• Trasferimento da Rosarno del Reparto prevenzione crimine. Il Siulp denuncia: “La decisione non farà risparmiare”
    08/02/2013 | Franco Caracciolo, segreatario provinciale Siulp RC | Strill.it

    REGGIO CALABRIA – Nonostante la pressante campagna di sensibilizzazione, portata avanti in questi anni dalla segreteria provinciale del Siulp relativamente al paventato trasferimento del Reparto Prevenzione Crimine da Rosarno alla nuova sede di Vibo Valentia, dall’11 gennaio scorso, un decreto del Capo della Polizia ha sancito quello che nessuno auspicava. La più importante struttura di Polizia insistente su un territorio ad alta densità criminale, un avamposto di legalità nel cuore della Piana di Gioia Tauro è stata smantellata e spostata nella vicina Vibo Valentia, a soli 50 chilometri dalla sede originaria. Affermare oggi di essere stati lungimiranti e che le grida di allarme lanciate dal segretario generale, Franco Caracciolo, negli ultimi tempi non erano allarmismi inutili ma consapevolezza della gravità della situazione, sarebbe un riconoscimento che oggi non serve. La costante informazione dell’opinione pubblica sui rischi connessi ad un eventuale trasferimento, veicolata attraverso numerosi articoli di stampa, non ha sortito purtroppo l’effetto sperato, lasciando nel tempo quasi indifferenti gli Enti locali, la società civile e la popolazione dei comuni interessati.

     

    Il tentativo di aggregare le componenti sociali del territorio allo scopo di evitare che questo presidio di legalità non andasse perso, oggetto di incomprensibili scelte politiche dell’Amministrazione dell’Interno, non è riuscito ed il rammarico per questo fallimento si accentua ancora di più alla luce della tardiva mobilitazione, per quanto massiccia, dei cittadini del comprensorio. Un’azione incisiva e sinergica di tutte le componenti in causa avrebbe evidentemente attirato le attenzioni del Ministero, soprattutto perché proveniente da un territorio con forti tensioni sociali e con quotidiani problemi di ordine pubblico, finora stemperate anche dalla sola presenza del Reparto Prevenzione Crimine. Di tutta la vicenda lascia perplessi la motivazione addotta:”Indubbi vantaggi in termini di resa operativa e di economia di esercizio”, come se la sicurezza e la legalità rappresentassero un costo e non un investimento, come se il territorio ed il contesto ambientale non giocassero un ruolo importante se non determinate.

     

    Lasciano dubbiosi, peraltro, anche le valutazioni di economicità che hanno spinto a questa decisione, evidentemente non condivisibili se si tiene conto che il contratto di locazione della struttura, che sino ad oggi ha ospitato il Reparto Anticrimine nella sede di Rosarno, andrà in scadenza solo nel 2015, che a tutti gli operatori dovrà essere corrisposta, così come normativamente previsto, l’indennità di trasferimento e che i locali destinati ad ospitare la nuova sede del Reparto Anticrimine è palesemente in pessime condizioni strutturali ed igienico-sanitarie Crepe sui muri, calcinacci che si staccano dai soffitti, diffusa presenza di muffa, cattivi odori provenienti dagli scarichi fognari, impianto elettrico non conforme alla normativa vigente ed assenza dell’idoneità statica della struttura sono solo le carenze più gravi che risaltano a prima vista e che comporterà un corposo investimento di ristrutturazione.

     

    Ne valeva la pena? Non sarebbe stato il caso di confrontarsi con tutte le componenti interessate per meglio valutare la logistica, per ottimizzare le risorse esistenti e, in ultima ipotesi, anche pianificare nel migliore dei modi il trasferimento in questione? Domande senza risposta che si scontrano contro una miopia gestionale delle risorse strutturali e delle politiche sulla sicurezza. Ora, dopo il danno, proveremo ad evitare la beffa, promuovendo una battaglia a tutela dei diritti di tutti gli operatori trasferiti, al fine di garantire loro una sistemazione dignitosa ed idonea e permettere così un sereno svolgimento delle attività cui sono preposti, nella speranza che simili avventate iniziative possano essere in futuro esaminate con maggiore oculatezza ed evitare che siano sempre gli operatori di polizia le vittime sacrificali. Allo stesso tempo riteniamo sarà necessario affrontare con determinazione il vuoto che tale trasferimento ha provocato, con la richiesta di istituzione di un Commissariato nel comprensorio rosarnese per poter restituire a quella cittadinanza un presidio di sicurezza ed un nuovo punto di riferimento di legalità.