• Dopo l’elezione di Bindi. Longo (Prc): “No ad una Antimafia di facciata. Serve un piano concreto di contrasto alla criminalità organizzata”
    Alcune delle emergenze da affrontare: Infiltrazioni negli enti locali, amministratori sotto pressione, sicurezza attorno al Porto di Gioia Tauro
    22/10/2013 | Giuseppe Longo, consigliere provinciale Prc | Comunicato

    REGGIO CALABRIA - Pur non entrando nel merito di una scelta che non ci entusiasma, ci auguriamo che l’elezione dell’onorevole Rosy Bindi a nuovo presidente della commissione parlamentare antimafia voglia rappresentare un segnale forte e inequivocabile nei confronti dell’emergenza mafiosa. Dopo molti mesi di stallo, senza componenti né presidenza, la commissione deve ora riprendere a svolgere il proprio delicato compito di lotta alla mafia ora mai radicata in ogni settore della vita sociale ed economica del Paese. Un’emergenza che si rivela addirittura più acuta al Sud e in particolare in Calabria. Dall’onorevole Bindi, capolista alla Camera in Calabria alle ultime elezioni politiche, pretendiamo maggiore attenzione per la nostra provincia, per la città di Reggio Calabria sciolta per infiltrazioni mafiose, garantendo una presenza costante, tale da raccogliere  personalmente le istanze della parte sana del territorio, che ogni giorno si espone per tentare di riaffermare i principi della legalità.

     
    Gli amministratori locali operano quotidianamente tra migliaia di difficoltà, resistendo coraggiosamente alle prepotenze e alle minacce della ndrangheta. Molti sono anche gli imprenditori calabresi onesti che sopportano ogni giorno il terribile peso della paura opponendosi al malaffare e alla prepotenza della criminalità organizzata troppe volte nell’isolamento delle istituzioni. Perciò ci aspettiamo non la solita antimafia di facciata ma un vero e proprio tour de force, capace di mettere in rete le positività che in questa regione resistono e in grado di instaurare finalmente un regime di serenità, sviluppo e agibilità democratica. Alla commissione e al suo nuovo presidente, la provincia reggina e la Calabria intera chiedono risposte concrete in materia di legiferazione nonché strumenti adeguati di contrasto alla mafia e alla corruzione, oltre che un piano efficace e peculiare che tuteli soprattutto le aree di grande interesse sociale ed economico maggiormente esposte alla minaccia mafiosa, come ad esempio il Porto di Gioia Tauro. Crediamo infatti che solo attraverso criteri di massima trasparenza e legalità sia possibile intervenire efficacemente in questo clima di continue tensioni e aggressioni, per debellare una volta per tutte quella che rappresenta da sempre la maggiore piaga della nostra terra.