• Un libro a settimana – “IL GIOCATORE” di F.M. DOSTOEVSKIJ
    02/11/2014 | Anna Franza | Edicola di Pinuccio

    L’outchitel Aleksey Ivanovič giunge a Roulettenburg, dove si unisce al seguito del generale, che lo ha assunto quale precettore dei suoi figli.
    Schernito da Polina Aleksandrovna, figliastra del generale, della quale è perdutamente innamorato tanto da dichiararsi suo schiavo, per il suo diletto, offende il barone di Wurmerhelm e viene licenziato dal generale.
    Quest’ultimo si trova sull’orlo del dissesto economico, avendo ipotecato tutto il suo patrimonio a favore del francese De Grieux, e vive nell’attesa della morte della baboulinka (la nonna), la cui eredità gli permetterà di saldare il grosso debito contratto con De Grieux e di sposare la bella e calcolatrice Mademoiselle Blanche.
    La visita inaspettata della nonna a Roulettenburg, in luogo del telegramma che annuncia la sua morte, getta tutti nello scompiglio.
    Antonida Vasil’evna Taraseviča, accompagnata da Aleksey Ivanovič si lascia ammaliare dall’attrazione del luogo, la roulette, tanto da diventarne schiava e perdere una grossa somma di denaro, per la disperazione del generale.
    L’outchitel Aleksey si rifiuta di assistere alla sua rovina, avvertendo la pericolosità del gioco.
    Tuttavia, per amore e in soccorso di Polina, alla quale servono cinquantamila franchi, inizia a giocare e realizza una vincita prodigiosa, che gli permette di aiutare l’amata e di sperperare il resto a Parigi, al seguito di Mademoiselle Blanche.
    Arso oramai dalla febbre del gioco girerà per le città famose per i loro Casinò, conoscerà la prigione e la discesa sociale, e riceverà da Mr. Astley una somma per riprendere in mano la sua vita, ma resisterà alla tentazione dell’ultima puntata?
    In questo romanzo Dostoevskji analizza la febbre del gioco, da cui non è stato immune nel corso della sua vita, e giunge alla conclusione che la roulette è un gioco inventato per i russi, popolo dal temperamento passionale e generoso, ma capace di grandi eccessi in quanto privo della forma che connota gli europei, che possono avere un aspetto dignitoso ed essere in realtà uomini senza dignità.