La ZES candiderà Gioia Tauro e la Calabria ad un ruolo di protagonista nel Mediterraneo? Sicuramente aiuterà tale prospettiva. Ma le condizioni fondamentali per favorire lo sviluppo industriale e produttivo dell’area di Gioia Tauro rimangono sempre quelle stesse che fino ad ora hanno impedito questo sviluppo: il miglioramento, il potenziamento e l’ammodernamento del sistema infrastrutturale e fin quando, per esempio, non sarà realizzato il gateway ferroviario per un sistema di trasporto efficiente e integrato queste condizioni resteranno solo sulla carta.

     

    In questo quadro, è necessario ribadire e sottolineare le responsabilità della società Ferrovie dello Stato che ha considerato Gioia Tauro un ramo secco del trasporto nazionale: basti pensare che nel 2006 erano 2300 i treni merci che partivano e arrivavano da Gioia Tauro e oggi nessuno; oppure che nel 2008 viaggiavano col treno 100 mila container ed oggi neanche uno. Questo è uno dei motivi di fondo, certamente non l’unico, per cui l’area di Gioia Tauro non è mai divenuta industriale e produttiva. Ed allora la ZES certamente può rappresentare un fatto importante e di rilievo ma il rischio che sia solo un annuncio propagandistico è assai concreto se contemporaneamente non si costruiscono le condizioni fondamentali ed elementari per lo sviluppo industriale. E se Moretti in questi anni ha privato i calabresi del diritto alla mobilità ha anche un’altra grande responsabilità: quella di aver impedito al porto di Gioia Tauro di poter avere lo sviluppo industriale di cui si ha bisogno. E su questo la Giunta regionale francamente appare inspiegabilmente silente