COSENZA – Ho appreso solo questa mattina, dagli organi di stampa, della nuova riunione dei coordinatori provinciali del Pdl e loro vice, nonché del capogruppo in Regione, convocata dal Coordinatore regionale del Pdl Scopelliti per lunedì prossimo a Catanzaro. Trovo questa notizia sconcertante e ritengo questo comportamento scorretto e irrispettoso, soprattutto nei confronti di chi, considerata la delicata fase che sta attraversando il nostro partito, aveva fatto espressa richiesta di convocazione della massima assise regionale. Tuttavia, nel partito e nella Regione dove “ogni cosa funziona a meraviglia”, dove qualcuno dice che “si vince sempre e comunque” e dove la “dialettica interna la fa da padrone”, “stranamente”, di fronte alla citata richiesta sottoscritta da me e da altri membri del Coordinamento regionale, è stato eretto il muro del silenzio preferendo forse rispondere con i fatti. O forse no. Ciò che personalmente vedo infatti è solo molta confusione con un Coordinatore regionale che prima ci racconta che nel partito non ci sono difficoltà e che ogni polemica a riguardo è strumentale, poi, senza aprire alcuna discussione, ammette che invece qualche problemino c’è, ma è meglio che non si dica, infine, altrettanto democraticamente risolve il tutto inventandosi il “comitato dei coordinatori” che a sua volta, come ogni comitato che si rispetti, trova la soluzione: “100 Comuni in 100 giorni”. Ma cosa rappresenta questa iniziativa?
Se, come leggo, è un’operazione pianificata al fine di rilanciare l’attività del Partito – anche se mi sorprende che un partito che funziona benissimo necessiti di essere “ravvivato”- perché non si è ritenuto opportuno condividere questa idea con i membri del Coordinamento regionale? Perché il nostro Coordinatore continua a reprimere la richiesta di un confronto democratico in quella che dovrebbe essere la sede competente, commissariando di fatto il Coordinamento? Che cosa teme? Spero, anche se ne dubito fortemente, visto i precedenti, di avere quantomeno una risposta, cosa che a dire il vero mi sarei aspettato conoscendo il rispetto per le minoranze che c’era persino nel primo Partito del nostro Coordinatore, l’Msi, e che in politica c’è sempre stato. Ma evidentemente mi sbagliavo, in questo Pdl calabrese le cose non seguono le comuni logiche della politica e neanche quelle basilari del vivere civile. Non rimane pertanto che augurarsi, che si cambi registro, e lo si cambi per davvero. Proprio a tal proposito, l’ormai imminente ritorno a Forza Italia, di cui tanto si parla in questi giorni credo potrebbe davvero essere l’occasione giusta, l’occasione per le diverse radici culturali di ognuno di noi, di tornare di nuovo ad avere diversi luoghi di espressione, contribuendo, ciascuno con il proprio apporto, alla rinascita del centrodestra nazionale.