REGGIO CALABRIA – L’accesso al mare è considerato sin dall’antichità uno dei quei passaggi cruciali per lo sviluppo e la crescita di un territorio e dei suoi abitanti. La valorizzazione di questo “dono” che la Natura ha riservato ad alcuni paesi ha prodotto, laddove insistono amministratori particolarmente “illuminati”, occupazione e prosperità in buona misura con positivi riflessi sul Pil locale. La città dei Bronzi ed il suo hinterland sebbene vantino circa 150 km di coste sembrano sfuggire a questo elementare assunto nonostante siano state “baciate” dalla Natura e risultino persino dotate di un indice infrastrutturale portuale superiore alla media. A suffragare tutto ciò ci ha pensato, tra gli altri e per l’ennesima volta, la Fondazione per l’educazione ambientale che cura ogni anno l’assegnazione della fatidica Bandiera Blu ai comuni rivieraschi più virtuosi. Viene, dunque, premiata la ionica soltanto con la conferma delle spiagge di Roccella e Marina di Gioiosa (a tal proposito rivolgiamo un particolare plauso agli amministratori, alle associazioni ed ai cittadini dei suddetti comuni per la meritoria opera svolta); mentre risulta assente del tutto la tirrenica reggina nonostante qualche perla più unica che rara. L’assenza di Bandiere Blu persiste anche per quanto concerne gli approdi turistici a Reggio ed in tutta la Calabria! A determinare questo magro bottino nonostante le infinite potenzialità sono le scarse performance delle amministrazioni locali in materia, tra l’altro, di: “qualità delle acque di balneazione, depurazione delle acque reflue, certificazione ambientale, gestione dei rifiuti, servizi turistici, sicurezza, servizi ed accessibilità nelle spiagge, educazione e comunicazione ambientali” etc. Ai comuni rivieraschi reggini ed alla regione Calabria chiediamo sinergie costruttive più profonde. La vocazione turistica dei nostri territori non può prescindere da una valorizzazione a 360° del mare. Agli slogan seguano i fatti.