• Rifiuti pericolosi. Lettera aperta del sindaco di Polistena Tripodi alla presidente Boldrini e al vice DiMaio
    21/02/2014 | Michele Tripodi, Sindaco di Polistena | Comunicato

    POLISTENA – Gentili onorevoli presidenti, in questi giorni abbiamo appreso dai media televisivi che ampie zone del nostro territorio, parlo della Piana di Gioia Tauro come pure di altri pezzi di mare e di montagne calabresi, risulterebbero seriamente inquinate da rifiuti tossici. L’ipotesi inquietante è che ignoti criminali, abbiano depositato nel tempo diverse tonnellate di rifiuti pericolosi, a cominciare da scorie radioattive ed altro materiale fortemente ionizzante che espone ogni essere vivente a gravi conseguenze per la sua salute. Si parla della galleria di valico della montagna Limina, del sottosuolo di Africo, per citare due esempi in Provincia di Reggio, ma potremmo spostarci più a nord, a Crotone dove scuole sono state costruite sull’arsenico, sul mercurio, sul piombo, o ancora per rimanere in tema potremmo raccontare dei fusti di cesio 137 scoperti dentro il letto del fiume Oliva in provincia di Cosenza, o potremmo provare ad immergerci nei fondali sottomarini ove giacciono affondati relitti di navi cariche di barili contaminati. “Leggende” provinciali narrano di 45 navi radioattive affondate a largo delle coste calabresi. Sarà vero? La mappa dei veleni di Calabria affiora a piccoli passi, grazie ad inchieste giornalistiche, pentiti, personaggi quasi mitizzati per aver rotto la cortina del silenzio che cominciano a raccontare le verità più scomode della storia del Mezzogiorno.

     

    Tutto peró viene detto a denti stretti, come se vi sia convenienza a che questa materia rimanga nell’alea del sospetto, nel limbo dei “si dice”, con l’aggravante del “mi faccio i fatti miei”. E beh, cari onorevoli, non desta meraviglia questo Stato che tiene insabbiate vicende inenarrabili. Del resto è lo stesso Stato che grazia i pluricondannati riabilitandoli alla politica attiva o giudica i “benefattori” usando troppe volte il beneficio del dubbio. La fiducia della gente nello Stato è persa quando le istituzioni si allontanano dalla società reale o peggio agiscono in modo omertoso. L’omertà, quella forma bieca di comportamento umano che finisce per tutelare e proteggere l’azione indisturbata dei poteri forti dentro la società economica, dei corrotti dentro la società politica e dei mafiosi ovunque. L’omertà, la condizione cioè nella quale la ndrangheta per decenni in Calabria, ha agito per gestire e controllare il territorio e i traffici della morte, seppellendo scorie radioattive e rifiuti tossici, sotto casa, incurante della gente che si continua ad ammalare alla tiroide, di buscare leucemie e neoplasie come se fossero raffreddori.

     

    L’incidenza di queste malattie sui nostri territori da sola trasforma il sospetto in certezza. Non ancora sazia della verità violata, oggi questa, da noi amata, terra ammalata di nome Calabria, è costretta ad ospitare l’arsenale chimico siriano, dove? Nel porto che tutti avremmo voluto pensare solo come occasione di lavoro, di riscatto e di sviluppo del Mezzogiorno, e non come terminal marittimo del Mediterraneo per il trasbordo di agenti nervini, non tossici ma mortali. Non ci sarebbe il tempo di sviluppare un tumore come per le scorie, in caso di incidente basterebbero 10 secondi di inalazione del gas sarin e si morirebbe subito asfissiati. Non ci vengano a dire che le armi chimiche a Gioia Tauro, per le quali stava per scoppiare un conflitto mondiale, siano paragonabili ai carri armati giocattolo di Saddam Hussein, nè che portare le armi a Gioia Tauro equivale ad esportare la pace nel mondo. Dopo le iniziali timide proteste dai parte dei Sindaci della Piana, purtroppo tutto è stato messo a tacere e l’onda di riflusso ha travolto anche qualche collega che si era spinto oltre il limite consentito dal Governatore Scopelliti. Mi rivolgo a voi, onorevoli Presidenti, con questa lettera, proprio perché siete espressione di partiti o movimenti estranei al Governo, che peraltro fresco di investitura renziana, non avrebbe neanche la lucidità di dedicarsi al caso-Calabria.

     

    La situazione, grave, richiede un’iniziativa istituzionale determinata. Chiedo dunque a nome di quanti piangono le loro disgrazie in questa terra, di istituire una COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA che faccia luce e chiarezza sulle bugie di Stato e i veleni di Calabria, con il seguente compito: ACCERTARE i traffici illeciti di rifiuti tossici avvenuti in Calabria negli ultimi cinquant’anni, SVELARE analoghi traffici “leciti” compiuti dallo Stato sul nostro territorio e coperti da segreto, tra cui quello del trasbordo delle armi chimiche a Gioia Tauro. Diversamente, visto che risorse ai Comuni calabresi ormai non arrivano più neanche per sbaglio, facciate in modo di rifornirci di zappe per scavare, noi, la verità e scovare chi, come e perchè, ha deciso di ammorbare questa nostra amata e ammalata terra. Se non altro ci consoleremo amaramente dandole noi in testa ai fustigatori!